Prendendo spunto dall’esame dei parametri principali dell’economia italiana negli anni del conflitto il saggio affrontata alcuni aspetti degli assetti del dopoguerra: i rapporti di forza all’interno del settore industriale, le relazioni fra agricoltura e industria, i problemi della finanza nazionale e locale. Gli osservatori contemporanei furono consapevoli del fatto che la guerra aveva portato al rafforzamento dell’apparato industriale italiano. Tuttavia i vari settori non erano cresciuti allo stesso modo. Partendo dall’analisi dei dati quantitativi si evidenzia come i gruppi industriali che erano maggiormente cresciuti durante il conflitto influenzarono le scelte del governo sulle scelte principali di politica economica, dal rafforzamento della posizione dell’industria italiana all’estero alla politica doganale. L’agricoltura, al contrario, uscì indebolita dal conflitto, e gli imprenditori (proprietari, grandi affittuari) dovevano confrontarsi con le richieste delle altre categorie del mondo agrario. Prendendo spunto da quanto avvenuto in campo industriale, essi cercarono, senza grande successo, di rafforzare la propria organizzazione. Dal fallimento di questa prospettiva scaturì il crescente interesse per la soluzione violenta rappresentata dallo squadrismo fascista. Come scrisse Einaudi il dopoguerra italiano fu caratterizzato dalle pressioni esercitate dai vari gruppi sociali nei confronti dello Stato per ottenere misure politiche ad essi favorevoli, come riconoscimento dei sacrifici compiuti durante il conflitto. La posizione dello Stato era tuttavia estremamente debole. La guerra totale aveva richiesto uno sforzo finanziario senza precedenti, che aveva creato un pesante indebitamento dell’Italia sia nei confronti dei paesi alleati, sia nei confronti dei propri stessi cittadini. La crisi finanziaria a livello centrale e quella, finora poco studiata, degli enti locali, rendeva estremamente difficile varare politiche economiche espansive e sostenere una spesa sociale in grado di favorire la transizione dall’economia di guerra a quella di pace. L’obiettivo del saggioè quello di evidenziare quanto i mutamenti indotti dalla guerra ebbero un ruolo fondamentale nell’aggravare la crisi del dopoguerra, sfociata nel collasso del sistema parlamentare.
L'impatto economico e sociale del conflitto / DEGLI ESPOSTI, Fabio. - 57:(2018), pp. 363-390.
L'impatto economico e sociale del conflitto
Fabio Degli Esposti
2018
Abstract
Prendendo spunto dall’esame dei parametri principali dell’economia italiana negli anni del conflitto il saggio affrontata alcuni aspetti degli assetti del dopoguerra: i rapporti di forza all’interno del settore industriale, le relazioni fra agricoltura e industria, i problemi della finanza nazionale e locale. Gli osservatori contemporanei furono consapevoli del fatto che la guerra aveva portato al rafforzamento dell’apparato industriale italiano. Tuttavia i vari settori non erano cresciuti allo stesso modo. Partendo dall’analisi dei dati quantitativi si evidenzia come i gruppi industriali che erano maggiormente cresciuti durante il conflitto influenzarono le scelte del governo sulle scelte principali di politica economica, dal rafforzamento della posizione dell’industria italiana all’estero alla politica doganale. L’agricoltura, al contrario, uscì indebolita dal conflitto, e gli imprenditori (proprietari, grandi affittuari) dovevano confrontarsi con le richieste delle altre categorie del mondo agrario. Prendendo spunto da quanto avvenuto in campo industriale, essi cercarono, senza grande successo, di rafforzare la propria organizzazione. Dal fallimento di questa prospettiva scaturì il crescente interesse per la soluzione violenta rappresentata dallo squadrismo fascista. Come scrisse Einaudi il dopoguerra italiano fu caratterizzato dalle pressioni esercitate dai vari gruppi sociali nei confronti dello Stato per ottenere misure politiche ad essi favorevoli, come riconoscimento dei sacrifici compiuti durante il conflitto. La posizione dello Stato era tuttavia estremamente debole. La guerra totale aveva richiesto uno sforzo finanziario senza precedenti, che aveva creato un pesante indebitamento dell’Italia sia nei confronti dei paesi alleati, sia nei confronti dei propri stessi cittadini. La crisi finanziaria a livello centrale e quella, finora poco studiata, degli enti locali, rendeva estremamente difficile varare politiche economiche espansive e sostenere una spesa sociale in grado di favorire la transizione dall’economia di guerra a quella di pace. L’obiettivo del saggioè quello di evidenziare quanto i mutamenti indotti dalla guerra ebbero un ruolo fondamentale nell’aggravare la crisi del dopoguerra, sfociata nel collasso del sistema parlamentare.File | Dimensione | Formato | |
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