In questo capitolo si analizza il tema dell’accesso al mercato degli appalti pubblici e privati da parte dei lavoratori autonomi, oltre alla facoltà di questi ultimi di concorrere all’assegnazione di fondi europei o di partecipare a bandi per l’assegnazione di incarichi. Dopo una analisi delle norme civilistiche che disciplinano il contratto di mera prestazione d’opera e degli elementi che lo distinguono dal contratto di prestazione d’opera intellettuale, si propone una analisi che permette di comparare la fattispecie del contratto di prestazione d’opera intellettuale con il contratto di appalto. Questa breve disamina delle principali norme che disciplinano la materia permette di introdurre gli elementi necessari ed essenziali per poter affrontare il tema centrale della partecipazione dei lavoratori autonomi agli appalti pubblici ed a altre procedure concorrenziali di accesso a finanziamenti o incarichi. In questo senso mentre nel caso di un appalto privato la qualità di lavoratore autonomo non è significativa ai fini dell’esecuzione dell’appalto, rilevando soltanto ai fini della corretta individuazione del regime giuridico e dei conseguenti istituti giuridici del codice civile applicabili al caso concreto; nel caso di un appalto pubblico, poiché la disciplina si pone come primo obiettivo l’apertura del mercato, la qualificazione del lavoratore autonomo diviene un elemento non soltanto imprescindibile ma anche discriminante ai fini della concreta possibilità del prestatore d’opera di avere accesso alle procedure pubbliche di selezione. Lo studio si concentrerà, di conseguenza, sulla posizione dei prestatori d’opera intellettuale e sulle norme che ne disciplinano la partecipazione alle gare di appalto. Si affronterà l’ampiezza della nozione di P.A. e di lavoratori autonomi; la nozione di appalto e quella di incarico di consulenza nelle direttive UE, nella dottrina e nella giurisprudenza del giudice amministrativo e della Corte dei conti; il riferimento ai principi comunitari della libertà della forma giuridica rivestita dall’offerente e a quelli di tutela della concorrenza e proporzionalità. Successivamente si affronterà l’aspetto dell’accesso dei lavoratori autonomi a bandi e programmi finanziati attraverso fondi comunitari, una possibilità che, sino alla l. n. 208/2015 è stata ritenuta non praticabile in Italia. Quindi si approfondirà l’applicazione della disposizione in esame anche alla luce dei profili problematici per la pubblica amministrazione con particolare riferimento alla compatibilità con le direttive della definizione dei soggetti ammessi ed alla partecipazione in forma aggregata: di reti di esercenti la professione e di imprese, consorzi stabili professionali e associazioni temporanee professionali.
L'accesso dei lavoratori autonomi agli appalti pubblici e privati / Valeriani, Elisa. - (2018), pp. 167-196.
L'accesso dei lavoratori autonomi agli appalti pubblici e privati
elisa valeriani
2018
Abstract
In questo capitolo si analizza il tema dell’accesso al mercato degli appalti pubblici e privati da parte dei lavoratori autonomi, oltre alla facoltà di questi ultimi di concorrere all’assegnazione di fondi europei o di partecipare a bandi per l’assegnazione di incarichi. Dopo una analisi delle norme civilistiche che disciplinano il contratto di mera prestazione d’opera e degli elementi che lo distinguono dal contratto di prestazione d’opera intellettuale, si propone una analisi che permette di comparare la fattispecie del contratto di prestazione d’opera intellettuale con il contratto di appalto. Questa breve disamina delle principali norme che disciplinano la materia permette di introdurre gli elementi necessari ed essenziali per poter affrontare il tema centrale della partecipazione dei lavoratori autonomi agli appalti pubblici ed a altre procedure concorrenziali di accesso a finanziamenti o incarichi. In questo senso mentre nel caso di un appalto privato la qualità di lavoratore autonomo non è significativa ai fini dell’esecuzione dell’appalto, rilevando soltanto ai fini della corretta individuazione del regime giuridico e dei conseguenti istituti giuridici del codice civile applicabili al caso concreto; nel caso di un appalto pubblico, poiché la disciplina si pone come primo obiettivo l’apertura del mercato, la qualificazione del lavoratore autonomo diviene un elemento non soltanto imprescindibile ma anche discriminante ai fini della concreta possibilità del prestatore d’opera di avere accesso alle procedure pubbliche di selezione. Lo studio si concentrerà, di conseguenza, sulla posizione dei prestatori d’opera intellettuale e sulle norme che ne disciplinano la partecipazione alle gare di appalto. Si affronterà l’ampiezza della nozione di P.A. e di lavoratori autonomi; la nozione di appalto e quella di incarico di consulenza nelle direttive UE, nella dottrina e nella giurisprudenza del giudice amministrativo e della Corte dei conti; il riferimento ai principi comunitari della libertà della forma giuridica rivestita dall’offerente e a quelli di tutela della concorrenza e proporzionalità. Successivamente si affronterà l’aspetto dell’accesso dei lavoratori autonomi a bandi e programmi finanziati attraverso fondi comunitari, una possibilità che, sino alla l. n. 208/2015 è stata ritenuta non praticabile in Italia. Quindi si approfondirà l’applicazione della disposizione in esame anche alla luce dei profili problematici per la pubblica amministrazione con particolare riferimento alla compatibilità con le direttive della definizione dei soggetti ammessi ed alla partecipazione in forma aggregata: di reti di esercenti la professione e di imprese, consorzi stabili professionali e associazioni temporanee professionali.File | Dimensione | Formato | |
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