Lo smart working cerca di affrontare il problema del rapporto tra organizzazioni e personale, in base al presupposto che benessere o soddisfazione dei lavoratori, ottenute con specifiche modalità lavorative, possono andare assieme a produttività, efficienza e profitto o qualità dei risultati. Mentre ciò che le organizzazioni vogliono è relativamente chiaro, però, come stiano le cose sull’altro lato, quello dei lavoratori, viene rilevato affidandosi a casi ideali o esemplari, interviste, statistiche. Ci si potrebbe allora chiedere se questo sia sufficiente a includere l’individualità dei lavoratori nel computo finale, cioè se queste rilevazioni rendano davvero conto di come i singoli individui percepiscono ed elaborano le novità e di come poi si comportano concretamente. La tesi è che formule come “smart working” esprimono desideri sociali, ma non sono in grado di “calcolare” come i singoli addetti (gli individui) prendano in considerazione tali desideri e come possano reagire.
Quanto è smart lo Smart Working? / Corsi, Giancarlo. - (2017), pp. 36-42.
Data di pubblicazione: | 2017 |
Titolo: | Quanto è smart lo Smart Working? |
Autore/i: | Corsi, Giancarlo |
Autore/i UNIMORE: | |
Titolo del libro: | Smart Working: una prospettiva critica, Quaderno del programma di ricerca “L’officina di organizzazione”, TAO Digital Library, Bologna |
A cura di: | Massimo Neri |
ISBN: | 978-88-98626-12-0 |
Editore: | Tao digital library |
Nazione editore: | ITALIA |
Citazione: | Quanto è smart lo Smart Working? / Corsi, Giancarlo. - (2017), pp. 36-42. |
Tipologia | Capitolo/Saggio |
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