Nel corso della trattazione ci si chiede sia lecito riprendere il lessico della schiavitù per descrivere alcune delle forme di sfruttamento più violento e brutale del XX e del XXI secolo. In altre parole, cosa hanno in comune la schiavitù antica e quella moderna con quella contemporanea? La risposta è che, nonostante le differenze, di cui la più significativa è l’illegalità, la schiavitù consiste nel “totale controllo di una persona su un’altra a scopo di sfruttamento e di dominio”. E questo tipo di condizione schiavile riguarda oggi soggetti che vengono definiti “vulnerabili” perché, di fatto, privati dei propri diritti fondamentali e impossibilitati a rivendicarli. Questi soggetti vulnerabili sono gli schiavi da lavoro e gli schiavi sessuali, nonché le bambine costrette ai matrimoni forzati e precoci. L’obiettivo del saggio non è quello di individuare circostanze sporadiche in cui singoli individui si trovino in condizione di schiavitù o di sfruttamento estremo, ma di cercare i luoghi in cui questo avviene in maniera strutturale e sistemica. Per questo motivo è necessaria “una sorta di ‘mappatura’ delle molteplici forme di oppressione e di dominio che, nel mondo contemporaneo, possono essere comprese mediante il ricorso alla categoria della schiavitù”. Nel tentativo di offrire una definizione più precisa della schiavitù nel XXI secolo, si riprende la definizione proposta da Olivier Pétré-Grenouilleau integrandola con le riflessioni di Sidi Mohamed Barkat e di Étienne Balibar, che invece hanno sottolineato il processo di de-umanizzazione e di riduzione a cosa caratteristico della schiavitù. Infine, si sostiene che un primo fondamentale passo per cercare di affrontare il problema consiste nel riconoscere, anche sul piano giuridico, l’esistenza di “corpi d’eccezione” e riuscire a distinguere e nominare fenomeni diversi, come quello di sfruttamento, di ipersfruttamento e di vera e propria riduzione in schiavitù.
Tra storia e teorizzazione giuridica: per un inquadramento dei caratteri della schiavitù contemporanea / Casadei, Thomas. - (2018), pp. 135-151.
Tra storia e teorizzazione giuridica: per un inquadramento dei caratteri della schiavitù contemporanea
CASADEI, Thomas
2018
Abstract
Nel corso della trattazione ci si chiede sia lecito riprendere il lessico della schiavitù per descrivere alcune delle forme di sfruttamento più violento e brutale del XX e del XXI secolo. In altre parole, cosa hanno in comune la schiavitù antica e quella moderna con quella contemporanea? La risposta è che, nonostante le differenze, di cui la più significativa è l’illegalità, la schiavitù consiste nel “totale controllo di una persona su un’altra a scopo di sfruttamento e di dominio”. E questo tipo di condizione schiavile riguarda oggi soggetti che vengono definiti “vulnerabili” perché, di fatto, privati dei propri diritti fondamentali e impossibilitati a rivendicarli. Questi soggetti vulnerabili sono gli schiavi da lavoro e gli schiavi sessuali, nonché le bambine costrette ai matrimoni forzati e precoci. L’obiettivo del saggio non è quello di individuare circostanze sporadiche in cui singoli individui si trovino in condizione di schiavitù o di sfruttamento estremo, ma di cercare i luoghi in cui questo avviene in maniera strutturale e sistemica. Per questo motivo è necessaria “una sorta di ‘mappatura’ delle molteplici forme di oppressione e di dominio che, nel mondo contemporaneo, possono essere comprese mediante il ricorso alla categoria della schiavitù”. Nel tentativo di offrire una definizione più precisa della schiavitù nel XXI secolo, si riprende la definizione proposta da Olivier Pétré-Grenouilleau integrandola con le riflessioni di Sidi Mohamed Barkat e di Étienne Balibar, che invece hanno sottolineato il processo di de-umanizzazione e di riduzione a cosa caratteristico della schiavitù. Infine, si sostiene che un primo fondamentale passo per cercare di affrontare il problema consiste nel riconoscere, anche sul piano giuridico, l’esistenza di “corpi d’eccezione” e riuscire a distinguere e nominare fenomeni diversi, come quello di sfruttamento, di ipersfruttamento e di vera e propria riduzione in schiavitù.File | Dimensione | Formato | |
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