Le recenti evoluzioni dei sistemi economici hanno segnato importanti cambiamenti nelle dinamiche di consumo e in quelle produttive, facendo emergere con forza l’importanza dell’innovazione. Tra i fattori che, a diversi livelli, possono sostenere l’innovazione vi sono anche i cosiddetti “luoghi di innovazione”, cioè quegli spazi fisici, come ad esempio gli incubatori, i co-working, ma anche gli spazi collaborativi informali (es. biblioteche, bar e librerie), nei quali le persone possono incontrarsi per scambiarsi idee, apprendere reciprocamente e collaborare. Questi spazi possono essere un importante moltiplicatore del patrimonio cognitivo, umano e sociale presente in un territorio, in quanto offrono occasioni per sperimentare e sviluppare tecnologie, servizi e modelli d’impresa che al tempo stesso beneficiano della partecipazione diretta dei cittadini entro un framework collaborativo e generano nuove soluzioni ai problemi della comunità. In altri termini, possono contribuire a sviluppare in un territorio una particolare “atmosfera creativa” della quale possono beneficiare tutti gli attori (individui, gruppi più o meno formali, organizzazioni, ecc.) che vi operano. Recentemente si è assistito a una vera e propria proliferazione di spazi di questo tipo, che sono ritenuti cruciali per sostenere l’innovazione locale e la capacità di connessione con altri nodi esterni al territorio. Se queste premesse sono ormai condivise, manca tuttora un’analisi sistematica delle variabili organizzative che possono influenzarne l’efficacia. In questo senso, il presente articolo si propone di offrire una riflessione sulle caratteristiche organizzative dei luoghi di innovazione, con l’obiettivo di comprendere le leve a disposizione sia dei policy maker che dei soggetti gestori per aumentarne efficacia, impatto e sostenibilità.
I luoghi di innovazione: un primo modello organizzativo per fenomeni emergenti / Montanari, F.; Mizzau, L.. - In: IMPRESA SOCIALE. - ISSN 2282-1694. - (2017), pp. 50-58.
I luoghi di innovazione: un primo modello organizzativo per fenomeni emergenti
F. Montanari;L. Mizzau
2017
Abstract
Le recenti evoluzioni dei sistemi economici hanno segnato importanti cambiamenti nelle dinamiche di consumo e in quelle produttive, facendo emergere con forza l’importanza dell’innovazione. Tra i fattori che, a diversi livelli, possono sostenere l’innovazione vi sono anche i cosiddetti “luoghi di innovazione”, cioè quegli spazi fisici, come ad esempio gli incubatori, i co-working, ma anche gli spazi collaborativi informali (es. biblioteche, bar e librerie), nei quali le persone possono incontrarsi per scambiarsi idee, apprendere reciprocamente e collaborare. Questi spazi possono essere un importante moltiplicatore del patrimonio cognitivo, umano e sociale presente in un territorio, in quanto offrono occasioni per sperimentare e sviluppare tecnologie, servizi e modelli d’impresa che al tempo stesso beneficiano della partecipazione diretta dei cittadini entro un framework collaborativo e generano nuove soluzioni ai problemi della comunità. In altri termini, possono contribuire a sviluppare in un territorio una particolare “atmosfera creativa” della quale possono beneficiare tutti gli attori (individui, gruppi più o meno formali, organizzazioni, ecc.) che vi operano. Recentemente si è assistito a una vera e propria proliferazione di spazi di questo tipo, che sono ritenuti cruciali per sostenere l’innovazione locale e la capacità di connessione con altri nodi esterni al territorio. Se queste premesse sono ormai condivise, manca tuttora un’analisi sistematica delle variabili organizzative che possono influenzarne l’efficacia. In questo senso, il presente articolo si propone di offrire una riflessione sulle caratteristiche organizzative dei luoghi di innovazione, con l’obiettivo di comprendere le leve a disposizione sia dei policy maker che dei soggetti gestori per aumentarne efficacia, impatto e sostenibilità.File | Dimensione | Formato | |
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