Introduzione e obiettivi. Trastuzumab è un anticorpo monoclonale IgG1 umanizzato ricombinante contro HER2; rappresenta un componente essenziale nel trattamento del carcinoma mammario che iperesprime tale recettore. Il suo impiego può però comportare una riduzione subclinica della funzionalità cardiaca e, più raramente, scompenso cardiaco sintomatico. Questa analisi si propone di valutare la funzionalità cardiaca in pazienti (pz.) affette da carcinoma mammario HER2 + in trattamento adiuvante con trastuzumab. Pazienti e metodi. Sono state incluse 20 pz. con diagnosi di carcinoma mammario in stadio I-IIIB all’esordio. Lo schema di trattamento prevede la somministrazione, a completamento di un programma di chemioterapia (CT) adiuvante o neoadiuvante, di trastuzumab 6 mg/kg ogni 3 settimane per un anno. La funzionalità cardiaca è stata valutata mediante la misurazione ecocardiografica della frazione di eiezione ventricolare (FE) prima dell’inizio del trattamento con trastuzumab e, successivamente, ogni tre mesi. I criteri per definire un evento cardiaco sono i seguenti: 1) calo della FE al di sotto del 50%; 2) decremento di 20 punti percentuali della FE rispetto al valore basale; 3) segni o sintomi di scompenso cardiaco congestizio. Risultati. L’età mediana delle pz. è pari a 53 anni (range 31-70 anni). Tutte le pz. hanno ricevuto un regime a base di epirubicina (dose cumulativa mediana 355 mg/m2: range 75-540 mg/m2) prima del trastuzumab, nel 70% dei casi in combinazione con taxani. Il tempo mediano intercorso tra l’ultima somministrazione di antraciclina e l’inizio di trastuzumab è stato di 2,7 mesi (range 0.8-7.8 mesi). 18 pz. sono attualmente in corso di terapia. Tutte le pz. avevano normale FE prima di iniziare trastuzumab (FE mediana 60%: range 55-70%); a 3 e a 6 mesi di distanza la FE mediana si è mantenuta invariata. Non si sono verificati eventi cardiaci. Conclusioni. Seppur in una casistica limitata, questa analisi conferma che il trattamento con trastuzumab in pz. prive di preesistenti alterazioni della funzionalità cardiaca non comporta tossicità di rilievo; in particolare la precedente esposizione ad epirubicina alla dose cumulativa standard nei regimi chemioterapici non sembra potenziare la cardiotossicità di trastuzumab.
VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI TOSSICITA’ CARDIACA DI TRASTUZUMAB IN PAZIENTI AFFETTE DA CARCINOMA MAMMARIO IN TRATTAMENTO ADIUVANTE / Piacentini, F.; Guarneri, V.; Barbieri, E.; Frassoldati, A.; Giovannelli, S.; Conte, P. F.. - In: BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ MEDICO-CHIRURGICA DI MODENA. - ISSN 0366-3434. - 121:(2006). (Intervento presentato al convegno Meeting di Dipartimento tenutosi a Modena nel 2006).
VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI TOSSICITA’ CARDIACA DI TRASTUZUMAB IN PAZIENTI AFFETTE DA CARCINOMA MAMMARIO IN TRATTAMENTO ADIUVANTE
F. Piacentini;V. Guarneri;E. Barbieri;A. Frassoldati;S. Giovannelli;P. F. Conte
2006
Abstract
Introduzione e obiettivi. Trastuzumab è un anticorpo monoclonale IgG1 umanizzato ricombinante contro HER2; rappresenta un componente essenziale nel trattamento del carcinoma mammario che iperesprime tale recettore. Il suo impiego può però comportare una riduzione subclinica della funzionalità cardiaca e, più raramente, scompenso cardiaco sintomatico. Questa analisi si propone di valutare la funzionalità cardiaca in pazienti (pz.) affette da carcinoma mammario HER2 + in trattamento adiuvante con trastuzumab. Pazienti e metodi. Sono state incluse 20 pz. con diagnosi di carcinoma mammario in stadio I-IIIB all’esordio. Lo schema di trattamento prevede la somministrazione, a completamento di un programma di chemioterapia (CT) adiuvante o neoadiuvante, di trastuzumab 6 mg/kg ogni 3 settimane per un anno. La funzionalità cardiaca è stata valutata mediante la misurazione ecocardiografica della frazione di eiezione ventricolare (FE) prima dell’inizio del trattamento con trastuzumab e, successivamente, ogni tre mesi. I criteri per definire un evento cardiaco sono i seguenti: 1) calo della FE al di sotto del 50%; 2) decremento di 20 punti percentuali della FE rispetto al valore basale; 3) segni o sintomi di scompenso cardiaco congestizio. Risultati. L’età mediana delle pz. è pari a 53 anni (range 31-70 anni). Tutte le pz. hanno ricevuto un regime a base di epirubicina (dose cumulativa mediana 355 mg/m2: range 75-540 mg/m2) prima del trastuzumab, nel 70% dei casi in combinazione con taxani. Il tempo mediano intercorso tra l’ultima somministrazione di antraciclina e l’inizio di trastuzumab è stato di 2,7 mesi (range 0.8-7.8 mesi). 18 pz. sono attualmente in corso di terapia. Tutte le pz. avevano normale FE prima di iniziare trastuzumab (FE mediana 60%: range 55-70%); a 3 e a 6 mesi di distanza la FE mediana si è mantenuta invariata. Non si sono verificati eventi cardiaci. Conclusioni. Seppur in una casistica limitata, questa analisi conferma che il trattamento con trastuzumab in pz. prive di preesistenti alterazioni della funzionalità cardiaca non comporta tossicità di rilievo; in particolare la precedente esposizione ad epirubicina alla dose cumulativa standard nei regimi chemioterapici non sembra potenziare la cardiotossicità di trastuzumab.File | Dimensione | Formato | |
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