Attualmente si dedica una grande attenzione per ricostruire la storia dell’alimentazione umana a partire dalla preistoria fino all’età moderna. Reperti archeologici tra i più consueti possono essere indagati per comprendere le dinamiche di procacciamento, di preparazione e di consumo dei cibi, dinamiche volte a consentire la sopravvivenza ma anche lo sviluppo socio-economico d’intere popolazioni e civiltà. L’archeobotanica è di fondamentale importanza per cercare di capire quali piante alimentari fossero utilizzate in passato e per ottenere informazioni su molti processi di trasformazione e di produzione degli alimenti. In campo archeobotanico dati sull’alimentazione possono essere ottenuti da molte delle tipologie di reperti disponibili , ma sono soprattutto i reperti carpologici che riescono, se in buone condizioni, a fornire un livello d’identificazione utile a capire quali specie vegetali, se non addirittura sottospecie e varietà, coltivate/coltivabili o spontanee potessero essere consumate in passato. Per Mutina abbiamo analisi carpologiche per 7 siti (II sec. a.C. – VI sec. d.C.), escludendo i contesti funerari.
L’alimentazione vegetale: reperti archeobotanici / Bosi, G.; Rinaldi, R.; Mazzanti, M.. - (2017), pp. 329-331.
L’alimentazione vegetale: reperti archeobotanici
Bosi G.;Rinaldi R.;Mazzanti M.
2017
Abstract
Attualmente si dedica una grande attenzione per ricostruire la storia dell’alimentazione umana a partire dalla preistoria fino all’età moderna. Reperti archeologici tra i più consueti possono essere indagati per comprendere le dinamiche di procacciamento, di preparazione e di consumo dei cibi, dinamiche volte a consentire la sopravvivenza ma anche lo sviluppo socio-economico d’intere popolazioni e civiltà. L’archeobotanica è di fondamentale importanza per cercare di capire quali piante alimentari fossero utilizzate in passato e per ottenere informazioni su molti processi di trasformazione e di produzione degli alimenti. In campo archeobotanico dati sull’alimentazione possono essere ottenuti da molte delle tipologie di reperti disponibili , ma sono soprattutto i reperti carpologici che riescono, se in buone condizioni, a fornire un livello d’identificazione utile a capire quali specie vegetali, se non addirittura sottospecie e varietà, coltivate/coltivabili o spontanee potessero essere consumate in passato. Per Mutina abbiamo analisi carpologiche per 7 siti (II sec. a.C. – VI sec. d.C.), escludendo i contesti funerari.Pubblicazioni consigliate
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