Nell’attesa della ripresa anche il resto dei programmi di spesa è stato fortemente condizionato dai vincoli di bilancio. Il protrarsi della crisi ha determinato un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita delle famiglie, anche se questo ha riguardato soprattutto i gruppi sociali più svantaggiati e a maggiore contatto con il mercato del lavoro (giovani, famiglie numerose, immigrati). Malgrado la crisi abbia provocato un allargamento della forbice tra i redditi e un incremento della povertà assoluta, la composizione della spesa sociale non è cambiata. Le voci relative a famiglia, housing ed esclusione sociale continuano ad assorbire una quota trascurabile della spesa sociale complessiva. Le principali novità nel corso del 2014-2015, descritte nel contributo di Baldini e Toso, sono state: l’introduzione di un trasferimento monetario (bonus bebè) di 80 euro mensili; l’introduzione sperimentale di una Nuova Carta Acquisti, destinata a contrastare le forme più gravi di povertà economica; l’entrata in vigore del nuovo Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). La legge di stabilità 2015 ha inoltre reso permanente il bonus fiscale introdotto nel maggio 2014. L’anno in corso è stato anche segnato dalla revisione del sistema degli ammortizzatori sociali. Il decreto legislativo n. 22/2015, attuativo della legge delega sul Jobs Act, ha rimodulato le misure di tutela del reddito del lavoratore in caso di disoccupazione, unificando le due prestazioni della legge Fornero (Aspi e MiniAspi) e introducendo una sola prestazione di disoccupazione per tutti i lavoratori dipendenti disoccupati, la Naspi. È stato inoltre introdotto un istituto finalizzato alla tutela del reddito in caso di disoccupazione di lungo periodo, l’Assegno di disoccupazione (Asdi), consistente in una prestazione assistenziale destinata a chi beneficia della nuova indennità di disoccupazione (Naspi) e che al termine del periodo di relativa copertura sia ancora disoccupato e si trovi in condizioni di indigenza. Il capitolo discute infine un tema divenuto molto popolare nel dibattito politico italiano, l’istituzione di uno schema di reddito minimo contro la povertà, la cui mancanza rappresenta una delle lacune principali del sistema di protezione sociale italiano.
Crisi economica, distribuzione del reddito e politiche sociali / Baldini, Massimo; Toso, Stefano. - (2015), pp. 85-110.
Crisi economica, distribuzione del reddito e politiche sociali
Baldini, Massimo;
2015
Abstract
Nell’attesa della ripresa anche il resto dei programmi di spesa è stato fortemente condizionato dai vincoli di bilancio. Il protrarsi della crisi ha determinato un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita delle famiglie, anche se questo ha riguardato soprattutto i gruppi sociali più svantaggiati e a maggiore contatto con il mercato del lavoro (giovani, famiglie numerose, immigrati). Malgrado la crisi abbia provocato un allargamento della forbice tra i redditi e un incremento della povertà assoluta, la composizione della spesa sociale non è cambiata. Le voci relative a famiglia, housing ed esclusione sociale continuano ad assorbire una quota trascurabile della spesa sociale complessiva. Le principali novità nel corso del 2014-2015, descritte nel contributo di Baldini e Toso, sono state: l’introduzione di un trasferimento monetario (bonus bebè) di 80 euro mensili; l’introduzione sperimentale di una Nuova Carta Acquisti, destinata a contrastare le forme più gravi di povertà economica; l’entrata in vigore del nuovo Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). La legge di stabilità 2015 ha inoltre reso permanente il bonus fiscale introdotto nel maggio 2014. L’anno in corso è stato anche segnato dalla revisione del sistema degli ammortizzatori sociali. Il decreto legislativo n. 22/2015, attuativo della legge delega sul Jobs Act, ha rimodulato le misure di tutela del reddito del lavoratore in caso di disoccupazione, unificando le due prestazioni della legge Fornero (Aspi e MiniAspi) e introducendo una sola prestazione di disoccupazione per tutti i lavoratori dipendenti disoccupati, la Naspi. È stato inoltre introdotto un istituto finalizzato alla tutela del reddito in caso di disoccupazione di lungo periodo, l’Assegno di disoccupazione (Asdi), consistente in una prestazione assistenziale destinata a chi beneficia della nuova indennità di disoccupazione (Naspi) e che al termine del periodo di relativa copertura sia ancora disoccupato e si trovi in condizioni di indigenza. Il capitolo discute infine un tema divenuto molto popolare nel dibattito politico italiano, l’istituzione di uno schema di reddito minimo contro la povertà, la cui mancanza rappresenta una delle lacune principali del sistema di protezione sociale italiano.File | Dimensione | Formato | |
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