L’infezione da micobatteri tubercolari ha accompagnato la storia dell’uomo sin dall’antichità. Nei secoli la malattia tubercolare ha rappresentato una piaga sociale, principale responsabile di morbidità e mortalità nella popolazione giovane adulta, e ancora oggi costituisce la prima causa di morte per singola malattia infettiva nel mondo, con circa 1,7 milioni di decessi all’anno (WHO, 2011). I progressi nello sviluppo di test diagnostici, nell’utilizzo di regimi terapeutici standardizzati efficaci e nell’adozione di programmi di controllo dell’infezione, hanno prodotto negli ultimi decenni un’inversione di tendenza degli indici di incidenza e prevalenza della malattia (WHO, 2011). Tuttavia, alcuni fattori, tra i quali la co-infezione da virus dell’HIV, il crescente problema dell’emergere di ceppi farmaco-resistenti, i flussi migratori da Paesi ad alta endemia e le condizioni di immunodepressione (incluse quelle di natura iatrogena, in una popolazione generale che diventa sempre più anziana), rendono ragione della persistenza dell’infezione a livello globale (Dye et al., 2010).
Tubercolosi / Cerri, Stefania; Roversi, Pietro; Richeldi, Luca. - (2013), pp. 220-230.
Tubercolosi
CERRI, Stefania;RICHELDI, Luca
2013
Abstract
L’infezione da micobatteri tubercolari ha accompagnato la storia dell’uomo sin dall’antichità. Nei secoli la malattia tubercolare ha rappresentato una piaga sociale, principale responsabile di morbidità e mortalità nella popolazione giovane adulta, e ancora oggi costituisce la prima causa di morte per singola malattia infettiva nel mondo, con circa 1,7 milioni di decessi all’anno (WHO, 2011). I progressi nello sviluppo di test diagnostici, nell’utilizzo di regimi terapeutici standardizzati efficaci e nell’adozione di programmi di controllo dell’infezione, hanno prodotto negli ultimi decenni un’inversione di tendenza degli indici di incidenza e prevalenza della malattia (WHO, 2011). Tuttavia, alcuni fattori, tra i quali la co-infezione da virus dell’HIV, il crescente problema dell’emergere di ceppi farmaco-resistenti, i flussi migratori da Paesi ad alta endemia e le condizioni di immunodepressione (incluse quelle di natura iatrogena, in una popolazione generale che diventa sempre più anziana), rendono ragione della persistenza dell’infezione a livello globale (Dye et al., 2010).Pubblicazioni consigliate
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