sondaggi eseguiti nella zona del centro storico di Modena, l’evoluzione sedimentaria del primo sottosuolo che interessa direttamente la Torre Ghirlandina e l’adiacente Duomo. Il tema centrale si sviluppa attorno al carotaggio eseguito nella primavera 2012 in prossimità dell’angolo sud-ovest della torre civica. Esso ha raggiunto la profondità di 21,30 m toccando il tetto ghiaioso appartenente all’acquifero più superficiale. È stata condotta una completa analisi dal punto di vista stratigrafico e sedimentologico, ponendo attenzione allo studio delle facies deposizionali; sono stati inoltre individuati e caratterizzati i livelli archeologici relativi al periodo romano e a quello medievale, fornendo un contributo di tipo cronologico. Elaborando una sezione stratigrafica sulla base di alcuni sondaggi che attraversano in direzione NE-SO la zona del centro storico, è stata proposta una ricostruzione paleoambientale per gli ultimi 30 m di terreno che corrispondono all’ultimo periodo deposizionale tardo quaternario. A 21 m di profondità è stato rinvenuto il tetto dell’Unità di Vignola costituita dai sedimenti grossolani che si sono deposti durante l’ultimo periodo glaciale würmiano, quando lungo tutta la fascia pedeappenninica si estendeva una piana a canali braided. Su di essa poggiano sedimenti fini di piana inondabile relativi al periodo postglaciale che caratterizza la porzione inferiore del Subsintema di Ravenna. Gli orizzonti torbosi che si rinvengono all’interno di questi depositi testimoniano uno scarso drenaggio dell’area e frequenti episodi d’impaludamento. I livelli organici cedono il posto, nell’intervallo tra -7 e -10 m, a corpi limo-sabbiosi di ventaglio di rotta. L’analisi di facies ha inoltre portato al riconoscimento di alcuni depositi riferibili ad argini naturali che indicano la presenza di canali nelle immediate vicinanze. L’insediamento romano nell’area di Modena occupa l’intervallo stratigrafico compreso tra -4 e -7 m, nel quale si registra la concentrazione di frammenti di laterizi e un livello di blocchi lapidei incontrato a 6 m di profondità in alcuni dei sondaggi studiati. La città fu sconvolta nel IV-VI secolo da ripetute alluvioni che ne causarono l’abbandono; a testimonianza di ciò rimane una spessa coltre di depositi di rotta fluviale che ricopre lo strato romano lungo tutta la sezione.
Evoluzione sedimentaria del centro storico di Modena nel tardo Quaternario / Argentino, Claudio; Lugli, Stefano; MARCHETTI DORI, Simona. - In: ATTI DELLA SOCIETÀ DEI NATURALISTI E MATEMATICI DI MODENA. - ISSN 0365-7027. - STAMPA. - 146:(2015), pp. 49-62.
Evoluzione sedimentaria del centro storico di Modena nel tardo Quaternario
ARGENTINO, CLAUDIO;LUGLI, Stefano;MARCHETTI DORI, Simona
2015
Abstract
sondaggi eseguiti nella zona del centro storico di Modena, l’evoluzione sedimentaria del primo sottosuolo che interessa direttamente la Torre Ghirlandina e l’adiacente Duomo. Il tema centrale si sviluppa attorno al carotaggio eseguito nella primavera 2012 in prossimità dell’angolo sud-ovest della torre civica. Esso ha raggiunto la profondità di 21,30 m toccando il tetto ghiaioso appartenente all’acquifero più superficiale. È stata condotta una completa analisi dal punto di vista stratigrafico e sedimentologico, ponendo attenzione allo studio delle facies deposizionali; sono stati inoltre individuati e caratterizzati i livelli archeologici relativi al periodo romano e a quello medievale, fornendo un contributo di tipo cronologico. Elaborando una sezione stratigrafica sulla base di alcuni sondaggi che attraversano in direzione NE-SO la zona del centro storico, è stata proposta una ricostruzione paleoambientale per gli ultimi 30 m di terreno che corrispondono all’ultimo periodo deposizionale tardo quaternario. A 21 m di profondità è stato rinvenuto il tetto dell’Unità di Vignola costituita dai sedimenti grossolani che si sono deposti durante l’ultimo periodo glaciale würmiano, quando lungo tutta la fascia pedeappenninica si estendeva una piana a canali braided. Su di essa poggiano sedimenti fini di piana inondabile relativi al periodo postglaciale che caratterizza la porzione inferiore del Subsintema di Ravenna. Gli orizzonti torbosi che si rinvengono all’interno di questi depositi testimoniano uno scarso drenaggio dell’area e frequenti episodi d’impaludamento. I livelli organici cedono il posto, nell’intervallo tra -7 e -10 m, a corpi limo-sabbiosi di ventaglio di rotta. L’analisi di facies ha inoltre portato al riconoscimento di alcuni depositi riferibili ad argini naturali che indicano la presenza di canali nelle immediate vicinanze. L’insediamento romano nell’area di Modena occupa l’intervallo stratigrafico compreso tra -4 e -7 m, nel quale si registra la concentrazione di frammenti di laterizi e un livello di blocchi lapidei incontrato a 6 m di profondità in alcuni dei sondaggi studiati. La città fu sconvolta nel IV-VI secolo da ripetute alluvioni che ne causarono l’abbandono; a testimonianza di ciò rimane una spessa coltre di depositi di rotta fluviale che ricopre lo strato romano lungo tutta la sezione.File | Dimensione | Formato | |
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