Giovanni Fabbri presenta dal primo al sedici di ottobre nella seicentesca chiesa del S. S. Crocifisso di Meldola una personale da non perdere. Ciò che la caratterizza è un fervido motivo dialettico: le pitture appaiono animate, da un lato, da un retroscena statico, d'altro e contrario lato, da un'impronta intrinsecamente e poderosamente dinamica Ben ferma e ricorrente in Giovanni Fabbri, dalle origini degli anni settanta a oggi, è la custodia più gelosa dei valori della propria terra. Attraverso questa fedeltà alla campagna romagnola si insinua il più vasto respiro dell’éthos, da intendersi nel senso originario della sacertà dell’ambiente entro cui l’uomo opera. Il tema è eracliteo, potente e quanto mai attuale nell’età della c.d. globalizzazione: parliamo del tempo e del luogo del soggiorno dell’uomo nel mondo e dell’avvilimento che si determina nell’esistenza se i cieli i mari e le terre vengono mercificate ed avvelenate. Dunque la pittura di Fabbri si erge su un motivo classico che assegna all’arte un’impronta cosmica, potrebbe ben dirsi leopardiana, e tende a rifuggire sia dai cascami di un mai sopito, tardo romanticismo, sia dall’adesione alle logiche tecnocratiche insite in larghi spazi dell’informale.
Éthos / Jasonni, Massimo. - In: IL PONTE. - ISSN 0032-423X. - STAMPA. - 10:(2016), pp. 85-86.
Éthos
JASONNI, Massimo
2016
Abstract
Giovanni Fabbri presenta dal primo al sedici di ottobre nella seicentesca chiesa del S. S. Crocifisso di Meldola una personale da non perdere. Ciò che la caratterizza è un fervido motivo dialettico: le pitture appaiono animate, da un lato, da un retroscena statico, d'altro e contrario lato, da un'impronta intrinsecamente e poderosamente dinamica Ben ferma e ricorrente in Giovanni Fabbri, dalle origini degli anni settanta a oggi, è la custodia più gelosa dei valori della propria terra. Attraverso questa fedeltà alla campagna romagnola si insinua il più vasto respiro dell’éthos, da intendersi nel senso originario della sacertà dell’ambiente entro cui l’uomo opera. Il tema è eracliteo, potente e quanto mai attuale nell’età della c.d. globalizzazione: parliamo del tempo e del luogo del soggiorno dell’uomo nel mondo e dell’avvilimento che si determina nell’esistenza se i cieli i mari e le terre vengono mercificate ed avvelenate. Dunque la pittura di Fabbri si erge su un motivo classico che assegna all’arte un’impronta cosmica, potrebbe ben dirsi leopardiana, e tende a rifuggire sia dai cascami di un mai sopito, tardo romanticismo, sia dall’adesione alle logiche tecnocratiche insite in larghi spazi dell’informale.Pubblicazioni consigliate
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