La pubblicazione della Zucca (Venezia: Marcolini, 1551) di Anton Francesco Doni avviene nel periodo più fertile e creativo dell’autore fiorentino; la sua immediata traduzione in spagnolo è sintomo dell’interesse dell’autore per il dialogo con una cultura che a partire dai primi anni del Cinquecento aveva acquistato un notevole prestigio, che accompagnava il potere politico imperiale, e aveva catturato i favori del pubblico lettore. La Repubblica di Venezia, con la sua importante industria editoriale, aveva un ruolo fondamentale nella diffusione dei testi spagnoli anche al di fuori dei suoi confini, in lingua originale e in traduzione, e non sono rare le traduzioni in spagnolo di opere italiane o la pubblicazione simultanea di un’opera nelle due lingue, come accade, appunto, con la Zucca, la cui versione spagnola, ad opera di un amico dell’autore (così lo definisce Doni stesso in una lettera), esce a soli quattro mesi di distanza dalla princeps, precedendo anche l’edizione della Zucca in quattro parti. In questo articolo studiamo l’anonima traduzione – la Zucca del Doni en Spañol – mettendola a confronto con l’originale per evidenziare le tecniche e le strategie adottate; questa analisi offre informazioni sul metodo di lavoro del traduttore, ma anche sulla sua cultura e la sua mentalità, sul linguaggio da lui usato e sulle manipolazioni del testo. In tal modo, si intende anche palesare la ridefinizione del destinatario ideale operata dal traduttore: infatti, il tipo di rapporto che il traduttore stabilisce con il suo destinatario si codifica e si definisce proprio nelle alterazioni intenzionali del testo originale.
“Educare e divertire: la Zucca del Doni en Spañol e la creazione di un nuovo destinatario” / Capra, Daniela. - STAMPA. - 1:(2016), pp. 444-458.
“Educare e divertire: la Zucca del Doni en Spañol e la creazione di un nuovo destinatario”
CAPRA, Daniela
2016
Abstract
La pubblicazione della Zucca (Venezia: Marcolini, 1551) di Anton Francesco Doni avviene nel periodo più fertile e creativo dell’autore fiorentino; la sua immediata traduzione in spagnolo è sintomo dell’interesse dell’autore per il dialogo con una cultura che a partire dai primi anni del Cinquecento aveva acquistato un notevole prestigio, che accompagnava il potere politico imperiale, e aveva catturato i favori del pubblico lettore. La Repubblica di Venezia, con la sua importante industria editoriale, aveva un ruolo fondamentale nella diffusione dei testi spagnoli anche al di fuori dei suoi confini, in lingua originale e in traduzione, e non sono rare le traduzioni in spagnolo di opere italiane o la pubblicazione simultanea di un’opera nelle due lingue, come accade, appunto, con la Zucca, la cui versione spagnola, ad opera di un amico dell’autore (così lo definisce Doni stesso in una lettera), esce a soli quattro mesi di distanza dalla princeps, precedendo anche l’edizione della Zucca in quattro parti. In questo articolo studiamo l’anonima traduzione – la Zucca del Doni en Spañol – mettendola a confronto con l’originale per evidenziare le tecniche e le strategie adottate; questa analisi offre informazioni sul metodo di lavoro del traduttore, ma anche sulla sua cultura e la sua mentalità, sul linguaggio da lui usato e sulle manipolazioni del testo. In tal modo, si intende anche palesare la ridefinizione del destinatario ideale operata dal traduttore: infatti, il tipo di rapporto che il traduttore stabilisce con il suo destinatario si codifica e si definisce proprio nelle alterazioni intenzionali del testo originale.File | Dimensione | Formato | |
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