Il tema della soppressione, ovvero della riforma, della Provincia è stato oggetto di ripetuti, e contraddittori, interventi legislativi negli ultimi anni, sotto la pressione della crisi della finanza pubblica, delle crescenti difficoltà del rapporto tra società e rappresentanza politica, della forte domanda di razionalizzazione dell’amministrazione pubblica proveniente dalle istituzioni europee. Anche se l’utilizzo del decreto legge per riforme di carattere istituzionale è stato poi respinto dalla Corte costituzionale (sentenza n. 220/2013), i decreti d’urgenza che si sono abbattuti sugli enti territoriali minori nel biennio 2011-2012 hanno segnato un’irreversibile linea di frattura rispetto alla preesistente cultura delle autonomie locali, portando in primo piano la necessità di rivederne l’impianto complessivo. Invero, hanno fatto emergere l’esigenza di un confronto rigoroso tra i valori di identità e di partecipazione politica, in essa incorporati, e gli obiettivi di semplificazione istituzionale, efficienza e contenimento della spesa pubblica, resi ineludibili dal nuovo contesto. Il contributo individua alcuni aspetti e momenti nodali di tale contrapposizione, messi a fuoco sulla base degli interventi normativi emergenziali della scorsa legislatura, per poi analizzare le soluzioni di contemperamento tra autonomia e funzionalità, tra garanzia e integrazione, tra efficienza e partecipazione, delineate dalla riforma dell’amministrazione locale da ultimo approvata con la legge 7 aprile 2014, n. 56.
Le Province: enti «inutili» o possibile snodo della riforma dell'amministrazione territoriale? Note in tema di riforma della Provincia e cultura delle autonomie / Guerra, Maria Paola. - STAMPA. - (2015), pp. 699-728.
Le Province: enti «inutili» o possibile snodo della riforma dell'amministrazione territoriale? Note in tema di riforma della Provincia e cultura delle autonomie
GUERRA, Maria Paola
2015
Abstract
Il tema della soppressione, ovvero della riforma, della Provincia è stato oggetto di ripetuti, e contraddittori, interventi legislativi negli ultimi anni, sotto la pressione della crisi della finanza pubblica, delle crescenti difficoltà del rapporto tra società e rappresentanza politica, della forte domanda di razionalizzazione dell’amministrazione pubblica proveniente dalle istituzioni europee. Anche se l’utilizzo del decreto legge per riforme di carattere istituzionale è stato poi respinto dalla Corte costituzionale (sentenza n. 220/2013), i decreti d’urgenza che si sono abbattuti sugli enti territoriali minori nel biennio 2011-2012 hanno segnato un’irreversibile linea di frattura rispetto alla preesistente cultura delle autonomie locali, portando in primo piano la necessità di rivederne l’impianto complessivo. Invero, hanno fatto emergere l’esigenza di un confronto rigoroso tra i valori di identità e di partecipazione politica, in essa incorporati, e gli obiettivi di semplificazione istituzionale, efficienza e contenimento della spesa pubblica, resi ineludibili dal nuovo contesto. Il contributo individua alcuni aspetti e momenti nodali di tale contrapposizione, messi a fuoco sulla base degli interventi normativi emergenziali della scorsa legislatura, per poi analizzare le soluzioni di contemperamento tra autonomia e funzionalità, tra garanzia e integrazione, tra efficienza e partecipazione, delineate dalla riforma dell’amministrazione locale da ultimo approvata con la legge 7 aprile 2014, n. 56.File | Dimensione | Formato | |
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