È noto da tempo come i pazienti con artrite reumatoide (AR) abbiano un alto rischio di morbilità e mortalità legato a polmonite e sepsi e come queste infezioni contribuiscano in modo significativo alla riduzione delle aspettative di vita 1-3. Le ragioni per l’aumentata prevalenza di infezioni in questi pazienti non sono completamente chiare, e l’uso di farmaci immunosoppressivi (soprattutto corticosteroidi) sembra contribuire solo in parte all’aumentato rischio. Inoltre, la possibilità che i normali segni clinici di infezione siano meno evidenti nei pazienti in trattamento con farmaci antiinfiammatori o immunomodulanti può comportare un ritardo nell’inizio della terapia 1. L’adozione di strategie che comprendano la vaccinazione anti-influenza (V-inf) e antipneumococco (V-pn) sembrano promettenti nel ridurre fino a 4 volte il rischio di ospedalizzazione e di fatalità legato alle infezioni polmonari nei pazienti con AR e pertanto le autorità sanitarie di molti paesi hanno formulato raccomandazioni specifiche sull’impiego dei vaccini nei soggetti in terapia immunosoppressiva 4. Tuttavia numerosi audit concordano nel registrare un utilizzo subottimale della V-inf e V-pn nei pazienti con AR, nei quali tali strategie di profilassi vengono impiegate in non più del 20-43% dei casi
Efficacia e sicurezza delle vaccinazioni anti-influenza e anti-pneumococco nei pazienti con artrite reumatoide trattati con farmaci biologici / Pomponio, G.; Rovinelli, M.; Scioscia, C.; Selvi, E.; Tirri, E.; D’Errico, T.; Epis, O.; Favalli, E. G.; Garau, P.; Mancarella, L.; Paoletti, F.; Sandri, Gilda. - In: MINERVA MEDICA. - ISSN 0026-4806. - STAMPA. - 103 Suppl. 1 al n°5:(2012), pp. 61-66.
Efficacia e sicurezza delle vaccinazioni anti-influenza e anti-pneumococco nei pazienti con artrite reumatoide trattati con farmaci biologici
SANDRI, Gilda
2012
Abstract
È noto da tempo come i pazienti con artrite reumatoide (AR) abbiano un alto rischio di morbilità e mortalità legato a polmonite e sepsi e come queste infezioni contribuiscano in modo significativo alla riduzione delle aspettative di vita 1-3. Le ragioni per l’aumentata prevalenza di infezioni in questi pazienti non sono completamente chiare, e l’uso di farmaci immunosoppressivi (soprattutto corticosteroidi) sembra contribuire solo in parte all’aumentato rischio. Inoltre, la possibilità che i normali segni clinici di infezione siano meno evidenti nei pazienti in trattamento con farmaci antiinfiammatori o immunomodulanti può comportare un ritardo nell’inizio della terapia 1. L’adozione di strategie che comprendano la vaccinazione anti-influenza (V-inf) e antipneumococco (V-pn) sembrano promettenti nel ridurre fino a 4 volte il rischio di ospedalizzazione e di fatalità legato alle infezioni polmonari nei pazienti con AR e pertanto le autorità sanitarie di molti paesi hanno formulato raccomandazioni specifiche sull’impiego dei vaccini nei soggetti in terapia immunosoppressiva 4. Tuttavia numerosi audit concordano nel registrare un utilizzo subottimale della V-inf e V-pn nei pazienti con AR, nei quali tali strategie di profilassi vengono impiegate in non più del 20-43% dei casiPubblicazioni consigliate
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