M olte malattie autoimmuni, tra le quali l’artrite reumatoide (AR), sono presenti con maggior frequenza nella popolazione femminile e colpiscono quindi molte donne in età fertile che contemplano la maternità. Per quanto vi sia spesso una tendenza al miglioramento dei segni e sintomi della malattia durante la gravidanza, non sempre è possibile la sospensione completa dei trattamenti. Il potenziale rischio di tossicità per il feto legato alla terapia va rapportato con la necessità di controllare l’attività della malattia nella madre, che può costituire essa stessa un fattore di rischio indipendente per esiti sfavorevoli della gravidanza 1. Il tema della gestione terapeutica ottimale della paziente in preparazione della, o durante, la gravidanza e il periodo post-partum è complesso e destinato ad assumere importanza sempre maggiore con il numero crescente di pazienti reumatologiche che, grazie ai miglioramenti nello stato di salute resi possibili dalle nuove terapie (con particolare riferimento ai cosiddetti farmaci biologici), sono più propense a pianificare una famiglia. In generale, vi sono 5 categorie di rischio per l’utilizzo di farmaci in gravidanza secondo la classificazione della Food and Drug Administration (FDA), riassunte nella Tabella I. Essenzialmente, vi è una carenza di dati sulla sicurezza delle terapie biologiche durante la gravidanza e l’allattamento. Queste due condizioni costituiscono un criterio di esclusione costante negli studi clinici randomizzati controllati registrativi, e le informazioni disponibili sugli effetti della somministrazione di terapie durante la gravidanza o l’allattamento sullo sviluppo fetale e sul neonato provengono esclusivamente da case report e registri. Inoltre, l’introduzione dei farmaci biologici è relativamente recente, per cui l’esperienza clinica accumulata in questo ambito è ancora scarsa. Nessun farmaco biologico, quindi, rientra nella categoria di rischio A, per quanto i dati finora disponibili siano complessivamente favorevoli.

L’uso dei farmaci biologici durante la gravidanza e l’allattamento / Favalli, E. G.; Mancarella, L.; Paoletti, F.; Pomponio, G.; Sandri, Gilda; Scioscia, C.; Selvi, E.; Tirri, E.; D’Errico, T.; Epis, O.; Garau, P.. - In: MINERVA MEDICA. - ISSN 0026-4806. - 103 Suppl. 1 al n°5:(2012), pp. 23-29.

L’uso dei farmaci biologici durante la gravidanza e l’allattamento

SANDRI, Gilda;
2012

Abstract

M olte malattie autoimmuni, tra le quali l’artrite reumatoide (AR), sono presenti con maggior frequenza nella popolazione femminile e colpiscono quindi molte donne in età fertile che contemplano la maternità. Per quanto vi sia spesso una tendenza al miglioramento dei segni e sintomi della malattia durante la gravidanza, non sempre è possibile la sospensione completa dei trattamenti. Il potenziale rischio di tossicità per il feto legato alla terapia va rapportato con la necessità di controllare l’attività della malattia nella madre, che può costituire essa stessa un fattore di rischio indipendente per esiti sfavorevoli della gravidanza 1. Il tema della gestione terapeutica ottimale della paziente in preparazione della, o durante, la gravidanza e il periodo post-partum è complesso e destinato ad assumere importanza sempre maggiore con il numero crescente di pazienti reumatologiche che, grazie ai miglioramenti nello stato di salute resi possibili dalle nuove terapie (con particolare riferimento ai cosiddetti farmaci biologici), sono più propense a pianificare una famiglia. In generale, vi sono 5 categorie di rischio per l’utilizzo di farmaci in gravidanza secondo la classificazione della Food and Drug Administration (FDA), riassunte nella Tabella I. Essenzialmente, vi è una carenza di dati sulla sicurezza delle terapie biologiche durante la gravidanza e l’allattamento. Queste due condizioni costituiscono un criterio di esclusione costante negli studi clinici randomizzati controllati registrativi, e le informazioni disponibili sugli effetti della somministrazione di terapie durante la gravidanza o l’allattamento sullo sviluppo fetale e sul neonato provengono esclusivamente da case report e registri. Inoltre, l’introduzione dei farmaci biologici è relativamente recente, per cui l’esperienza clinica accumulata in questo ambito è ancora scarsa. Nessun farmaco biologico, quindi, rientra nella categoria di rischio A, per quanto i dati finora disponibili siano complessivamente favorevoli.
2012
103 Suppl. 1 al n°5
23
29
L’uso dei farmaci biologici durante la gravidanza e l’allattamento / Favalli, E. G.; Mancarella, L.; Paoletti, F.; Pomponio, G.; Sandri, Gilda; Scioscia, C.; Selvi, E.; Tirri, E.; D’Errico, T.; Epis, O.; Garau, P.. - In: MINERVA MEDICA. - ISSN 0026-4806. - 103 Suppl. 1 al n°5:(2012), pp. 23-29.
Favalli, E. G.; Mancarella, L.; Paoletti, F.; Pomponio, G.; Sandri, Gilda; Scioscia, C.; Selvi, E.; Tirri, E.; D’Errico, T.; Epis, O.; Garau, P.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/1084271
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