Calamandrei esprimeva una posizione critica nei confronri dei partiti politici “di massa” che conquistarono, alla Costituente, una larghissima maggioranza di seggi. L’idea di Calamandrei era che l’Assemblea Costituente dovesse riassumere in sé, sia il potere di scrivere la nuova Costituzione dello Stato, sia quello di costruire ed approvare le leggi fondamentali in grado di dare l’avvio alle “grandi riforme” economico sociali sulle quali avrebbe dovuto basarsi l’ eguaglianza in senso sostanziale tra i cittadini. Per questo Calamandrei si batté strenuamente, non sempre con successo, per lo spirito “azionista” teso ad affermare nella Carta costituzionale di principi da lui ritenuti fondanti per la vita del nuova Repubblica, come la netta separazione fra Stato e Chiesa. Molto più successo ebbe l’impegno di Calamandrei alla Costituente a favore del sistema di garanzie che dovevano essere inserite nella Costituzione. Calamandrei era fortemente favorevole ad una forma di governo che favorisse la formazione di maggioranze stabili attorno a programmi politici definiti, per contrastare la tendenza dei partiti politici a rappresentare i loro elettori solo in funzione della “appartenenza ideologica”. Nello stesso termpo manifestò l’esigenza che la nuova Costituzione contenesse efficienti istituti di garanzia atti ad evitare qualsiasi forma di “dittatura della maggioranza”. Per rafforzare un simile equilibrio Calamandrei sostenne non soltanto l’inserimento in Costituzione del più ampio ventaglio di diritti di libertà civile e politica, e del carattere di rigidità della Costituzione, ma anche l’istituzione della Corte Costituzionale, unico strumento in grado di garantire l’effettività dei principi costituzionali anche contro le possibili deviazioni parlamentari.
Intervento di saluto su "Partiti politici, libertà civili, Costituzione "rigida" / Pighi, Giorgio. - STAMPA. - 7:(2007), pp. 2-3.
Intervento di saluto su "Partiti politici, libertà civili, Costituzione "rigida"
PIGHI, Giorgio
2007
Abstract
Calamandrei esprimeva una posizione critica nei confronri dei partiti politici “di massa” che conquistarono, alla Costituente, una larghissima maggioranza di seggi. L’idea di Calamandrei era che l’Assemblea Costituente dovesse riassumere in sé, sia il potere di scrivere la nuova Costituzione dello Stato, sia quello di costruire ed approvare le leggi fondamentali in grado di dare l’avvio alle “grandi riforme” economico sociali sulle quali avrebbe dovuto basarsi l’ eguaglianza in senso sostanziale tra i cittadini. Per questo Calamandrei si batté strenuamente, non sempre con successo, per lo spirito “azionista” teso ad affermare nella Carta costituzionale di principi da lui ritenuti fondanti per la vita del nuova Repubblica, come la netta separazione fra Stato e Chiesa. Molto più successo ebbe l’impegno di Calamandrei alla Costituente a favore del sistema di garanzie che dovevano essere inserite nella Costituzione. Calamandrei era fortemente favorevole ad una forma di governo che favorisse la formazione di maggioranze stabili attorno a programmi politici definiti, per contrastare la tendenza dei partiti politici a rappresentare i loro elettori solo in funzione della “appartenenza ideologica”. Nello stesso termpo manifestò l’esigenza che la nuova Costituzione contenesse efficienti istituti di garanzia atti ad evitare qualsiasi forma di “dittatura della maggioranza”. Per rafforzare un simile equilibrio Calamandrei sostenne non soltanto l’inserimento in Costituzione del più ampio ventaglio di diritti di libertà civile e politica, e del carattere di rigidità della Costituzione, ma anche l’istituzione della Corte Costituzionale, unico strumento in grado di garantire l’effettività dei principi costituzionali anche contro le possibili deviazioni parlamentari.Pubblicazioni consigliate
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