Nell’arco degli ultimi 20 anni sono stati affrontati numerosi studi riguardanti ambienti umidi del territorio modenese, dalla pianura intensamente antropizzata fino alle quote più elevate dell’Appennino incluse nel Parco regionale del Frignano. Numerose informazioni riguardo l’ittiofauna risultavano già acquisite nel corso di varie collaborazioni fra Dipartimento di Biologia dell’ateneo modenese, la Regione Emilia-Romagna e la Provincia di Modena per la redazione delle “carte ittiche” (Ferri et al., 1986; Sala et al., 2001; Sala et al., 2004), tali studi sono stati mirati sia alla caratterizzazione ecologica e faunistica dei corpi idrici maggiori, sia al censimento di quelle zone umide che, per la ridotta estensione, sono definite "minori" (stagni, paludi, torbiere ecc.) benché rivestano importanza prioritaria per la conservazione della biodiversità a scala locale. L’interesse si è incentrato da un lato sui macroinvertebrati bentonici (organismi di dimensioni superiori al millimetro appartenenti a diversi gruppi tassonomici: Platelminti, Nematodi, Molluschi, Anellidi, Crostacei ed Insetti), in quanto componenti fondamentali delle reti trofiche e validi indicatori della qualità dell’ambiente, dall’altro sulla comunità di Anfibi, Vertebrati in forte declino sia a livello mondiale che locale.
Le zone umide del modenese: biotopi prioritari per la conservazione della biodiversità / Ansaloni, Ivano; Sala, Luigi. - STAMPA. - 279:(2014), pp. 279-286. (Intervento presentato al convegno XII Giornata Mondiale dell'Acqua tenutosi a Roma nel 22 marzo 2012).
Le zone umide del modenese: biotopi prioritari per la conservazione della biodiversità
ANSALONI, Ivano;SALA, Luigi
2014
Abstract
Nell’arco degli ultimi 20 anni sono stati affrontati numerosi studi riguardanti ambienti umidi del territorio modenese, dalla pianura intensamente antropizzata fino alle quote più elevate dell’Appennino incluse nel Parco regionale del Frignano. Numerose informazioni riguardo l’ittiofauna risultavano già acquisite nel corso di varie collaborazioni fra Dipartimento di Biologia dell’ateneo modenese, la Regione Emilia-Romagna e la Provincia di Modena per la redazione delle “carte ittiche” (Ferri et al., 1986; Sala et al., 2001; Sala et al., 2004), tali studi sono stati mirati sia alla caratterizzazione ecologica e faunistica dei corpi idrici maggiori, sia al censimento di quelle zone umide che, per la ridotta estensione, sono definite "minori" (stagni, paludi, torbiere ecc.) benché rivestano importanza prioritaria per la conservazione della biodiversità a scala locale. L’interesse si è incentrato da un lato sui macroinvertebrati bentonici (organismi di dimensioni superiori al millimetro appartenenti a diversi gruppi tassonomici: Platelminti, Nematodi, Molluschi, Anellidi, Crostacei ed Insetti), in quanto componenti fondamentali delle reti trofiche e validi indicatori della qualità dell’ambiente, dall’altro sulla comunità di Anfibi, Vertebrati in forte declino sia a livello mondiale che locale.Pubblicazioni consigliate
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