I cambiamenti climatici in atto, oltre ad aumentare la temperatura, riducono la quantità di ozono troposferico. Questo porta ad un aumento delle radiazioni ultraviolette (UV), con potenziali conseguenze negative sulla salute umana e sugli ecosistemi. Tardigradi e rotiferi, principali componenti della meiofauna terrestre antartica, sono molto vulnerabili agli effetti sinergici di temperatura e UV, in quanto la loro stagione di sviluppo coincide con il periodo primaverile antartico, in cui normalmente si ha una diminuzione dell’ozono. Sono state quindi analizzate le risposte fisiologiche e biochimiche all’incremento di temperatura e UV nell’eutardigrado Acutuncus antarcticus, una delle specie più abbondanti nelle briofite e nei piccoli invasi di acqua dolce dell’Antartide. Esperimenti di essiccamento in condizioni controllate hanno evidenziato che A. antarcticus è in grado di attuare l’anidrobiosi, mostrando un’elevata sopravvivenza (92,8%), insolita per una specie di tardigrado generalmente dulciacquicola. Gli antiossidanti non sembrano però essere responsabili di tale sopravvivenza in quanto, ad eccezione della catalasi, non sono emerse differenze significative nell’attività/quantità di antiossidanti tra esemplari idratati e secchi, a differenza di quanto osservato in Paramacrobiotus richtersi, una specie di tardigrado prettamente “terrestre” che vive in zone temperate. Esperimenti tesi a valutare la resistenza di esemplari attivi di A. antarcticus all’incremento della temperatura (da 8°C a 41°C) hanno dimostrato che la specie è in grado di tollerare temperature elevate (a 33°C = 100% vivi; a 37°C = 35% vivi), anche se per breve tempo. Entrambi gli stati fisiologici (idratato ed essiccato) di A. antarcticus hanno dimostrato una buona resistenza alle radiazioni UV. Gli esemplari idratati hanno resistito fino alla dose di 61,9 kJ m-2 (5% vivi), mentre quelli in stato essiccato fino alla dose di 74,8 kJ m-2(7,5% vivi). Negli animali attivi, alla LD50 di 28,6 kJ m-2, l’effetto negativo degli UV aumenta in combinazione con l’incremento della temperatura (8°C: = 42,6% vivi; 15°C: = 1,7% vivi), dimostrando l’esistenza di un effetto sinergico. Pur restando in attesa di maggiori informazioni sul ciclo vitale, si può formulare l’ipotesi che questa specie antartica possieda ampie potenzialità di sopravvivenza ad eventuali cambiamenti ambientali.
Effetti delle radiazioni ultraviolette e della temperatura su un organismo della meiofauna antartica: Acutuncus antarcticus (Eutardigrada) / Altiero, Tiziana; Guidetti, Roberto; Giovannini, Ilaria; Cesari, Michele; Montorfano, G.; Rizzo, A. M.; Bertolani, Roberto; Rebecchi, Lorena. - In: ATTI DELLA SOCIETÀ DEI NATURALISTI E MATEMATICI DI MODENA. - ISSN 0365-7027. - STAMPA. - 144:(2013), pp. 19-19. (Intervento presentato al convegno 74 Congresso Nazionale dell'Unione Zoologica Italiana tenutosi a Modena nel 30 settembre - 3 ottobre 2013).
Effetti delle radiazioni ultraviolette e della temperatura su un organismo della meiofauna antartica: Acutuncus antarcticus (Eutardigrada).
ALTIERO, Tiziana;GUIDETTI, Roberto;GIOVANNINI, ILARIA;CESARI, Michele;BERTOLANI, Roberto;REBECCHI, Lorena
2013
Abstract
I cambiamenti climatici in atto, oltre ad aumentare la temperatura, riducono la quantità di ozono troposferico. Questo porta ad un aumento delle radiazioni ultraviolette (UV), con potenziali conseguenze negative sulla salute umana e sugli ecosistemi. Tardigradi e rotiferi, principali componenti della meiofauna terrestre antartica, sono molto vulnerabili agli effetti sinergici di temperatura e UV, in quanto la loro stagione di sviluppo coincide con il periodo primaverile antartico, in cui normalmente si ha una diminuzione dell’ozono. Sono state quindi analizzate le risposte fisiologiche e biochimiche all’incremento di temperatura e UV nell’eutardigrado Acutuncus antarcticus, una delle specie più abbondanti nelle briofite e nei piccoli invasi di acqua dolce dell’Antartide. Esperimenti di essiccamento in condizioni controllate hanno evidenziato che A. antarcticus è in grado di attuare l’anidrobiosi, mostrando un’elevata sopravvivenza (92,8%), insolita per una specie di tardigrado generalmente dulciacquicola. Gli antiossidanti non sembrano però essere responsabili di tale sopravvivenza in quanto, ad eccezione della catalasi, non sono emerse differenze significative nell’attività/quantità di antiossidanti tra esemplari idratati e secchi, a differenza di quanto osservato in Paramacrobiotus richtersi, una specie di tardigrado prettamente “terrestre” che vive in zone temperate. Esperimenti tesi a valutare la resistenza di esemplari attivi di A. antarcticus all’incremento della temperatura (da 8°C a 41°C) hanno dimostrato che la specie è in grado di tollerare temperature elevate (a 33°C = 100% vivi; a 37°C = 35% vivi), anche se per breve tempo. Entrambi gli stati fisiologici (idratato ed essiccato) di A. antarcticus hanno dimostrato una buona resistenza alle radiazioni UV. Gli esemplari idratati hanno resistito fino alla dose di 61,9 kJ m-2 (5% vivi), mentre quelli in stato essiccato fino alla dose di 74,8 kJ m-2(7,5% vivi). Negli animali attivi, alla LD50 di 28,6 kJ m-2, l’effetto negativo degli UV aumenta in combinazione con l’incremento della temperatura (8°C: = 42,6% vivi; 15°C: = 1,7% vivi), dimostrando l’esistenza di un effetto sinergico. Pur restando in attesa di maggiori informazioni sul ciclo vitale, si può formulare l’ipotesi che questa specie antartica possieda ampie potenzialità di sopravvivenza ad eventuali cambiamenti ambientali.Pubblicazioni consigliate
I metadati presenti in IRIS UNIMORE sono rilasciati con licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal, mentre i file delle pubblicazioni sono rilasciati con licenza Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0), salvo diversa indicazione.
In caso di violazione di copyright, contattare Supporto Iris