Nel corso di lavori edili a Baggiovara (Modena) tra via Giardini e via Stradello Buracchione sono venute alla luce importanti strutture archeologiche, datate archeologicamente tra l’Età del Ferro e il Periodo tardo-antico. Sul sito insisteva un insediamento della Seconda Età del Ferro, a carattere mononucleare e di breve durata (Losi, infra), seguito da insediamenti di Età Romana che si prolungano al Periodo tardo-antico. Questi ultimi hanno il carattere di centro rurale fondato sulla piccola e media proprietà con modesti impianti produttivi (Losi et al., infra). Nello stesso sito è stata portata alla luce anche una necropoli ad inumazione, datata probabilmente intorno al VI sec. d.C. (Palazzini, infra). Nel corso degli scavi sono stati prelevati campioni per analisi archeocarpologiche, associati a varie tipologie di strutture (fossa di capanna, buche di palo, aree combuste, tombe, ecc.). Lo studio dei semi/frutti nei siti archeologici ha grandi potenzialità nelle risposte che può fornire, che spaziano dalla comprensione della tafonomia dei depositi che li contengono, ad informazioni sulle colture attuate nell’area, sulla dieta umana e/o degli animali domestici, sul livello socio-economico dell’insediamento, sui riti legati alla sfera esoterica ed infine sulla flora e sull’ambiente vegetale circostante il sito (es. Bandini Mazzanti et al., 2005a; Hastorf, 1999; Hastorf, Popper, 1989; Pearsall, 2008). Maggiori e più puntuali indicazioni sono di solito legate alla quantità di reperti rinvenuti e al loro stato di conservazione, ma talora anche relativamente scarsi ritrovamenti di macroreperti botanici possono essere informativi in merito a particolari situazioni, ad es. come accade nel caso di quelli associati a depositi rituali (es. Rovira, Chabal, 2008) o a riempimenti di contenitori (es. Bandini Mazzanti et al., 2006), che possono informare sulla destinazione di questi ultimi. In questo contributo vengono presentati i primi risultati ottenuti da un saggio di campioni compresi nell’intero arco cronologico del sito, per ottenere informazioni in particolare sulle colture attuate nell’area, ma anche su aspetti legati alla sfera rituale.
I semi/frutti tra l'Età del Ferro e il Periodo Tardoantico / Rinaldi, Rossella; Bosi, Giovanna; Mazzanti, Marta. - STAMPA. - 27:(2011), pp. 99-104.
I semi/frutti tra l'Età del Ferro e il Periodo Tardoantico
RINALDI, ROSSELLA;BOSI, Giovanna;MAZZANTI, Marta
2011
Abstract
Nel corso di lavori edili a Baggiovara (Modena) tra via Giardini e via Stradello Buracchione sono venute alla luce importanti strutture archeologiche, datate archeologicamente tra l’Età del Ferro e il Periodo tardo-antico. Sul sito insisteva un insediamento della Seconda Età del Ferro, a carattere mononucleare e di breve durata (Losi, infra), seguito da insediamenti di Età Romana che si prolungano al Periodo tardo-antico. Questi ultimi hanno il carattere di centro rurale fondato sulla piccola e media proprietà con modesti impianti produttivi (Losi et al., infra). Nello stesso sito è stata portata alla luce anche una necropoli ad inumazione, datata probabilmente intorno al VI sec. d.C. (Palazzini, infra). Nel corso degli scavi sono stati prelevati campioni per analisi archeocarpologiche, associati a varie tipologie di strutture (fossa di capanna, buche di palo, aree combuste, tombe, ecc.). Lo studio dei semi/frutti nei siti archeologici ha grandi potenzialità nelle risposte che può fornire, che spaziano dalla comprensione della tafonomia dei depositi che li contengono, ad informazioni sulle colture attuate nell’area, sulla dieta umana e/o degli animali domestici, sul livello socio-economico dell’insediamento, sui riti legati alla sfera esoterica ed infine sulla flora e sull’ambiente vegetale circostante il sito (es. Bandini Mazzanti et al., 2005a; Hastorf, 1999; Hastorf, Popper, 1989; Pearsall, 2008). Maggiori e più puntuali indicazioni sono di solito legate alla quantità di reperti rinvenuti e al loro stato di conservazione, ma talora anche relativamente scarsi ritrovamenti di macroreperti botanici possono essere informativi in merito a particolari situazioni, ad es. come accade nel caso di quelli associati a depositi rituali (es. Rovira, Chabal, 2008) o a riempimenti di contenitori (es. Bandini Mazzanti et al., 2006), che possono informare sulla destinazione di questi ultimi. In questo contributo vengono presentati i primi risultati ottenuti da un saggio di campioni compresi nell’intero arco cronologico del sito, per ottenere informazioni in particolare sulle colture attuate nell’area, ma anche su aspetti legati alla sfera rituale.Pubblicazioni consigliate
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