Sintomi psicotici e deliri accompagnano di frequente la malattia di Parkinson. Alterazioni del ritmo sonno-veglia con insonnia ed effetti indesiderati della terapia antiparkinsoniana sono ritenuti importanti fattori causali o che contribuiscono al quadro. Gli interventi consigliati sono la riduzione o, comunque, l'adeguamento della terapia dopaminomimetica, misure per ristabilire il normale ritmo sonno-veglia, e l'utilizzo di antipsicotici atipici. L'Autore descrive lo sviluppo di un delirio di tipo persecutorio in un paziente con malattia di Parkinson, trattato con pergolide 2 mg/die. Il paziente si presentò inizialmente con allucinazioni uditive e visive di tipo elementare, ma sviluppò progressivamente la convinzione di tipo delirante che i vicini lo avessero per caso scoperto mentre era impegnato in pratiche masturbatorie in casa sua e che, pertanto, parlassero male di lui, lo spiassero e lo disturbassero intenzionalmente. Il quadro psicotico si risolse con quetiapina 200 mg/die, ma nei successivi 10 mesi ebbe una ricaduta psicotica seguita da un episodio depressivo postpsicotico, che richiesero un aumento della dose di quetiapina e l'uso a breve termine di antidepressivi. La sua terza ricaduta, 18 mesi dopo la presentazione iniziale, ebbe solo una risposta parziale a quetiapina 400 mg/die, pertanto la si sostituì con clozapina, con cui si ottenne una remissione al dosaggio di 75 mg/die. Si è fornito, inoltre, un intervento psicoterapico per affrontare il senso di vergogna del paziente per la sua disabilità e lo stigma interiorizzato per la sua condizione neurologica. Il caso presentato ricorda aspetti del costrutto del delirio di rapporto dei sensitivi di Kretschmer, che si può considerare un precursore dei moderni modelli di vulnerabilità/stress/coping della psicosi e che sottolinea l'interazione fra tratti di personalità, eventi «chiave» e contesto psicosociale. Il costrutto si è rivelato utile nel guidare considerazioni diagnostiche e prognostiche e gli interventi terapeutici.
Una psicosi kretschmeriana in corso di malattia di Parkinson / Galeazzi, Gian Maria. - In: MINERVA PSICHIATRICA. - ISSN 0391-1772. - STAMPA. - 45:3(2004), pp. 149-153.
Una psicosi kretschmeriana in corso di malattia di Parkinson.
GALEAZZI, Gian Maria
2004
Abstract
Sintomi psicotici e deliri accompagnano di frequente la malattia di Parkinson. Alterazioni del ritmo sonno-veglia con insonnia ed effetti indesiderati della terapia antiparkinsoniana sono ritenuti importanti fattori causali o che contribuiscono al quadro. Gli interventi consigliati sono la riduzione o, comunque, l'adeguamento della terapia dopaminomimetica, misure per ristabilire il normale ritmo sonno-veglia, e l'utilizzo di antipsicotici atipici. L'Autore descrive lo sviluppo di un delirio di tipo persecutorio in un paziente con malattia di Parkinson, trattato con pergolide 2 mg/die. Il paziente si presentò inizialmente con allucinazioni uditive e visive di tipo elementare, ma sviluppò progressivamente la convinzione di tipo delirante che i vicini lo avessero per caso scoperto mentre era impegnato in pratiche masturbatorie in casa sua e che, pertanto, parlassero male di lui, lo spiassero e lo disturbassero intenzionalmente. Il quadro psicotico si risolse con quetiapina 200 mg/die, ma nei successivi 10 mesi ebbe una ricaduta psicotica seguita da un episodio depressivo postpsicotico, che richiesero un aumento della dose di quetiapina e l'uso a breve termine di antidepressivi. La sua terza ricaduta, 18 mesi dopo la presentazione iniziale, ebbe solo una risposta parziale a quetiapina 400 mg/die, pertanto la si sostituì con clozapina, con cui si ottenne una remissione al dosaggio di 75 mg/die. Si è fornito, inoltre, un intervento psicoterapico per affrontare il senso di vergogna del paziente per la sua disabilità e lo stigma interiorizzato per la sua condizione neurologica. Il caso presentato ricorda aspetti del costrutto del delirio di rapporto dei sensitivi di Kretschmer, che si può considerare un precursore dei moderni modelli di vulnerabilità/stress/coping della psicosi e che sottolinea l'interazione fra tratti di personalità, eventi «chiave» e contesto psicosociale. Il costrutto si è rivelato utile nel guidare considerazioni diagnostiche e prognostiche e gli interventi terapeutici.File | Dimensione | Formato | |
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