Una legge sulla rappresentanza sindacale? Se ne parla da oltre sessant’anni, in ragione della mancata attuazione dell’art. 39 Cost. La recente sentenza della Corte costituzionale n. 231/2013, che trae spunto dalla dura contrapposizione tra Sergio Marchionne e Maurizio Landini, non ha fatto altro che ravvivare un dibattito mai sopito. Lo testimoniano le numerose proposte di legge elaborate nel corso degli anni, a partire dal celebre “progetto Rubinacci” presentato alla Camera il 4 dicembre 1951. Solo nel breve scorcio della XVII Legislatura sono ben cinque i testi depositati in Parlamento. Basterebbe invero ripercorrere con attenzione le ragioni più profonde di sessant’anni di astensionismo legislativo per placare la frenesia e l’iperattivismo di chi prospetta un comodo intervento parlamentare che, nel mettere finalmente d’accordo Fiat e Fiom, sciolga in un sol colpo nodi storici legati a visioni profondamente contrapposte circa il ruolo e la funzione del sindacato in una società moderna. Questo era quanto pronosticato prima della pausa estiva da alcuni colleghi prestati alla politica, che già parlavano di un accordo tra Fiat e Cgil sui testi proposti, senza che però agli annunci abbiano fatto seguito passi concreti. Anzi, contro la legge sindacale si sono pronunciati i segretari delle maggiori organizzazioni sindacali Luigi Angeletti, Raffaele Bonanni, il Presidente della Commissione lavoro del Senato (e con esso metà della coalizione di Governo) e anche, seppure in modo prudente e perlopiù informale, il Ministro del lavoro Giovannini.
Legge sindacale: le ragioni del no / Tiraboschi, Michele. - ELETTRONICO. - 20:(2014), pp. 165-172.
Legge sindacale: le ragioni del no
Tiraboschi, Michele
2014
Abstract
Una legge sulla rappresentanza sindacale? Se ne parla da oltre sessant’anni, in ragione della mancata attuazione dell’art. 39 Cost. La recente sentenza della Corte costituzionale n. 231/2013, che trae spunto dalla dura contrapposizione tra Sergio Marchionne e Maurizio Landini, non ha fatto altro che ravvivare un dibattito mai sopito. Lo testimoniano le numerose proposte di legge elaborate nel corso degli anni, a partire dal celebre “progetto Rubinacci” presentato alla Camera il 4 dicembre 1951. Solo nel breve scorcio della XVII Legislatura sono ben cinque i testi depositati in Parlamento. Basterebbe invero ripercorrere con attenzione le ragioni più profonde di sessant’anni di astensionismo legislativo per placare la frenesia e l’iperattivismo di chi prospetta un comodo intervento parlamentare che, nel mettere finalmente d’accordo Fiat e Fiom, sciolga in un sol colpo nodi storici legati a visioni profondamente contrapposte circa il ruolo e la funzione del sindacato in una società moderna. Questo era quanto pronosticato prima della pausa estiva da alcuni colleghi prestati alla politica, che già parlavano di un accordo tra Fiat e Cgil sui testi proposti, senza che però agli annunci abbiano fatto seguito passi concreti. Anzi, contro la legge sindacale si sono pronunciati i segretari delle maggiori organizzazioni sindacali Luigi Angeletti, Raffaele Bonanni, il Presidente della Commissione lavoro del Senato (e con esso metà della coalizione di Governo) e anche, seppure in modo prudente e perlopiù informale, il Ministro del lavoro Giovannini.File | Dimensione | Formato | |
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