Le indagini qualitative e quantitative sulla percezione di insicurezza offrono indubbiamente un dato di allarme diffuso, ma sottolineano anche il fatto che buone politiche sociali ed altrettanto buone politiche di dissuasione non vadano contrapposte fra loro, ma debbano creare un sistema capace di far fronte alle nuove caratteristiche del fenomeno. In sostanza, non vi devono essere competizione e concorrenza fra le politiche dello Stato sociale e quelle della sicurezza, in quanto la sicurezza entra a pieno titolo nella politica di welfare e, come tale, deve essere intesa nelle azioni condotte dagli organismi statali e in quelle delle autonomie locali. In proposito, mi ha colpito l’osservazione svolta poco fa del prefetto di Palermo, il quale ha sottolineato come un discorso del genere - è questa la riflessione che faccio su quel che ho appena detto - possa reggere nel momento in cui vi sia un welfare strutturato e ben caratterizzato. Il principio di extrema ratio o di sussidiarietà comporta che l’azione punitiva deve intervenire quando le altre politiche si sono dimostrate inadeguate. Si deve però chiarire che, per intervenire nelle specifiche situazioni, non bisogna aspettare che le politiche sociali abbiano mancato l’obiettivo: talvolta, infatti, esse non sono lo strumento adatto. Occorre cioè aver chiaro sin dall’inizio dove possono avere successo le une e dove le altre, senza aspettare che l’una o l’altra si mostrino inefficaci. La nuova idea di sicurezza delle amministrazioni locali, in partenariato con gli organi statali, comporta che tutti i soggetti stabiliscano assieme gli assi strategici e gli interventi mirati di interesse comune, sia pur nel doveroso rispetto delle competenze e prerogative di ciascuno, per poi operare insieme. È proprio questo il tema che, soprattutto nelle città di grandezza media, ci stiamo ponendo: sui singoli temi deve essere da subito noto dove intervenire in un modo e dove in un altro, in un quadro condiviso da tutti gli attori, i quali, costantemente responsabili, fanno la loro parte, valorizzando la specializzazione di ognuno. Ovviamente, ciò comporta un grande cambiamento di mentalità. Non vi devono essere competizione e concorrenza fra le politiche dello Stato sociale e quelle della sicurezza, in quanto la sicurezza entra a pieno titolo nella politica di welfare e, come tale, deve essere intesa nelle azioni condotte dagli organismi statali e in quelle delle autonomie locali. Il principio di extrema ratio o di sussidiarietà comporta che l’azione punitiva deve intervenire quando le altre politiche si sono dimostrate inadeguate. Si deve però chiarire che, per intervenire nelle specifiche situazioni, non bisogna aspettare che le politiche sociali abbiano mancato l’obiettivo: talvolta, infatti, esse non sono lo strumento adatto. Occorre cioè aver chiaro sin dall’inizio dove possono avere successo le une e dove le altre, senza aspettare che l’una o l’altra si mostrino inefficaci. La nuova idea di sicurezza delle amministrazioni locali, in partenariato con gli organi statali, comporta che tutti i soggetti stabiliscano assieme gli assi strategici e gli interventi mirati di interesse comune, sia pur nel doveroso rispetto delle competenze e prerogative di ciascuno, per poi operare insieme. È proprio questo il tema che, soprattutto nelle città di grandezza media, ci stiamo ponendo: sui singoli temi deve essere da subito noto dove intervenire in un modo e dove in un altro, in un quadro condiviso da tutti gli attori, i quali, costantemente responsabili, fanno la loro parte, valorizzando la specializzazione di ognuno. Ovviamente, ciò comporta un grande cambiamento di mentalità. Fra i vari settori che in particolare interessano le amministrazioni locali, comincio da quello della polizia municipale. Occorre caratterizzare ed attrezzare la polizia municipale perché possa svolgere coerentemente la funzione di presidio amministrativo, anche rafforzandone l’organico per i compiti resi più vasti e complicati dalle trasformazioni della società, dal progressivo accentuarsi della complessità delle relazioni, dal carattere più aggressivo dei fenomeni di devianza e di illegalità e dal maggiore bisogno di presidio del territorio reclamato dai cittadini.

Comunicazione alla Indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza in Italia alla Camera dei Deputati, Prima Commissione (affari costituzionali) / Pighi, Giorgio. - ELETTRONICO. - 129:(2008), pp. 232-234.

Comunicazione alla Indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza in Italia alla Camera dei Deputati, Prima Commissione (affari costituzionali)

PIGHI, Giorgio
2008

Abstract

Le indagini qualitative e quantitative sulla percezione di insicurezza offrono indubbiamente un dato di allarme diffuso, ma sottolineano anche il fatto che buone politiche sociali ed altrettanto buone politiche di dissuasione non vadano contrapposte fra loro, ma debbano creare un sistema capace di far fronte alle nuove caratteristiche del fenomeno. In sostanza, non vi devono essere competizione e concorrenza fra le politiche dello Stato sociale e quelle della sicurezza, in quanto la sicurezza entra a pieno titolo nella politica di welfare e, come tale, deve essere intesa nelle azioni condotte dagli organismi statali e in quelle delle autonomie locali. In proposito, mi ha colpito l’osservazione svolta poco fa del prefetto di Palermo, il quale ha sottolineato come un discorso del genere - è questa la riflessione che faccio su quel che ho appena detto - possa reggere nel momento in cui vi sia un welfare strutturato e ben caratterizzato. Il principio di extrema ratio o di sussidiarietà comporta che l’azione punitiva deve intervenire quando le altre politiche si sono dimostrate inadeguate. Si deve però chiarire che, per intervenire nelle specifiche situazioni, non bisogna aspettare che le politiche sociali abbiano mancato l’obiettivo: talvolta, infatti, esse non sono lo strumento adatto. Occorre cioè aver chiaro sin dall’inizio dove possono avere successo le une e dove le altre, senza aspettare che l’una o l’altra si mostrino inefficaci. La nuova idea di sicurezza delle amministrazioni locali, in partenariato con gli organi statali, comporta che tutti i soggetti stabiliscano assieme gli assi strategici e gli interventi mirati di interesse comune, sia pur nel doveroso rispetto delle competenze e prerogative di ciascuno, per poi operare insieme. È proprio questo il tema che, soprattutto nelle città di grandezza media, ci stiamo ponendo: sui singoli temi deve essere da subito noto dove intervenire in un modo e dove in un altro, in un quadro condiviso da tutti gli attori, i quali, costantemente responsabili, fanno la loro parte, valorizzando la specializzazione di ognuno. Ovviamente, ciò comporta un grande cambiamento di mentalità. Non vi devono essere competizione e concorrenza fra le politiche dello Stato sociale e quelle della sicurezza, in quanto la sicurezza entra a pieno titolo nella politica di welfare e, come tale, deve essere intesa nelle azioni condotte dagli organismi statali e in quelle delle autonomie locali. Il principio di extrema ratio o di sussidiarietà comporta che l’azione punitiva deve intervenire quando le altre politiche si sono dimostrate inadeguate. Si deve però chiarire che, per intervenire nelle specifiche situazioni, non bisogna aspettare che le politiche sociali abbiano mancato l’obiettivo: talvolta, infatti, esse non sono lo strumento adatto. Occorre cioè aver chiaro sin dall’inizio dove possono avere successo le une e dove le altre, senza aspettare che l’una o l’altra si mostrino inefficaci. La nuova idea di sicurezza delle amministrazioni locali, in partenariato con gli organi statali, comporta che tutti i soggetti stabiliscano assieme gli assi strategici e gli interventi mirati di interesse comune, sia pur nel doveroso rispetto delle competenze e prerogative di ciascuno, per poi operare insieme. È proprio questo il tema che, soprattutto nelle città di grandezza media, ci stiamo ponendo: sui singoli temi deve essere da subito noto dove intervenire in un modo e dove in un altro, in un quadro condiviso da tutti gli attori, i quali, costantemente responsabili, fanno la loro parte, valorizzando la specializzazione di ognuno. Ovviamente, ciò comporta un grande cambiamento di mentalità. Fra i vari settori che in particolare interessano le amministrazioni locali, comincio da quello della polizia municipale. Occorre caratterizzare ed attrezzare la polizia municipale perché possa svolgere coerentemente la funzione di presidio amministrativo, anche rafforzandone l’organico per i compiti resi più vasti e complicati dalle trasformazioni della società, dal progressivo accentuarsi della complessità delle relazioni, dal carattere più aggressivo dei fenomeni di devianza e di illegalità e dal maggiore bisogno di presidio del territorio reclamato dai cittadini.
2008
Pighi, Giorgio
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