Circa i processi che sono chiamati in causa nella formazione e nella guarigione del callo osseo, le conoscenze sono a tuttoggi, a dir poco, imperfette. In realtà non conosciamo neppure dettagliatamente ciò che avviene nei processi si ossificazione. Si sa con sicurezza che all'inizio, sia nei modelli ossificativi membranosi che encondrali (ed in quest'ultimo caso, nella fase che anticipa lo "stampo" cartilagineo), all'inizio esiste un tessuto connettivoide con le fibre rivolte nelle varie direzioni dello spazio e dotato di poche lacune e, quindi, di un'ampia densità di tessuto per unità di campo esaminato. Nelle strutture ossee mature, invece, il rigore del parallelismo che assumono le fibre tra loro assieme all'esistenza di una struttura più evoluta da un punto di vista biochimico (ne sono un esempio i livelli di calcificazione come calcificazione) ed all'ampio numero di lacune presenti (bassa densità tissutale per unità di campo), fanno pensare ad una struttura perfettamente evoluta in rapporto ad un particolare, ridotto numero di modelli di carico rispetto alla primigena che poteva adattarsi, ma con una minore "resa", ad una pluralità di modelli di carico meccanico. Scopo di questo lavoro era di conseguire un monitoraggio il più possibile accurato (e quindi utilizzando osservazioni cliniche, radiologiche ed istologiche) del callo rigenerativo al fine di migliorare, se possibile, il protocollo applicativo della correzione distrattiva del difetto osseo. Uno studio clinico, radiologico ed istologico fu eseguito su 10 pazienti di età variabile tra i 15 ed i 74 anni (al momento dell'intervento) impiegando distrattori intraorali extra-alveolari ed intraorali intra-alveolari. Il protocollo di attivazione dei distrattori e le conseguenti valutazioni cliniche, radiologiche ed istologiche era già stato codificato (ed esplicato nei precedenti lavori). Sulle varie biopsie, però, vennero preparate varie sezioni spesse (circa 100 *m), adatte alle procedure microradiografiche. Per ogni microradiografia, tramite un analizzatore d'immagine, venne calcolato in valori percentuali il Trabecular Bone Volume (TBV). Al di là di osservazioni già compiute in precedenti studi, di particolare interesse furono, in questo caso, le valutazioni conseguite mediante analisi del TBV su sezioni spesse per microradiografie e mediante valutazioni sul grado di mineralizzazione mediante densitometria in unità HU. Il TBV, infatti, era in grado di darci una misurazione significativa della densità di tessuto per unità di campo mentre la densitometria ci mostrava il grado di "maturazione" biochimica ossea. Dopo il sessantesimo giorno dalla fine della distrazione ossea il TBV calava drasticamente mentre, dal momento della fine della distrazione, con un andamento costante (inversamente proporzionale all'età del paziente) si assisteva all'incremento densitometrico del callo osseo. Tutto questo ci portava a concludere che stavamo assistendo alla maturazione del segmento osseo distratto in una fase precedente all'implantologia.

Distraction osteogenesis of mandibular bone: clinical, radiological and histological evaluation / Consolo, Ugo; Bertoldi, Carlo; Zaffe, Davide; Urbani, G.. - STAMPA. - Volume unico:(1999), pp. 1-1. (Intervento presentato al convegno Second annual two-days Course on "Craniofacial Distraction Osteogenesis" tenutosi a Dallas (Texas - USA) nel Nov. 5-6,1999).

Distraction osteogenesis of mandibular bone: clinical, radiological and histological evaluation.

CONSOLO, Ugo;BERTOLDI, Carlo;ZAFFE, Davide;
1999

Abstract

Circa i processi che sono chiamati in causa nella formazione e nella guarigione del callo osseo, le conoscenze sono a tuttoggi, a dir poco, imperfette. In realtà non conosciamo neppure dettagliatamente ciò che avviene nei processi si ossificazione. Si sa con sicurezza che all'inizio, sia nei modelli ossificativi membranosi che encondrali (ed in quest'ultimo caso, nella fase che anticipa lo "stampo" cartilagineo), all'inizio esiste un tessuto connettivoide con le fibre rivolte nelle varie direzioni dello spazio e dotato di poche lacune e, quindi, di un'ampia densità di tessuto per unità di campo esaminato. Nelle strutture ossee mature, invece, il rigore del parallelismo che assumono le fibre tra loro assieme all'esistenza di una struttura più evoluta da un punto di vista biochimico (ne sono un esempio i livelli di calcificazione come calcificazione) ed all'ampio numero di lacune presenti (bassa densità tissutale per unità di campo), fanno pensare ad una struttura perfettamente evoluta in rapporto ad un particolare, ridotto numero di modelli di carico rispetto alla primigena che poteva adattarsi, ma con una minore "resa", ad una pluralità di modelli di carico meccanico. Scopo di questo lavoro era di conseguire un monitoraggio il più possibile accurato (e quindi utilizzando osservazioni cliniche, radiologiche ed istologiche) del callo rigenerativo al fine di migliorare, se possibile, il protocollo applicativo della correzione distrattiva del difetto osseo. Uno studio clinico, radiologico ed istologico fu eseguito su 10 pazienti di età variabile tra i 15 ed i 74 anni (al momento dell'intervento) impiegando distrattori intraorali extra-alveolari ed intraorali intra-alveolari. Il protocollo di attivazione dei distrattori e le conseguenti valutazioni cliniche, radiologiche ed istologiche era già stato codificato (ed esplicato nei precedenti lavori). Sulle varie biopsie, però, vennero preparate varie sezioni spesse (circa 100 *m), adatte alle procedure microradiografiche. Per ogni microradiografia, tramite un analizzatore d'immagine, venne calcolato in valori percentuali il Trabecular Bone Volume (TBV). Al di là di osservazioni già compiute in precedenti studi, di particolare interesse furono, in questo caso, le valutazioni conseguite mediante analisi del TBV su sezioni spesse per microradiografie e mediante valutazioni sul grado di mineralizzazione mediante densitometria in unità HU. Il TBV, infatti, era in grado di darci una misurazione significativa della densità di tessuto per unità di campo mentre la densitometria ci mostrava il grado di "maturazione" biochimica ossea. Dopo il sessantesimo giorno dalla fine della distrazione ossea il TBV calava drasticamente mentre, dal momento della fine della distrazione, con un andamento costante (inversamente proporzionale all'età del paziente) si assisteva all'incremento densitometrico del callo osseo. Tutto questo ci portava a concludere che stavamo assistendo alla maturazione del segmento osseo distratto in una fase precedente all'implantologia.
1999
Second annual two-days Course on "Craniofacial Distraction Osteogenesis"
Dallas (Texas - USA)
Nov. 5-6,1999
Consolo, Ugo; Bertoldi, Carlo; Zaffe, Davide; Urbani, G.
Distraction osteogenesis of mandibular bone: clinical, radiological and histological evaluation / Consolo, Ugo; Bertoldi, Carlo; Zaffe, Davide; Urbani, G.. - STAMPA. - Volume unico:(1999), pp. 1-1. (Intervento presentato al convegno Second annual two-days Course on "Craniofacial Distraction Osteogenesis" tenutosi a Dallas (Texas - USA) nel Nov. 5-6,1999).
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