Questo volume è il frutto di un incontro, volutamente concepito in forma seminariale, tenutosi presso la Facoltà di Giurisprudenza di Modena il 4 marzo 2011, in cui si sono dati appuntamento storici del diritto, penalisti e processualpenalisti. L’oggetto del dibattito è stato quello della giustizia criminale, una locuzione oggi apparentemente desueta e che invece in passato ha segnato un territorio ampio e variamente connotato in cui giudici e giuristi, assieme agli attori della società, si sono mossi senza preconcetti dommatici. Come viene detto nella scheda introduttiva, «in epoca di diritto comune, e soprattutto di tardo diritto comune, la giustizia criminale si denotava soprattutto come un insieme di fatti o di pratiche accomunate dalla finalità dell’accertamento e della repressione dei crimini, piuttosto che come un sistema coordinato di regole e di concetti finalizzati al medesimo obiettivo». L’età delle codificazioni segnerà da questo punto di vista un punto di non ritorno: questo «fenomeno complesso fatto di concorrenza di fonti normative, di arbitrio giudiziale, di consuetudini procedurali (stylus), di pratiche di transazione e di negoziazione (giustizia negoziata)» verrà spazzato via dall’«affermazione della sovranità dello stato (giustizia egemonica), della legislazione positiva e dei codici … nel senso di avere espunto dalla sfera del giuridicamente rilevante tutto ciò che non era assimilato o assimilabile al diritto sostanziale e al suo momento processuale-applicativo». L’incontro modenese ha cercato di rispondere al quesito di fondo che ha animato gli organizzatori: è possibile che storici e giuristi positivi possano trovare nella giustizia criminale un terreno di indagine comune?
La giustizia criminale: premesse per un terreno di indagine comune / Tavilla, Carmelo Elio. - STAMPA. - (2012), pp. 7-88.
La giustizia criminale: premesse per un terreno di indagine comune
TAVILLA, Carmelo Elio
2012
Abstract
Questo volume è il frutto di un incontro, volutamente concepito in forma seminariale, tenutosi presso la Facoltà di Giurisprudenza di Modena il 4 marzo 2011, in cui si sono dati appuntamento storici del diritto, penalisti e processualpenalisti. L’oggetto del dibattito è stato quello della giustizia criminale, una locuzione oggi apparentemente desueta e che invece in passato ha segnato un territorio ampio e variamente connotato in cui giudici e giuristi, assieme agli attori della società, si sono mossi senza preconcetti dommatici. Come viene detto nella scheda introduttiva, «in epoca di diritto comune, e soprattutto di tardo diritto comune, la giustizia criminale si denotava soprattutto come un insieme di fatti o di pratiche accomunate dalla finalità dell’accertamento e della repressione dei crimini, piuttosto che come un sistema coordinato di regole e di concetti finalizzati al medesimo obiettivo». L’età delle codificazioni segnerà da questo punto di vista un punto di non ritorno: questo «fenomeno complesso fatto di concorrenza di fonti normative, di arbitrio giudiziale, di consuetudini procedurali (stylus), di pratiche di transazione e di negoziazione (giustizia negoziata)» verrà spazzato via dall’«affermazione della sovranità dello stato (giustizia egemonica), della legislazione positiva e dei codici … nel senso di avere espunto dalla sfera del giuridicamente rilevante tutto ciò che non era assimilato o assimilabile al diritto sostanziale e al suo momento processuale-applicativo». L’incontro modenese ha cercato di rispondere al quesito di fondo che ha animato gli organizzatori: è possibile che storici e giuristi positivi possano trovare nella giustizia criminale un terreno di indagine comune?File | Dimensione | Formato | |
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