Il presente lavoro affronta un tema di grande attualità e problematicità: lo studio della co-municazione volontaria nel settore bancario, concentrandosi in particolare sulle informazioni non obbligatorie inserite nei principali strumenti di comunicazione esterna. L’analisi prende spunto dalla crescente attenzione che il mondo accademico e professio-nale sta riservando in generale alla rappresentazione completa e su base volontaria delle prestazioni aziendali siano queste reddituali, sociali, ambientali, competitive o di sviluppo. In generale, è possibile individuare sia crescenti fabbisogni informativi espressi dai diversi sta-keholder in merito alle varie dimensioni delle prestazioni aziendali, sia opportunità per le im-prese (incluse quelle bancarie) di rendere pubblica, mediante strategie comunicative innovative, la loro capacità di creare valore. Il paragrafo 1 costituisce l’introduzione al lavoro. Nel paragrafo 2 si illustrano brevemente la genesi e l’evoluzione della comunicazione d’impresa. In seguito, la comunicazione d’impresa viene presentata nelle sue diverse aree e dimensioni per sottolineare come la massa di informazioni e dati elaborata a fini interni rappresenti un patrimonio aziendale suscettibile di essere utilizzato per influenzare il comportamento dei diversi interlocutori aziendali nelle direzioni attese ed auspi-cate anche per riproporre un maggiore allineamento tra finalità aziendali ed aspettative dei diversi interlocutori.Il paragrafo 3 è specificatamente dedicato all’analisi della sola comunicazione volontaria. In primo luogo ne vengono descritte le aree interessate al fine di comprendere le strade percorribili per gestire e interpretare meglio questa importante funzione aziendale. A seguire, vengono illustrati alcuni aspetti relativi alla convenienza economica della comunicazione volontaria, de-lineando le principali criticità sottostanti l’armonica e complessa coniugazione delle esigenze di riservatezza e di trasparenza. La parte centrale del paragrafo è dedicata all’analisi dello stato dell’arte sul tema della comunicazione volontaria in termini di evidenza teorica e di disamina delle principali linee guida avanzate da associazioni professionali ed organi di controllo in termini di proposte di arricchimento della struttura di comunicazione obbligatoria; vengono infatti descritti i principali report suggeriti dalla letteratura per organizzare in classi omogenee l’informativa di tipo volontario: in particolare si delineano brevemente i tratti dei rapporti pub-blicati da alcuni gruppi di ricerca (quali quelli istituiti dal FASB e dall’AICPA) in quanto autorevoli espressioni del confine tra comunicazione obbligatoria e raccomandazioni “istituzionali” finalizzate ad armonizzare la comunicazione volontaria indirizzata ai mercati.Il paragrafo 4 è dedicato alla modellistica della comunicazione volontaria nel settore ban-cario. In primo luogo si cercano di spiegare l’importanza e le specificità delle scelte di voluntary disclosure negli intermediari creditizi. A seguire il paragrafo riepiloga i tratti di indagine di alcuni modelli di analisi della disclosure presentati in alcuni studi, internazionali e nazionali, disponibili al riguardo. Considerando le peculiarità del settore oggetto di indagine (l’ambito bancario nazionale) si delineano gli ipotetici e corretti contenuti di un modello di analisi della volontary disclosure. Infine, si propone un modello semplificato di analisi che consente di valutare - in termini relativi - il livello di comunicazione volontaria del panel di gruppi bancari analizzati.Il paragrafo 5 è dedicato all’analisi dei risultati emersi dall’analisi empirica. L’obiettivo è di osservare se, quanto e dove le azioni di comunicazione volontaria si rinvengano nel settore bancario nazionale. Utilizzando lo schema descritto nel paragrafo 4 viene esaminata la comunicazione volontaria di diverse categorie di variabili, suddivise in profili e sub-profili di indagine, da parte di un campione di gruppi bancari quotati. I principali ambiti di indagine sono il contenuto delle informazioni in relazione alle diverse variabili identificate come rilevanti, gli strumenti/canali utilizzati per veicolare tale informativa e l’individuazione dei fattori strutturali e non che concorrono a spiegare le diverse strategie di comunicazione volontaria adottata dagli intermediari.

La comunicazione volontaria nel settore bancario / Vezzani, Paola; S., Olivetti. - STAMPA. - (2004), pp. 87-121.

La comunicazione volontaria nel settore bancario

VEZZANI, Paola;
2004

Abstract

Il presente lavoro affronta un tema di grande attualità e problematicità: lo studio della co-municazione volontaria nel settore bancario, concentrandosi in particolare sulle informazioni non obbligatorie inserite nei principali strumenti di comunicazione esterna. L’analisi prende spunto dalla crescente attenzione che il mondo accademico e professio-nale sta riservando in generale alla rappresentazione completa e su base volontaria delle prestazioni aziendali siano queste reddituali, sociali, ambientali, competitive o di sviluppo. In generale, è possibile individuare sia crescenti fabbisogni informativi espressi dai diversi sta-keholder in merito alle varie dimensioni delle prestazioni aziendali, sia opportunità per le im-prese (incluse quelle bancarie) di rendere pubblica, mediante strategie comunicative innovative, la loro capacità di creare valore. Il paragrafo 1 costituisce l’introduzione al lavoro. Nel paragrafo 2 si illustrano brevemente la genesi e l’evoluzione della comunicazione d’impresa. In seguito, la comunicazione d’impresa viene presentata nelle sue diverse aree e dimensioni per sottolineare come la massa di informazioni e dati elaborata a fini interni rappresenti un patrimonio aziendale suscettibile di essere utilizzato per influenzare il comportamento dei diversi interlocutori aziendali nelle direzioni attese ed auspi-cate anche per riproporre un maggiore allineamento tra finalità aziendali ed aspettative dei diversi interlocutori.Il paragrafo 3 è specificatamente dedicato all’analisi della sola comunicazione volontaria. In primo luogo ne vengono descritte le aree interessate al fine di comprendere le strade percorribili per gestire e interpretare meglio questa importante funzione aziendale. A seguire, vengono illustrati alcuni aspetti relativi alla convenienza economica della comunicazione volontaria, de-lineando le principali criticità sottostanti l’armonica e complessa coniugazione delle esigenze di riservatezza e di trasparenza. La parte centrale del paragrafo è dedicata all’analisi dello stato dell’arte sul tema della comunicazione volontaria in termini di evidenza teorica e di disamina delle principali linee guida avanzate da associazioni professionali ed organi di controllo in termini di proposte di arricchimento della struttura di comunicazione obbligatoria; vengono infatti descritti i principali report suggeriti dalla letteratura per organizzare in classi omogenee l’informativa di tipo volontario: in particolare si delineano brevemente i tratti dei rapporti pub-blicati da alcuni gruppi di ricerca (quali quelli istituiti dal FASB e dall’AICPA) in quanto autorevoli espressioni del confine tra comunicazione obbligatoria e raccomandazioni “istituzionali” finalizzate ad armonizzare la comunicazione volontaria indirizzata ai mercati.Il paragrafo 4 è dedicato alla modellistica della comunicazione volontaria nel settore ban-cario. In primo luogo si cercano di spiegare l’importanza e le specificità delle scelte di voluntary disclosure negli intermediari creditizi. A seguire il paragrafo riepiloga i tratti di indagine di alcuni modelli di analisi della disclosure presentati in alcuni studi, internazionali e nazionali, disponibili al riguardo. Considerando le peculiarità del settore oggetto di indagine (l’ambito bancario nazionale) si delineano gli ipotetici e corretti contenuti di un modello di analisi della volontary disclosure. Infine, si propone un modello semplificato di analisi che consente di valutare - in termini relativi - il livello di comunicazione volontaria del panel di gruppi bancari analizzati.Il paragrafo 5 è dedicato all’analisi dei risultati emersi dall’analisi empirica. L’obiettivo è di osservare se, quanto e dove le azioni di comunicazione volontaria si rinvengano nel settore bancario nazionale. Utilizzando lo schema descritto nel paragrafo 4 viene esaminata la comunicazione volontaria di diverse categorie di variabili, suddivise in profili e sub-profili di indagine, da parte di un campione di gruppi bancari quotati. I principali ambiti di indagine sono il contenuto delle informazioni in relazione alle diverse variabili identificate come rilevanti, gli strumenti/canali utilizzati per veicolare tale informativa e l’individuazione dei fattori strutturali e non che concorrono a spiegare le diverse strategie di comunicazione volontaria adottata dagli intermediari.
2004
Vezzani, Paola; S., Olivetti
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