La famiglia delle Cucurbitaceae comprende vegetali di grande importanza in ambito alimentare, come cocomeri, meloni, cetrioli e zucche da vino. Nei depositi archeologici europei si trovano per lo più i semi delle piante sopra elencate, conosciute dai tempi classici, mentre la presenza di reperti di zucca (Cucurbita sp.pl.) assume il significato di marker archeologico, in quanto tutte le specie del genere hanno origine americana. I rilievi morfobiometrici, che affrontano problematiche diverse, relativi ai semi di Cucurbitaceae dei depositi archeologici da noi indagati, hanno fornito dettagli preziosi per una migliore comprensione degli aspetti etnobotanici dei vari contesti. Elementi distintivi tra i semi di melone (Cucumis melo) e di cetriolo (Cucumis sativus) - molti depositi dell’Emilia Romagna sono ricchi di semi che possono appartenere a questi due taxa. Grazie alle analisi morfobiometriche (riguardanti il disegno della parete cellulare, la presenza di “ali” e la posizione e forma dell’ilo – Frank & Stika, 1988) è stato possibile constatare la forte presenza del melone, rimasto poi nelle tradizioni colturali e gastronomiche della zona fino ai nostri giorni, e l’assenza per il momento di testimonianze di cetriolo. Qual è l’origine delle zucche da vino (Lagenaria siceraria) presenti nei depositi emiliano-romagnoli? – in Regione questi semi compaiono dal I sec. d.C. a Modena e continuano fino ai depositi medievali. In generale i reperti si presentano di colore giallo mai scuro, con auricole basali evidenti, una coppia di linee prominenti e il rapporto L/l > 2; questi elementi fanno propendere per le forme domesticate asiatiche del taxon e non per quelle africane (sensu Schlumbaum & Vandorpe, 2010). Indagini sulla comparsa della zucca (Cucurbita sp.pl.) in Emilia Romagna – i primi (e per ora unici) semi sono stati rinvenuti in una latrina di un monastero rinascimentale (prima metà XVI sec. d.C.) di Argenta (FE). Nonostante tutti gli esami morfobiometrici possibili, l’esiguo numero e il cattivo stato di conservazione dei reperti non hanno purtroppo permesso una determinazione specifica precisa. Cocomero (Citrullus lanatus) da polpa o da seme? - fuori dal contesto regionale, in un deposito basso medievale (XIV sec. d.C.) di Sassari sono stati rinvenuti diversi semi su cui sono state effettuate le misurazioni standard (L e l). I dati ottenuti sono stati confrontati con quelli di siti egiziani di periodo romano ed islamico (Cox & van der Veen, 2008). Le dimensioni dei nostri reperti farebbero propendere per varietà coltivate per consumare i semi come snack food, ma il fatto che essi siano privi di segni di rottura caratteristici di questa tipologia di consumo farebbe escludere l’ipotesi. La presenza nella vicina Corsica di ecotipi colturali quasi dimenticati della var. citroides (Laghetti & Hammer, 2007) indurrebbe ora a tentare la strada delle indagini di genetica antica per ottenere maggiori informazioni.

Cucurbitaceae e archeobiometria / Bosi, Giovanna; Rinaldi, Rossella; Mazzanti, Marta. - STAMPA. - \:(2012), pp. 45-45. (Intervento presentato al convegno VII Congresso Nazionale di Archeometria A.I.Ar. tenutosi a Modena nel 22-24 Febbraio 2012).

Cucurbitaceae e archeobiometria

BOSI, Giovanna;RINALDI, ROSSELLA;MAZZANTI, Marta
2012

Abstract

La famiglia delle Cucurbitaceae comprende vegetali di grande importanza in ambito alimentare, come cocomeri, meloni, cetrioli e zucche da vino. Nei depositi archeologici europei si trovano per lo più i semi delle piante sopra elencate, conosciute dai tempi classici, mentre la presenza di reperti di zucca (Cucurbita sp.pl.) assume il significato di marker archeologico, in quanto tutte le specie del genere hanno origine americana. I rilievi morfobiometrici, che affrontano problematiche diverse, relativi ai semi di Cucurbitaceae dei depositi archeologici da noi indagati, hanno fornito dettagli preziosi per una migliore comprensione degli aspetti etnobotanici dei vari contesti. Elementi distintivi tra i semi di melone (Cucumis melo) e di cetriolo (Cucumis sativus) - molti depositi dell’Emilia Romagna sono ricchi di semi che possono appartenere a questi due taxa. Grazie alle analisi morfobiometriche (riguardanti il disegno della parete cellulare, la presenza di “ali” e la posizione e forma dell’ilo – Frank & Stika, 1988) è stato possibile constatare la forte presenza del melone, rimasto poi nelle tradizioni colturali e gastronomiche della zona fino ai nostri giorni, e l’assenza per il momento di testimonianze di cetriolo. Qual è l’origine delle zucche da vino (Lagenaria siceraria) presenti nei depositi emiliano-romagnoli? – in Regione questi semi compaiono dal I sec. d.C. a Modena e continuano fino ai depositi medievali. In generale i reperti si presentano di colore giallo mai scuro, con auricole basali evidenti, una coppia di linee prominenti e il rapporto L/l > 2; questi elementi fanno propendere per le forme domesticate asiatiche del taxon e non per quelle africane (sensu Schlumbaum & Vandorpe, 2010). Indagini sulla comparsa della zucca (Cucurbita sp.pl.) in Emilia Romagna – i primi (e per ora unici) semi sono stati rinvenuti in una latrina di un monastero rinascimentale (prima metà XVI sec. d.C.) di Argenta (FE). Nonostante tutti gli esami morfobiometrici possibili, l’esiguo numero e il cattivo stato di conservazione dei reperti non hanno purtroppo permesso una determinazione specifica precisa. Cocomero (Citrullus lanatus) da polpa o da seme? - fuori dal contesto regionale, in un deposito basso medievale (XIV sec. d.C.) di Sassari sono stati rinvenuti diversi semi su cui sono state effettuate le misurazioni standard (L e l). I dati ottenuti sono stati confrontati con quelli di siti egiziani di periodo romano ed islamico (Cox & van der Veen, 2008). Le dimensioni dei nostri reperti farebbero propendere per varietà coltivate per consumare i semi come snack food, ma il fatto che essi siano privi di segni di rottura caratteristici di questa tipologia di consumo farebbe escludere l’ipotesi. La presenza nella vicina Corsica di ecotipi colturali quasi dimenticati della var. citroides (Laghetti & Hammer, 2007) indurrebbe ora a tentare la strada delle indagini di genetica antica per ottenere maggiori informazioni.
2012
VII Congresso Nazionale di Archeometria A.I.Ar.
Modena
22-24 Febbraio 2012
Bosi, Giovanna; Rinaldi, Rossella; Mazzanti, Marta
Cucurbitaceae e archeobiometria / Bosi, Giovanna; Rinaldi, Rossella; Mazzanti, Marta. - STAMPA. - \:(2012), pp. 45-45. (Intervento presentato al convegno VII Congresso Nazionale di Archeometria A.I.Ar. tenutosi a Modena nel 22-24 Febbraio 2012).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

Licenza Creative Commons
I metadati presenti in IRIS UNIMORE sono rilasciati con licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal, mentre i file delle pubblicazioni sono rilasciati con licenza Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0), salvo diversa indicazione.
In caso di violazione di copyright, contattare Supporto Iris

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/707541
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact