L'evoluzione della terapia implantoprotesica ha trasformato negli ultimi anni il concetto di osteointegrazione classicamente riferito all'interazione profonda tra superfici implantari e tessuto osseo. Un concetto più ampio di integrazione implantare pone grande attenzione all'interfaccia tra la piattaforma implantare e le mesostrutture protesiche e tra queste componenti e i tessuti molli epiteliali e connettivali sovracrestali e iuxta-implantari fin dal primo chirurgico, in alcuni casi ancor prima della sutura dei lembi. Tuttavia i materiali per impronta convenzionali non prevedono l'impiego intraoperatorio, non sono sterili e non sono certificati per realizzare alcun contatto con i tessuti cruentati esposti (osso, periostio e tessuto connettivo) richiedendo all'operatore indaginose procedure di preparazione del campo attraverso l'utilizzo di diga di gomma o complesse procedure di fissazione o splintaggio nel caso di impianti multipli. A questo scopo, su progetto degli Autori, è stato messo a punto un protocollo di lavoro presso l'Università di Modena e Reggio Emilia capace di razionalizzare e semplificare la procedura d'impronta implantoprotesica permettendo di realizzare una gamma di nuovi materiali da impronta in grado di soddisfare le esigenze cliniche proprie dell'impiego intraoperatorio.
L' impronta in implanto protesi / Bortolini, Sergio; Consolo, Ugo; R., Rossi. - STAMPA. - (2008), pp. 1-184.
L' impronta in implanto protesi
BORTOLINI, Sergio;CONSOLO, Ugo;
2008
Abstract
L'evoluzione della terapia implantoprotesica ha trasformato negli ultimi anni il concetto di osteointegrazione classicamente riferito all'interazione profonda tra superfici implantari e tessuto osseo. Un concetto più ampio di integrazione implantare pone grande attenzione all'interfaccia tra la piattaforma implantare e le mesostrutture protesiche e tra queste componenti e i tessuti molli epiteliali e connettivali sovracrestali e iuxta-implantari fin dal primo chirurgico, in alcuni casi ancor prima della sutura dei lembi. Tuttavia i materiali per impronta convenzionali non prevedono l'impiego intraoperatorio, non sono sterili e non sono certificati per realizzare alcun contatto con i tessuti cruentati esposti (osso, periostio e tessuto connettivo) richiedendo all'operatore indaginose procedure di preparazione del campo attraverso l'utilizzo di diga di gomma o complesse procedure di fissazione o splintaggio nel caso di impianti multipli. A questo scopo, su progetto degli Autori, è stato messo a punto un protocollo di lavoro presso l'Università di Modena e Reggio Emilia capace di razionalizzare e semplificare la procedura d'impronta implantoprotesica permettendo di realizzare una gamma di nuovi materiali da impronta in grado di soddisfare le esigenze cliniche proprie dell'impiego intraoperatorio.Pubblicazioni consigliate
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