In due lavori, abbiamo verificato un modello derivato: dall’ipotesi del contatto, dalla teoria dell’identità dell’ingroup comune, dagli studi relativi agli effetti delle emozioni intergruppi. Nel nostro modello, il contatto cooperativo aumenta l’empatia e riduce l’ansia, perché promuove la rappresentazione di un’identità comune. Si ipotizza, inoltre, che gli effetti positivi si estendano dai membri prossimali dell’outgroup all’outgroup distale. In uno studio, i partecipanti erano infermieri italiani che lavoravano in una casa di cura; collaboravano con colleghi immigrati. Nell’altro, erano operai italiani che lavoravano in aziende; collaboravano con operai immigrati. Si è applicato un questionario. Si sono verificati modelli di path analysis con variabili osservate (Lisrel 8). Il modello proposto risulta confermato. In entrambi i contesti di lavoro, il contatto cooperativo promuoveva la rappresentazione di costituire un gruppo unico (l’istituto di cura, la fabbrica); la percezione della comune appartenenza aumentava l’empatia e riduceva l’ansia. Tali effetti positivi si estendevano dagli esemplari prossimali all’outgroup distale, cioè alla categoria generale degli immigrati. Saranno discusse le implicazioni teoriche e applicative dei risultati dei due studi.
Miglioramento delle relazioni intergruppi nella e oltre la situazione di contatto: il ruolo delle emozioni e dell’identità comune / D., Capozza; Vezzali, Loris; R., Falvo; E., Trifiletti. - STAMPA. - 1:(2009), pp. 24-25. (Intervento presentato al convegno IX Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia Sociale dell'Associazione Italiana di Psicologia tenutosi a Cagliari nel 21-23 settembre).
Miglioramento delle relazioni intergruppi nella e oltre la situazione di contatto: il ruolo delle emozioni e dell’identità comune
VEZZALI, Loris;
2009
Abstract
In due lavori, abbiamo verificato un modello derivato: dall’ipotesi del contatto, dalla teoria dell’identità dell’ingroup comune, dagli studi relativi agli effetti delle emozioni intergruppi. Nel nostro modello, il contatto cooperativo aumenta l’empatia e riduce l’ansia, perché promuove la rappresentazione di un’identità comune. Si ipotizza, inoltre, che gli effetti positivi si estendano dai membri prossimali dell’outgroup all’outgroup distale. In uno studio, i partecipanti erano infermieri italiani che lavoravano in una casa di cura; collaboravano con colleghi immigrati. Nell’altro, erano operai italiani che lavoravano in aziende; collaboravano con operai immigrati. Si è applicato un questionario. Si sono verificati modelli di path analysis con variabili osservate (Lisrel 8). Il modello proposto risulta confermato. In entrambi i contesti di lavoro, il contatto cooperativo promuoveva la rappresentazione di costituire un gruppo unico (l’istituto di cura, la fabbrica); la percezione della comune appartenenza aumentava l’empatia e riduceva l’ansia. Tali effetti positivi si estendevano dagli esemplari prossimali all’outgroup distale, cioè alla categoria generale degli immigrati. Saranno discusse le implicazioni teoriche e applicative dei risultati dei due studi.Pubblicazioni consigliate
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