Secondo l’Ipotesi del Contatto (Allport, 1954), l’incontro tra membri di gruppi diversi può portare alla riduzione del pregiudizio quando sono soddisfatte quattro condizioni: i gruppi devono avere status uguale nella situazione di contatto, cooperare per il raggiungimento di obiettivi comuni, il contatto deve essere di natura intima e avvenire in un clima di sostegno da parte delle autorità. Negli ultimi 20 anni, alcuni modelli teorici, che traggono la loro origine dalla teoria dell’identità sociale (Tajfel & Turner, 1986), si sono proposti di estendere l’ipotesi del contatto. Il modello della decategorizzazione (Brewer & Miller, 1984) e quello dell’identità dell’ingroup comune (Gaertner, Mann, Murrell, & Dovidio, 1989) suggeriscono di ridurre la salienza delle categorie sociali, favorendo, rispettivamente, la sviluppo di relazioni interpersonali e la percezione di appartenere ad un gruppo sovraordinato. Secondo il modello del contatto intergruppi (Hewstone & Brown, 1986), invece, occorre preservare la salienza delle identità originarie. Infine, il modello dell’identità duplice (Gaertner, Dovidio, Anastasio, Bachman, & Rust, 1993) coniuga le prospettive del modello dell’identità dell’ingroup comune e del contatto intergruppi e sostiene che la riduzione massima della discriminazione si avrà quando le identità originarie rimangono salienti all’interno di un’identità sovraordinata. Obiettivi. L’obiettivo del presente lavoro era individuare il modello del contatto più efficace per ridurre il pregiudizio. Il gruppo-target considerato era quello degli Immigrati. La ricerca è stata condotta in centri assistenziali del Trentino Alto Adige (N = 135 assistenti sanitari italiani), in cui i dipendenti italiani avevano un contatto frequente con gli immigrati. L’ipotesi era che il modello dell’identità duplice sarebbe stato il più valido per ridurre la discriminazione nei confronti sia dell’outgroup prossimale sia di quello distale. Si è ipotizzato, inoltre, che i modelli dell’identità dell’ingroup comune e della decategorizzazione migliorassero principalmente le valutazioni dell’outgroup prossimale, quello del contatto intergruppi gli atteggiamenti nei confronti dell’outgroup distale. Lo strumento utilizzato era un questionario.Risultati. Per la verifica dei modelli, si è utilizzato il metodo della regressione multipla. Si è trovato che il modello più efficace è quello dell’identità duplice: la percezione di identità comune migliora le valutazioni degli immigrati a contatto, la salienza delle appartenenze consente la generalizzazione degli atteggiamenti agli immigrati che non si conoscono. I risultati indicano, inoltre, che il modello del contatto intergruppi è valido solamente per migliorare le valutazioni degli immigrati in generale, mentre i modelli della categorizzazione e dell’identità dell’ingroup comune hanno effetti positivi principalmente sulle valutazioni dell’outgroup prossimale. Conclusioni. Interventi che associno il contatto positivo alla percezione di identità duplice possono risultare di notevole efficacia per migliorare le relazioni tra i gruppi.

Ipotesi del contatto: qual è il modello più efficace? / Z., Hichy; Vezzali, Loris; A., Andrighetto. - STAMPA. - 1:(2006), pp. 424-426. (Intervento presentato al convegno VII Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana di Psicologia - Sezione di Psicologia Sociale tenutosi a Genova nel 18-20 settembre).

Ipotesi del contatto: qual è il modello più efficace?

VEZZALI, Loris;
2006

Abstract

Secondo l’Ipotesi del Contatto (Allport, 1954), l’incontro tra membri di gruppi diversi può portare alla riduzione del pregiudizio quando sono soddisfatte quattro condizioni: i gruppi devono avere status uguale nella situazione di contatto, cooperare per il raggiungimento di obiettivi comuni, il contatto deve essere di natura intima e avvenire in un clima di sostegno da parte delle autorità. Negli ultimi 20 anni, alcuni modelli teorici, che traggono la loro origine dalla teoria dell’identità sociale (Tajfel & Turner, 1986), si sono proposti di estendere l’ipotesi del contatto. Il modello della decategorizzazione (Brewer & Miller, 1984) e quello dell’identità dell’ingroup comune (Gaertner, Mann, Murrell, & Dovidio, 1989) suggeriscono di ridurre la salienza delle categorie sociali, favorendo, rispettivamente, la sviluppo di relazioni interpersonali e la percezione di appartenere ad un gruppo sovraordinato. Secondo il modello del contatto intergruppi (Hewstone & Brown, 1986), invece, occorre preservare la salienza delle identità originarie. Infine, il modello dell’identità duplice (Gaertner, Dovidio, Anastasio, Bachman, & Rust, 1993) coniuga le prospettive del modello dell’identità dell’ingroup comune e del contatto intergruppi e sostiene che la riduzione massima della discriminazione si avrà quando le identità originarie rimangono salienti all’interno di un’identità sovraordinata. Obiettivi. L’obiettivo del presente lavoro era individuare il modello del contatto più efficace per ridurre il pregiudizio. Il gruppo-target considerato era quello degli Immigrati. La ricerca è stata condotta in centri assistenziali del Trentino Alto Adige (N = 135 assistenti sanitari italiani), in cui i dipendenti italiani avevano un contatto frequente con gli immigrati. L’ipotesi era che il modello dell’identità duplice sarebbe stato il più valido per ridurre la discriminazione nei confronti sia dell’outgroup prossimale sia di quello distale. Si è ipotizzato, inoltre, che i modelli dell’identità dell’ingroup comune e della decategorizzazione migliorassero principalmente le valutazioni dell’outgroup prossimale, quello del contatto intergruppi gli atteggiamenti nei confronti dell’outgroup distale. Lo strumento utilizzato era un questionario.Risultati. Per la verifica dei modelli, si è utilizzato il metodo della regressione multipla. Si è trovato che il modello più efficace è quello dell’identità duplice: la percezione di identità comune migliora le valutazioni degli immigrati a contatto, la salienza delle appartenenze consente la generalizzazione degli atteggiamenti agli immigrati che non si conoscono. I risultati indicano, inoltre, che il modello del contatto intergruppi è valido solamente per migliorare le valutazioni degli immigrati in generale, mentre i modelli della categorizzazione e dell’identità dell’ingroup comune hanno effetti positivi principalmente sulle valutazioni dell’outgroup prossimale. Conclusioni. Interventi che associno il contatto positivo alla percezione di identità duplice possono risultare di notevole efficacia per migliorare le relazioni tra i gruppi.
2006
VII Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana di Psicologia - Sezione di Psicologia Sociale
Genova
18-20 settembre
Z., Hichy; Vezzali, Loris; A., Andrighetto
Ipotesi del contatto: qual è il modello più efficace? / Z., Hichy; Vezzali, Loris; A., Andrighetto. - STAMPA. - 1:(2006), pp. 424-426. (Intervento presentato al convegno VII Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana di Psicologia - Sezione di Psicologia Sociale tenutosi a Genova nel 18-20 settembre).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/670847
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