Lo studio del linguaggio verbale umano ha sviluppato negli ultimi anni tecniche, metodi e orientamenti teorici sempre più pesantemente condizionati dal contatto con altre discipline scientifiche: è innegabile infatti che lo studio della distribuzione, dell’evoluzione, della struttura interna del linguaggio verbale umano sia inscindibilmente legato alla comprensione della ‘natura umana’ nella sua interezza. L’iniziativa mira a fornire l’opportunità di un’interazione tra le varie discipline su due temi specifici.Il paradigma biolinguistico, orientato su due prospettive, la prospettiva evolutiva e la prospettiva storico-genealogica, trae le ragioni stesse della propria esistenza dalla collaborazione e interazione con le scienze biologiche, prime fra tutte la genetica evolutiva e l’antropologia delle popolazioni (Di Sciullo 2009). D’altra parte, la linguistica storica negli ultimi anni ha applicato tecniche di analisi matematico-computazionale dei dati, elaborate proprio a partire dai metodi costruiti dai biologi, per la ricostruzione delle relazioni storico-genealogiche fra le lingue e cioè per la tassonomia storico-comparativa (Bowern 2010, Fortunato/Jordan 2010, Grenhill et al 2010, Kitchen et al 2009, Gray et al2009, Novembre et al 2008, Hunley et al 2008, Pagel et al 2007, Gray e Atkinson 2003, Russell e Gray 2003, Mc Mahon e Mc Mahon 2005). La prospettiva storica sullo studio del linguaggio verbale umano ha beneficiato inoltre, negli ultimi anni, dei recenti sviluppi teorici prodotti nell’ambito degli orientamenti formali (Roberts e Roussou 2003). L’interazione, pertanto, fra l’applicazione dei metodi tassonomici computazionali elaborati nell’ambito delle scienze biologiche e l’adozione dei metodi formali per lo studio della variazione sintattica (teorie parametriche), promette di rinnovare una relazione, quella fra biologia evoluzionistica e linguistica storica, che almeno dalla metà del 19mo secolo ha seguito percorsi e obiettivi paralleli nella ricostruzione delle relazioni storiche fra popolazioni e lingue umane (Longobardi e Guardiano 2009). Fin dalla predizione di Darwin (1859, ch. 14) infatti, e soprattutto con i lavori di Cavalli Sforza e Sokal (Cavalli-Sforza et al.,1988, 1994, Sokal 1988, Barbujani e Sokal 1990, etc.), si è tentato di mostrare il parallelismo fra l’evoluzione biologica delle popolazioni umane e la trasmissione culturale delle loro lingue, mettendo a confronto le classificazioni delle popolazioni basate prima sui caratteri antropometrici e poi sui polimorfismi genetici con una serie di classificazioni linguistiche basate su caratteri lessicali, e in alcuni casi, peraltro, altamente discutibili. Una serie di ambiziosi progetti di ricerca attualmente in corso propongono adesso una nuova prospettiva su questa relazione, suggerendo un confronto sistematico fra i risultati della genetica e quelli della linguistica basato sull’individuazione di caratteri tassonomici originali.In un contesto così in evoluzione la costante interazione fra studiosi e la condivisione di metodi e risultati sono essenziali per l’avanzamento stesso della ricerca: questa iniziativa si propone proprio come occasione per la discussione informale e per lo scambio di risultati, progetti, obiettivi.Al congresso hanno partecipato studiosi di fama internazionale provenienti da atenei e organizzazioni prestigiose in Italia e in Europa (Ian Roberts, Cambridge; Giuseppe Longobardi, Trieste; Gianni Romeo, EGF Bologna; Davide Pettener, Bologna; Guido Barbujani, Ferrara; Andrea Sgarro, Trieste; Luca Bortolussi, Trieste; Alessio Boattini, Bologna)
Scimmie parlanti. Linguistiche e altre scienze naturali / Guardiano, Cristina; A., Carli; Favilla, Mariaelena. - (2011).
Scimmie parlanti. Linguistiche e altre scienze naturali.
GUARDIANO, Cristina;FAVILLA, Mariaelena
2011
Abstract
Lo studio del linguaggio verbale umano ha sviluppato negli ultimi anni tecniche, metodi e orientamenti teorici sempre più pesantemente condizionati dal contatto con altre discipline scientifiche: è innegabile infatti che lo studio della distribuzione, dell’evoluzione, della struttura interna del linguaggio verbale umano sia inscindibilmente legato alla comprensione della ‘natura umana’ nella sua interezza. L’iniziativa mira a fornire l’opportunità di un’interazione tra le varie discipline su due temi specifici.Il paradigma biolinguistico, orientato su due prospettive, la prospettiva evolutiva e la prospettiva storico-genealogica, trae le ragioni stesse della propria esistenza dalla collaborazione e interazione con le scienze biologiche, prime fra tutte la genetica evolutiva e l’antropologia delle popolazioni (Di Sciullo 2009). D’altra parte, la linguistica storica negli ultimi anni ha applicato tecniche di analisi matematico-computazionale dei dati, elaborate proprio a partire dai metodi costruiti dai biologi, per la ricostruzione delle relazioni storico-genealogiche fra le lingue e cioè per la tassonomia storico-comparativa (Bowern 2010, Fortunato/Jordan 2010, Grenhill et al 2010, Kitchen et al 2009, Gray et al2009, Novembre et al 2008, Hunley et al 2008, Pagel et al 2007, Gray e Atkinson 2003, Russell e Gray 2003, Mc Mahon e Mc Mahon 2005). La prospettiva storica sullo studio del linguaggio verbale umano ha beneficiato inoltre, negli ultimi anni, dei recenti sviluppi teorici prodotti nell’ambito degli orientamenti formali (Roberts e Roussou 2003). L’interazione, pertanto, fra l’applicazione dei metodi tassonomici computazionali elaborati nell’ambito delle scienze biologiche e l’adozione dei metodi formali per lo studio della variazione sintattica (teorie parametriche), promette di rinnovare una relazione, quella fra biologia evoluzionistica e linguistica storica, che almeno dalla metà del 19mo secolo ha seguito percorsi e obiettivi paralleli nella ricostruzione delle relazioni storiche fra popolazioni e lingue umane (Longobardi e Guardiano 2009). Fin dalla predizione di Darwin (1859, ch. 14) infatti, e soprattutto con i lavori di Cavalli Sforza e Sokal (Cavalli-Sforza et al.,1988, 1994, Sokal 1988, Barbujani e Sokal 1990, etc.), si è tentato di mostrare il parallelismo fra l’evoluzione biologica delle popolazioni umane e la trasmissione culturale delle loro lingue, mettendo a confronto le classificazioni delle popolazioni basate prima sui caratteri antropometrici e poi sui polimorfismi genetici con una serie di classificazioni linguistiche basate su caratteri lessicali, e in alcuni casi, peraltro, altamente discutibili. Una serie di ambiziosi progetti di ricerca attualmente in corso propongono adesso una nuova prospettiva su questa relazione, suggerendo un confronto sistematico fra i risultati della genetica e quelli della linguistica basato sull’individuazione di caratteri tassonomici originali.In un contesto così in evoluzione la costante interazione fra studiosi e la condivisione di metodi e risultati sono essenziali per l’avanzamento stesso della ricerca: questa iniziativa si propone proprio come occasione per la discussione informale e per lo scambio di risultati, progetti, obiettivi.Al congresso hanno partecipato studiosi di fama internazionale provenienti da atenei e organizzazioni prestigiose in Italia e in Europa (Ian Roberts, Cambridge; Giuseppe Longobardi, Trieste; Gianni Romeo, EGF Bologna; Davide Pettener, Bologna; Guido Barbujani, Ferrara; Andrea Sgarro, Trieste; Luca Bortolussi, Trieste; Alessio Boattini, Bologna)File | Dimensione | Formato | |
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