Il Piano Locce, nei pressi di S. Stefano di Sessanio - L’Aquila (1225-1240 m s.l.m., 42° 21'N, 13° 37' E) è una depressione tettono-carsica (polje) che si apre sul versante meridionaledelMassiccio del Gran Sasso d’Italia. I depositi di riempimento della conca sono per la maggiorparte materiali piroclastici, sedimentati in un ambiente limno-palustre che ha conosciutomomenti di emersione e conseguente pedogenesi, con limitati apporti fluvio-torrentizi daivicini e ripidi versanti e diffuse coltri detritiche a granulometria da grossolana a fine. Laconca appare come una grande prateria, di forma grossolanamente pentagonale e diametromedio di circa 1,1 km, circondata da cime montuose per lo più prive di copertura boscosa adeccezione di Monte Carpesco. Le praterie dell’area sono ritenute formazioni erbacee secondarie,succedutesi a vegetazioni forestali (querceto misto nelle fasce più basali, faggete nellepiù elevate), distrutte per azione antropica. A Piano Locce sono stati effettuati due sondaggiche hanno fornito le carote PL e PL1. La carota PL, prelevata nel 2003 nell’ambito del progettoMURST “Impatto antropico in una zona carsica di alta montagna”, è il risultato di unsondaggio che si è spinto fino ad 80 m senza incontrare il calcare di base ed a questa profonditàè datata, in base all’analisi chimica dettagliata di alcuni minerali vulcanici (Sulpizioe Zanchetta, dati inediti), 170.000-200.000 anni fa. Dalla carota PL sono stati prelevati circa70 campioni, ad intervalli di 30 cm fino a 1 m, che sono stati ritenuti utili all’analisi pollinicaper ottenere un inquadramento floristico vegetazionale poco dettagliato, comunque riferibileal periodo pleistocenico-olocenico. La carota PL1, prelevata nel 2008, è lunga 10 metri ed èstata sottocampionata in modo più completo (200 campioni), per ottenere una ricostruzionead alta risoluzione delle vicende floristico-vegetazionali/climatiche e dell’impatto antropicoavvenuti durante l’Olocene. Questo lavoro si riferisce alla carota PL e presenta i primi datidelle analisi pollinica e micro-antracologica di 19 livelli riguardanti i 20 m più superficiali.La maggior parte dei campioni è pollinifera con concentrazioni variabili (102-104 p/g) e buonostato di conservazione. La Flora è abbastanza ricca (ca. 80 taxa, 60 dei quali erbacei). Gli spettripollinici sono completamente dominati dalle erbe che, sempre superiori all’80%, scendonolievemente al di sotto solo nei campioni inferiori. Tra esse prevalgono largamente leGramineae (10-60%) e le Cichorioideae (15-65%) i cui rapporti passano dalla prevalenzadelle prime a alternanze e quindi alla prevalenza delle seconde. Tra i taxa di accompagnamentospiccano: Artemisia, Asteroideae, Caryophyllaceae, Cyperaceae, Liliaceae, Saxifraga.Gli alberi/arbusti sono molto scarsi (media ca. 10% da 3 a 25%; massimi in fondo; minimiintorno a 3 metri di profondità), ma diversificati con presenza di conifere (Abies, Picea, Pinusmugo, P. sylvestris, Juniperus) e numerose latifoglie (Alnus, Betula, Castanea, Corylus,Fagus, Fraxinus excelsior/oxycarpa, F. ornus, Quercus decidue, Salix, Tilia, Ulmus, ecc.). Glispettri pollinici suggeriscono che nell’area sia perdurata nel tempo una copertura erbacea diprateria che dal basso verso l’alto ha assunto carattere più spiccato di pascolo. Lungo il trattoesaminato, la vegetazione forestale è sempre rimasta lontana dalla conca e ha comportato alternanzetra conifere e latifoglie nei campioni inferiori e successivamente la prevalenza dellelatifoglie dei querceti. Segni di coltivazioni sono forniti da tracce di cereali nel campioni superiori.I microcarboni mostrano una notevole variabilità e segnalano talora fuochi locali (ades. a intorno a 5 m).
Palinologia e microantracologia a Piano Locce (S. Stefano di Sessanio, L’Aquila)-diagramma del primo tratto (0-20 m) della carota PL / Torri, Paola; Accorsi, Carla Alberta; D., Magaldi. - STAMPA. - non disponibile:(2009), pp. 279-279. (Intervento presentato al convegno 104° Congresso Nazionale Società Botanica Italiana. tenutosi a Campobasso nel 16-19 settembre 2009.).
Palinologia e microantracologia a Piano Locce (S. Stefano di Sessanio, L’Aquila)-diagramma del primo tratto (0-20 m) della carota PL
TORRI, Paola;ACCORSI, Carla Alberta;
2009
Abstract
Il Piano Locce, nei pressi di S. Stefano di Sessanio - L’Aquila (1225-1240 m s.l.m., 42° 21'N, 13° 37' E) è una depressione tettono-carsica (polje) che si apre sul versante meridionaledelMassiccio del Gran Sasso d’Italia. I depositi di riempimento della conca sono per la maggiorparte materiali piroclastici, sedimentati in un ambiente limno-palustre che ha conosciutomomenti di emersione e conseguente pedogenesi, con limitati apporti fluvio-torrentizi daivicini e ripidi versanti e diffuse coltri detritiche a granulometria da grossolana a fine. Laconca appare come una grande prateria, di forma grossolanamente pentagonale e diametromedio di circa 1,1 km, circondata da cime montuose per lo più prive di copertura boscosa adeccezione di Monte Carpesco. Le praterie dell’area sono ritenute formazioni erbacee secondarie,succedutesi a vegetazioni forestali (querceto misto nelle fasce più basali, faggete nellepiù elevate), distrutte per azione antropica. A Piano Locce sono stati effettuati due sondaggiche hanno fornito le carote PL e PL1. La carota PL, prelevata nel 2003 nell’ambito del progettoMURST “Impatto antropico in una zona carsica di alta montagna”, è il risultato di unsondaggio che si è spinto fino ad 80 m senza incontrare il calcare di base ed a questa profonditàè datata, in base all’analisi chimica dettagliata di alcuni minerali vulcanici (Sulpizioe Zanchetta, dati inediti), 170.000-200.000 anni fa. Dalla carota PL sono stati prelevati circa70 campioni, ad intervalli di 30 cm fino a 1 m, che sono stati ritenuti utili all’analisi pollinicaper ottenere un inquadramento floristico vegetazionale poco dettagliato, comunque riferibileal periodo pleistocenico-olocenico. La carota PL1, prelevata nel 2008, è lunga 10 metri ed èstata sottocampionata in modo più completo (200 campioni), per ottenere una ricostruzionead alta risoluzione delle vicende floristico-vegetazionali/climatiche e dell’impatto antropicoavvenuti durante l’Olocene. Questo lavoro si riferisce alla carota PL e presenta i primi datidelle analisi pollinica e micro-antracologica di 19 livelli riguardanti i 20 m più superficiali.La maggior parte dei campioni è pollinifera con concentrazioni variabili (102-104 p/g) e buonostato di conservazione. La Flora è abbastanza ricca (ca. 80 taxa, 60 dei quali erbacei). Gli spettripollinici sono completamente dominati dalle erbe che, sempre superiori all’80%, scendonolievemente al di sotto solo nei campioni inferiori. Tra esse prevalgono largamente leGramineae (10-60%) e le Cichorioideae (15-65%) i cui rapporti passano dalla prevalenzadelle prime a alternanze e quindi alla prevalenza delle seconde. Tra i taxa di accompagnamentospiccano: Artemisia, Asteroideae, Caryophyllaceae, Cyperaceae, Liliaceae, Saxifraga.Gli alberi/arbusti sono molto scarsi (media ca. 10% da 3 a 25%; massimi in fondo; minimiintorno a 3 metri di profondità), ma diversificati con presenza di conifere (Abies, Picea, Pinusmugo, P. sylvestris, Juniperus) e numerose latifoglie (Alnus, Betula, Castanea, Corylus,Fagus, Fraxinus excelsior/oxycarpa, F. ornus, Quercus decidue, Salix, Tilia, Ulmus, ecc.). Glispettri pollinici suggeriscono che nell’area sia perdurata nel tempo una copertura erbacea diprateria che dal basso verso l’alto ha assunto carattere più spiccato di pascolo. Lungo il trattoesaminato, la vegetazione forestale è sempre rimasta lontana dalla conca e ha comportato alternanzetra conifere e latifoglie nei campioni inferiori e successivamente la prevalenza dellelatifoglie dei querceti. Segni di coltivazioni sono forniti da tracce di cereali nel campioni superiori.I microcarboni mostrano una notevole variabilità e segnalano talora fuochi locali (ades. a intorno a 5 m).Pubblicazioni consigliate
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