Il lavoro presenta i primi dati archeopalinologici riguardanti due ville romane (VillaAriannae Villa SanMarco) dell’antica Stabiae (oggi Castellammare di Stabia - Napoli), che fu sepolta,al pari di Pompei ed Ercolano, dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.Metodi - Su circa 40 campioni prelevati ne sono stati analizzati 17: 14 archeopalinologici (1di cenere e 13 dello strato di frequentazione del 79 d.C.), più 3 controlli muscinali. I campionisono stati trattati con metodi correnti e analizzati al MO (400 e 1000X), redigendo spettripollinici percentuali (taluni ancora provvisori con conteggi variabili da 200 a 700 granuli).Risultati - Lo stato di conservazione dei reperti è discreto-ottimo, le concentrazioni sonomedie/basse, la flora è ricca (100 taxa, con ca. 40 comuni alle due Ville e 20 nuovi per l’areaVesuviana - dati arrotondati). Negli spettri pollinici prevalgono le erbe (media 71%). I taxapiù abbondanti (> 5% nello spettro medio) sono: Gramineae spontanee, Cichorioideae, Castanea,Juglans, Olea. La flora include numerose piante utili: oltre a castagno, noce e olivosopra citati vi sono taxa indicatori di piante alimentari (Allium, Asparagus, Beta, Brassica,Mentha, Pinus cf. pinea, Prunus cf. avium, Rosmarinus officinalis, Sinapis, Ruta), tessili(Cannabis sativa), ornamentali (Buxus, Hedera, Liliaceae,Matthiola,Myrtus, Platanus orientalis,Rosa, Taxus baccata). Si può ricostruire un paesaggio aperto, fortemente antropizzato,caratterizzato da aree a prato/pascolo che, in accordo con le fonti classiche, testimoniano attivitàdi pastorizia/allevamento nell’area circostante le Ville e da coltivazioni di noce, olivo,vite. Appaiono anche coltivazioni di cereali e canapa, ma meno consistenti o più lontane.Nell’ambito delle Ville i dati suggeriscono orti-giardini con qualche albero da frutto e daombra, ortaggi, piante aromatiche, siepi, pergolati, spazi fioriti. Nel paesaggio vegetale naturale/seminaturale che sta sullo sfondo appaiono formazioni caratterizzanti fasce vegetazionalidiverse: la vegetazione mediterranea a sclerofille sempreverdi (Quercus ilex, Myrtus,Olea, Phillyrea) nuclei di pinete (Pinus cf. halepensis, Pinus cf. pinea), boschi di latifogliedecidue (Quercus decidue, Castanea, Fagus, Fraxinus excelsior/F. oxycarpa, F. ornus, Tilia,Ulmus ecc.). Alcuni di tali alberi potevano essere presenti nell’ambito delle Ville, comel’olmo, di cui sono state rinvenute radici carbonizzate a Villa S. Marco. I dati testimonianoanche vegetazione di ambienti umidi (Alnus, Populus, Typha tipo angustifolia, tipo Phragmites,ecc.) legata verosimilmente al fiume Sarno che scorre tuttora in zona. Il polline dinoce, abbondante in alcuni campioni, ha taglia molto variabile (25 - 54 μm) cosa che suggeriscela presenza di varietà diverse. Il dato, da approfondire, è interessante perché a Stabiaesono state ritrovate anche noci intere o parziali, attualmente conservate presso il Laboratoriodi RicercheApplicate della Soprintendenza, che sembrano ascriversi alla var. Sorrentina, apprezzataancora oggi, e che sono importanti considerato che Stabiae apre la penisola Sorrentina.Conclusioni - Questi primi dati sostengono il proseguire della ricerca. Il materiale pollinicoè buono, idoneo a infittire i dati intorno a un episodio storico di alto interesse quale è statal’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., aumentando la conoscenza del paesaggio vegetale e deirapporti umani-piante in area vesuviana nel I secolo d.C.

Archeopalinologiaa Stabiae - Napoli (79 d.C.): primi dati sulle Ville Arianna e San Marco / P., Caprio; Torri, Paola; Montecchi, Maria Chiara; A., Ciarallo; Accorsi, Carla Alberta. - STAMPA. - non disponibile:(2009), pp. 268-268. (Intervento presentato al convegno 104° Congresso Nazionale della Società Botanica Italiana, Campobasso tenutosi a Campobasso nel 16-19 settembre).

Archeopalinologiaa Stabiae - Napoli (79 d.C.): primi dati sulle Ville Arianna e San Marco.

TORRI, Paola;MONTECCHI, Maria Chiara;ACCORSI, Carla Alberta
2009

Abstract

Il lavoro presenta i primi dati archeopalinologici riguardanti due ville romane (VillaAriannae Villa SanMarco) dell’antica Stabiae (oggi Castellammare di Stabia - Napoli), che fu sepolta,al pari di Pompei ed Ercolano, dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.Metodi - Su circa 40 campioni prelevati ne sono stati analizzati 17: 14 archeopalinologici (1di cenere e 13 dello strato di frequentazione del 79 d.C.), più 3 controlli muscinali. I campionisono stati trattati con metodi correnti e analizzati al MO (400 e 1000X), redigendo spettripollinici percentuali (taluni ancora provvisori con conteggi variabili da 200 a 700 granuli).Risultati - Lo stato di conservazione dei reperti è discreto-ottimo, le concentrazioni sonomedie/basse, la flora è ricca (100 taxa, con ca. 40 comuni alle due Ville e 20 nuovi per l’areaVesuviana - dati arrotondati). Negli spettri pollinici prevalgono le erbe (media 71%). I taxapiù abbondanti (> 5% nello spettro medio) sono: Gramineae spontanee, Cichorioideae, Castanea,Juglans, Olea. La flora include numerose piante utili: oltre a castagno, noce e olivosopra citati vi sono taxa indicatori di piante alimentari (Allium, Asparagus, Beta, Brassica,Mentha, Pinus cf. pinea, Prunus cf. avium, Rosmarinus officinalis, Sinapis, Ruta), tessili(Cannabis sativa), ornamentali (Buxus, Hedera, Liliaceae,Matthiola,Myrtus, Platanus orientalis,Rosa, Taxus baccata). Si può ricostruire un paesaggio aperto, fortemente antropizzato,caratterizzato da aree a prato/pascolo che, in accordo con le fonti classiche, testimoniano attivitàdi pastorizia/allevamento nell’area circostante le Ville e da coltivazioni di noce, olivo,vite. Appaiono anche coltivazioni di cereali e canapa, ma meno consistenti o più lontane.Nell’ambito delle Ville i dati suggeriscono orti-giardini con qualche albero da frutto e daombra, ortaggi, piante aromatiche, siepi, pergolati, spazi fioriti. Nel paesaggio vegetale naturale/seminaturale che sta sullo sfondo appaiono formazioni caratterizzanti fasce vegetazionalidiverse: la vegetazione mediterranea a sclerofille sempreverdi (Quercus ilex, Myrtus,Olea, Phillyrea) nuclei di pinete (Pinus cf. halepensis, Pinus cf. pinea), boschi di latifogliedecidue (Quercus decidue, Castanea, Fagus, Fraxinus excelsior/F. oxycarpa, F. ornus, Tilia,Ulmus ecc.). Alcuni di tali alberi potevano essere presenti nell’ambito delle Ville, comel’olmo, di cui sono state rinvenute radici carbonizzate a Villa S. Marco. I dati testimonianoanche vegetazione di ambienti umidi (Alnus, Populus, Typha tipo angustifolia, tipo Phragmites,ecc.) legata verosimilmente al fiume Sarno che scorre tuttora in zona. Il polline dinoce, abbondante in alcuni campioni, ha taglia molto variabile (25 - 54 μm) cosa che suggeriscela presenza di varietà diverse. Il dato, da approfondire, è interessante perché a Stabiaesono state ritrovate anche noci intere o parziali, attualmente conservate presso il Laboratoriodi RicercheApplicate della Soprintendenza, che sembrano ascriversi alla var. Sorrentina, apprezzataancora oggi, e che sono importanti considerato che Stabiae apre la penisola Sorrentina.Conclusioni - Questi primi dati sostengono il proseguire della ricerca. Il materiale pollinicoè buono, idoneo a infittire i dati intorno a un episodio storico di alto interesse quale è statal’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., aumentando la conoscenza del paesaggio vegetale e deirapporti umani-piante in area vesuviana nel I secolo d.C.
2009
104° Congresso Nazionale della Società Botanica Italiana, Campobasso
Campobasso
16-19 settembre
P., Caprio; Torri, Paola; Montecchi, Maria Chiara; A., Ciarallo; Accorsi, Carla Alberta
Archeopalinologiaa Stabiae - Napoli (79 d.C.): primi dati sulle Ville Arianna e San Marco / P., Caprio; Torri, Paola; Montecchi, Maria Chiara; A., Ciarallo; Accorsi, Carla Alberta. - STAMPA. - non disponibile:(2009), pp. 268-268. (Intervento presentato al convegno 104° Congresso Nazionale della Società Botanica Italiana, Campobasso tenutosi a Campobasso nel 16-19 settembre).
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