Lo scavo, condotto secondo metodologie scientifiche avanzate, del sito di Oplontis rappresenta per l’archeologo e l’archeometra una possibilità nuova di indagine e comprensione di una somma di situazioni importanti. Una di queste è rappresentata certamente dal rinvenimento di 17 balsamari pressoché intatti contenenti una quantità considerevole di residuo. La collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Pompei ci ha consentito di accedere ai reperti e di eseguire per la prima volta prelievi di campioni da sottoporre all’analisi.I campioni si presentavano più o meno scuri, ma non contenevano pigmenti neri, bianchi o di altro colore chiaramente osservabili. Alcuni presentano un odore caratteristico, simile a quello della colofonia. Per i campioni è stata seguita una doppia strada di indagine: la spettroscopia FT-IR e la gascromatografia GC-MS su estratti ottenuti con le metodiche internazionali. Le analisi in GC-MS hanno mostrato che gli estratti metanolici presentano una serie di componenti che vanno dal patchoulolo ad acidi grassi liberi, ad esteri, ad idrocarburi e a terpeni classici. L’esame degli spettri IR ha evidenziato la presenza di acidi grassi liberi ed esteri e tracce di cere.La presenza del patchoulolo risulta di particolare interesse in quanto si tratta di un componente presente nell’estratto del Pogostemon cablin, una pianta originaria dell’India e dell’estremo Oriente, utilizzata anche in epoca recente per la produzione di profumi. La sua provenienza dall’area indiana consente di ipotizzare l’elevato pregio del cosmetico, che ne consentiva l’utilizzo alle classi sociali elevate quali quelle del contesto di Oplontis.
Caratterizzazione dei contenuti cosmetici nei balsamari di Oplontis / Baraldi, Pietro; Ferioli, Valeria; Benedetti, Adriano; Baraldi, Cecilia; Zannini, Paolo. - STAMPA. - ...:(2002), pp. 157-.... (Intervento presentato al convegno XVI Convegno Nazionale, Divisione di Chimica Farmaceutica, Soc. Chim. Italiana. Sorrento, 18-22 Settembre 2002 tenutosi a Sorrento nel 18-22 Settembre 2002).
Caratterizzazione dei contenuti cosmetici nei balsamari di Oplontis
BARALDI, Pietro;FERIOLI, Valeria;BENEDETTI, Adriano;BARALDI, Cecilia;ZANNINI, Paolo
2002
Abstract
Lo scavo, condotto secondo metodologie scientifiche avanzate, del sito di Oplontis rappresenta per l’archeologo e l’archeometra una possibilità nuova di indagine e comprensione di una somma di situazioni importanti. Una di queste è rappresentata certamente dal rinvenimento di 17 balsamari pressoché intatti contenenti una quantità considerevole di residuo. La collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Pompei ci ha consentito di accedere ai reperti e di eseguire per la prima volta prelievi di campioni da sottoporre all’analisi.I campioni si presentavano più o meno scuri, ma non contenevano pigmenti neri, bianchi o di altro colore chiaramente osservabili. Alcuni presentano un odore caratteristico, simile a quello della colofonia. Per i campioni è stata seguita una doppia strada di indagine: la spettroscopia FT-IR e la gascromatografia GC-MS su estratti ottenuti con le metodiche internazionali. Le analisi in GC-MS hanno mostrato che gli estratti metanolici presentano una serie di componenti che vanno dal patchoulolo ad acidi grassi liberi, ad esteri, ad idrocarburi e a terpeni classici. L’esame degli spettri IR ha evidenziato la presenza di acidi grassi liberi ed esteri e tracce di cere.La presenza del patchoulolo risulta di particolare interesse in quanto si tratta di un componente presente nell’estratto del Pogostemon cablin, una pianta originaria dell’India e dell’estremo Oriente, utilizzata anche in epoca recente per la produzione di profumi. La sua provenienza dall’area indiana consente di ipotizzare l’elevato pregio del cosmetico, che ne consentiva l’utilizzo alle classi sociali elevate quali quelle del contesto di Oplontis.Pubblicazioni consigliate
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