Sul finire dell'800 numerosi studiosi tentarono d'individuare e quindi di aprire una porta che dalla conquista positivistica dell'evoluzionismo (cui pure avevano contribuito) conducesse ad una dimensione spirituale, che con la scienza naturale non fosse in contrasto, ma anzi ne svelasse l'essenza e ne indicasse l'ulteriore percorso. Che cosa spinse tante menti brillanti a intraprendere quest'esplorazione? Forse il panico che l'indagine scientifica si fosse isterilita? Rimorso perché era stata definitivamente accantonata l'investigazione sulla mèta spirituale dell'uomo? A William James, Henri Bergson e Alfred Wallace (coautore della teoria della selezione naturale) balenò l'ultima speranza che le conquiste della scienza potessero sposarsi con un disegno metafisico, ovvero con uno slancio creativo immanente all'edificazione materiale della vita. Si reputò strumento adatto a praticare un foro nel fisico per penetrare nel metafisico quella nuovissima scienza - prolungamento dello spiritualismo - chiamata spiritismo. Il libro assume a emblema di questa ricerca un cranio azteco di cristallo di rocca, datato tra il 1500 e il 1300 d.C.: rappresentò la presunta prova che le "degradate" popolazioni indigene delle Americhe discendessero da altre più progredite, esistite in epoca remota e provviste di sapienza spirituale suprema; esse avrebbero quindi compiuto un percorso evoluzionistico alternato, dal meglio al peggio, al meglio. I sostenitori di questa teoria detta "degenerazionista" furono gli stessi naturalisti e filosofi evoluzionisti che, mossi dall'intento sincero di esplorare ulteriormente il divenire della nostra specie, erano finiti spiritisti. Nei resti paleoantropolgici videro il mezzo adatto per sondare non soltanto il passato ma anche il futuro dell'Homo sapiens. Il cranio di cristallo è dunque visto come la sfera divinatoria di cui quei pensatori si servirono per indidivuare la porta che conduceva alla scoperta di un disegno superiore e anteriore dello sviluppo dell'uomo e della vita sulla Terra. Ritroveremo James, Bergson e Wallace partecipi di sedute medianiche alla Society for Psychical Research di Londra, in compagnia di Gladstone, Galton, M.me Curie, Lombroso, Conan Doyle e Jung. Darwin e Freud rimanevano i soli a considerare con scettica ironia i tentativi di quelle generosi menti di penetrare il fisico con la metafisica.
IL CRANIO DI CRISTALLO. Evoluzione delle specie e spiritualismo / Scarpelli, Giacomo. - STAMPA. - (1993), pp. 1-219.
IL CRANIO DI CRISTALLO. Evoluzione delle specie e spiritualismo
SCARPELLI, Giacomo
1993
Abstract
Sul finire dell'800 numerosi studiosi tentarono d'individuare e quindi di aprire una porta che dalla conquista positivistica dell'evoluzionismo (cui pure avevano contribuito) conducesse ad una dimensione spirituale, che con la scienza naturale non fosse in contrasto, ma anzi ne svelasse l'essenza e ne indicasse l'ulteriore percorso. Che cosa spinse tante menti brillanti a intraprendere quest'esplorazione? Forse il panico che l'indagine scientifica si fosse isterilita? Rimorso perché era stata definitivamente accantonata l'investigazione sulla mèta spirituale dell'uomo? A William James, Henri Bergson e Alfred Wallace (coautore della teoria della selezione naturale) balenò l'ultima speranza che le conquiste della scienza potessero sposarsi con un disegno metafisico, ovvero con uno slancio creativo immanente all'edificazione materiale della vita. Si reputò strumento adatto a praticare un foro nel fisico per penetrare nel metafisico quella nuovissima scienza - prolungamento dello spiritualismo - chiamata spiritismo. Il libro assume a emblema di questa ricerca un cranio azteco di cristallo di rocca, datato tra il 1500 e il 1300 d.C.: rappresentò la presunta prova che le "degradate" popolazioni indigene delle Americhe discendessero da altre più progredite, esistite in epoca remota e provviste di sapienza spirituale suprema; esse avrebbero quindi compiuto un percorso evoluzionistico alternato, dal meglio al peggio, al meglio. I sostenitori di questa teoria detta "degenerazionista" furono gli stessi naturalisti e filosofi evoluzionisti che, mossi dall'intento sincero di esplorare ulteriormente il divenire della nostra specie, erano finiti spiritisti. Nei resti paleoantropolgici videro il mezzo adatto per sondare non soltanto il passato ma anche il futuro dell'Homo sapiens. Il cranio di cristallo è dunque visto come la sfera divinatoria di cui quei pensatori si servirono per indidivuare la porta che conduceva alla scoperta di un disegno superiore e anteriore dello sviluppo dell'uomo e della vita sulla Terra. Ritroveremo James, Bergson e Wallace partecipi di sedute medianiche alla Society for Psychical Research di Londra, in compagnia di Gladstone, Galton, M.me Curie, Lombroso, Conan Doyle e Jung. Darwin e Freud rimanevano i soli a considerare con scettica ironia i tentativi di quelle generosi menti di penetrare il fisico con la metafisica.File | Dimensione | Formato | |
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