La presunzione identifica, nella tradizione giusromanistica, la regula iuris di cui a D. 24.1.51 (Pomp., 5 ad Q. Muc.), in base alla quale “allorché entra in controversia donde a una moglie sia pervenuto qualcosa, è più verosimile e più onesto ritenere che ciò di cui non si dimostra la provenienza le sia pervenuto dal marito o da chi è in potestà di lui”. La monografia compie un’analisi ad ampio raggio della regola in questione, focalizzandola da tutte le diverse angolature in grado di illuminarne la struttura logico-giuridica, la portata, l’adattabilità ai mutati contesti storici e socio-economici della condizione femminile che la praesumptio si è trovata ad attraversare. A tal fine il volume è suddiviso in tre capitoli dedicati, ognuno, alle altrettanti fonti romane specifiche: un passo di Plauto (Casina, 198 ss.), databile al 185 a.C.; la Mucii sententia, plausibilmente scritta tra il ’95 ed il ’91 a.C. (e conservata in D. 24.1.51); il rescritto di Alessandro Severo, emanato nel 229 d. C. e collocato in C. 5.16.6. Ciascuna fonte, poi, è proiettata nel più ampio quadro sociale e normativo - concernente le donne ed i rapporti tra i coniugi - che le ha fatto da sfondo.
La presunzione muciana / Scacchetti, Maria Grazia. - STAMPA. - (2002), pp. 1-378.
La presunzione muciana
SCACCHETTI, Maria Grazia
2002
Abstract
La presunzione identifica, nella tradizione giusromanistica, la regula iuris di cui a D. 24.1.51 (Pomp., 5 ad Q. Muc.), in base alla quale “allorché entra in controversia donde a una moglie sia pervenuto qualcosa, è più verosimile e più onesto ritenere che ciò di cui non si dimostra la provenienza le sia pervenuto dal marito o da chi è in potestà di lui”. La monografia compie un’analisi ad ampio raggio della regola in questione, focalizzandola da tutte le diverse angolature in grado di illuminarne la struttura logico-giuridica, la portata, l’adattabilità ai mutati contesti storici e socio-economici della condizione femminile che la praesumptio si è trovata ad attraversare. A tal fine il volume è suddiviso in tre capitoli dedicati, ognuno, alle altrettanti fonti romane specifiche: un passo di Plauto (Casina, 198 ss.), databile al 185 a.C.; la Mucii sententia, plausibilmente scritta tra il ’95 ed il ’91 a.C. (e conservata in D. 24.1.51); il rescritto di Alessandro Severo, emanato nel 229 d. C. e collocato in C. 5.16.6. Ciascuna fonte, poi, è proiettata nel più ampio quadro sociale e normativo - concernente le donne ed i rapporti tra i coniugi - che le ha fatto da sfondo.File | Dimensione | Formato | |
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