INTRODUZIONE: La Glomerulonefrite Membranosa (GNM) è responsabile di un’alta percentuale di sindromi nefrosiche nella popolazione adulta e la sua diagnosi certa viene attualmente effettuata esclusivamente mediante biopsia. Tale patologia si sospetta possa essere causata da una condizione autoimmune nella quale antigeni di verosimile origine podocitaria fungono da bersaglio per gli anticorpi del paziente. Non si conoscono, ad oggi, le proteine bersaglio eventualmente coinvolte e responsabili della patogenesi della malattia.SCOPI: L’obiettivo di questo lavoro è l’identificazione di tali proteine attraverso lo screening di una library di espressione di fagi lambda attraverso l’utilizzo di gruppi di sieri di pazienti.PAZIENTI E METODI: Abbiamo predisposto i seguenti tre gruppi di sieri: (i) da 15 pazienti GNM, (ii) da 15 pazienti non-GNM (4 con nefropatia diabetica, 4 con glomerulosclerosi focale, 4 con glomerulonefrite membranoproliferativa di tipo I, 3 con malattia a lesioni minime), e (iii) da 15 individui sani. Abbiamo poi eseguito lo screening di una library fagemidica di cDNA (da mRNA totale di reni sani) al fine di individuare placche positive se testate con il siero di pazienti affetti da GNM.RISULTATI: Abbiamo individuato un clone capace di esprimere una proteina bersaglio degli anticorpi presenti nei soli sieri dei pazienti GNM. I sieri di controllo sono risultati negativi. L’inserto di cDNA del fagemide è stato successivamente sequenziato e confrontandone la sequenza con quella di un database di DNA umano, abbiamo individuato una completa sovrapposizione con il gene codificante la proteina 65 del complesso sinaptinemale (SC65), anche conosciuta come No55.CONCLUSIONI: Dall’analisi di sieri di pazienti affetti da GNM, gli autoanticorpi contro No55 potrebbero essere coinvolti nella fisiopatologia di tale malattia. Considerando l’invasività e il rischio associato alla biopsia renale, sarebbe opportuno sviluppare metodologie diagnostiche microinvasive o non invasive. L’identificazione di potenziali autoanticorpi contro proteine renali è utile all’identificazione di meccanismi patogenetici sconosciuti nella GNM ed, eventualmente, nello sviluppo di nuove metodologie diagnostiche e terapeutiche.
Screening of a kidney cDNA library for the identification of autoimmune proteins from serum of membranous nephropathy patients / Cavazzini, Fabrizio; Magistroni, R; Furci, L; Leonelli, M; Ligabue, Giulia; Lupo, Valentina; Albertazzi, Alberto. - STAMPA. - S43:(2008), pp. S26-S26. (Intervento presentato al convegno XLIX Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia tenutosi a Rimini nel 8-11 ottobre 2008).
Screening of a kidney cDNA library for the identification of autoimmune proteins from serum of membranous nephropathy patients.
CAVAZZINI, FABRIZIO;LIGABUE, Giulia;LUPO, Valentina;ALBERTAZZI, Alberto
2008
Abstract
INTRODUZIONE: La Glomerulonefrite Membranosa (GNM) è responsabile di un’alta percentuale di sindromi nefrosiche nella popolazione adulta e la sua diagnosi certa viene attualmente effettuata esclusivamente mediante biopsia. Tale patologia si sospetta possa essere causata da una condizione autoimmune nella quale antigeni di verosimile origine podocitaria fungono da bersaglio per gli anticorpi del paziente. Non si conoscono, ad oggi, le proteine bersaglio eventualmente coinvolte e responsabili della patogenesi della malattia.SCOPI: L’obiettivo di questo lavoro è l’identificazione di tali proteine attraverso lo screening di una library di espressione di fagi lambda attraverso l’utilizzo di gruppi di sieri di pazienti.PAZIENTI E METODI: Abbiamo predisposto i seguenti tre gruppi di sieri: (i) da 15 pazienti GNM, (ii) da 15 pazienti non-GNM (4 con nefropatia diabetica, 4 con glomerulosclerosi focale, 4 con glomerulonefrite membranoproliferativa di tipo I, 3 con malattia a lesioni minime), e (iii) da 15 individui sani. Abbiamo poi eseguito lo screening di una library fagemidica di cDNA (da mRNA totale di reni sani) al fine di individuare placche positive se testate con il siero di pazienti affetti da GNM.RISULTATI: Abbiamo individuato un clone capace di esprimere una proteina bersaglio degli anticorpi presenti nei soli sieri dei pazienti GNM. I sieri di controllo sono risultati negativi. L’inserto di cDNA del fagemide è stato successivamente sequenziato e confrontandone la sequenza con quella di un database di DNA umano, abbiamo individuato una completa sovrapposizione con il gene codificante la proteina 65 del complesso sinaptinemale (SC65), anche conosciuta come No55.CONCLUSIONI: Dall’analisi di sieri di pazienti affetti da GNM, gli autoanticorpi contro No55 potrebbero essere coinvolti nella fisiopatologia di tale malattia. Considerando l’invasività e il rischio associato alla biopsia renale, sarebbe opportuno sviluppare metodologie diagnostiche microinvasive o non invasive. L’identificazione di potenziali autoanticorpi contro proteine renali è utile all’identificazione di meccanismi patogenetici sconosciuti nella GNM ed, eventualmente, nello sviluppo di nuove metodologie diagnostiche e terapeutiche.Pubblicazioni consigliate
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