La monografia è il risultato del corso di Cultura e civiltà dei paesi di lingua tedesca da me tenuto all’Università di Modena e Reggio Emilia il cui obiettivo principale era l’esercizio dell’interpretazione – della comprensione, della spiegazione e dell’applicazione – di testi letterari riferiti alla storia tedesca del secolo scorso. Il mio secolo si presenta per diverse ragioni come il testo ideale per un corso così finalizzato. La prospettiva narrativa dominante nei cento racconti, vale a dire quella dal “basso” che mette in scena una consapevolezza parziale e ben circoscritta sugli eventi di cui riferisce, manifesta una caratteristica comunicativa di notevole importanza didattica. La necessità di ricostruire l’orizzonte storico, culturale, sociale e temporale in cui ogni narratore rappresenta la propria storia preclude, infatti, la possibilità di una fruizione riproduttiva e rende indispensabile l’intervento produttivo del lettore. Ciò che il testo presuppone ma non chiarisce esplicitamente si presenta infatti come un appello al lettore, e al dunque al discente, a ricercare quelle informazioni che gli permettono di ricostruire il contesto in cui collocare la narrazione. Tra le ulteriori caratteristiche di grande rilevanza didattica del Mio secolo vi è la possibilità di esperire il testo – le diverse tipologie testuali con cui si presentano i singoli capitoli – su vari piani di lettura: da quello intento a cogliere semplicemente informazioni a quello maggiormente consapevole delle sue dimensioni poetologiche e dell’effetto estetico che queste producono. L’esperienza del passaggio da una fruizione incentrata per così dire sugli aspetti fattuali del testo a quelli inferenziali, da un atteggiamento fruitivo di assimilazione passiva di dati ad uno più produttivo che scopre dimensioni di non immediata evidenza attraverso il riferimento a discorsi affini a quello letterario – come quello filosofico o psicologico o ideologico – è di forte valore didattico giacché svela uno dei caratteri fondanti del testo letterario: il suo offrirsi come potenzialità che libera le facoltà interpretative del lettore.La monografia, benché nata da un’esperienza di insegnamento non si presenta tuttavia nella veste di un libro di didattica. Il commento si propone al contrario come un testo lineare che non si sofferma né sull’articolazione di possibili percorsi interpretativi, né tanto meno sulla minuziosa spiegazione delle innumerevoli indeterminatezza dell’opera di Grass. La stessa rinuncia tuttavia a un carattere formale tipico di un testo metadiscorsivo come la predisposizione di un adeguato apparato di note esplicative, ha in sé un’ambizione didattica: appellarsi alla volontà del discente di individuare le indeterminatezze e di ricercare gli strumenti che possano fornire chiarimenti.Il commento interpretativo non ha dunque solo l’ambizione di fornire risposte ma soprattutto quella di individuare quesiti a cui ricercare autonomamente una soluzione.In tal senso l’interpretazione offerta vale come esempio che intende essere emulato ma non imitato. Allo stesso modo non mira a comprendere il testo attraverso una spiegazione ma, per così dire, a conformarsi all’oggetto cui si riferisce, facendo per esempio proprio il suo carattere di ipotesto. L’ipertesto corrispondente non si manifesta esplicitamente ma è presente in esso come allusione, come testo latente, come potenzialità e come appello alla sua concretizzazione. La monografia, offrendosi dunque come testo lineare e omogeneo, come base per possibili altri testi, lascia al lettore, in termini ancora mutuati dalle nuove tecnologie informatiche, il compito e la possibilità di individuare i link e gli strumenti multimediali idonei a soddisfare le proprie domande. Nell’era del libero accesso ad una moltitudine pressoché illimitata di informazioni il commento che voglia presentarsi come ermeneutica del testo, ha tutto l’interesse a non confrontarsi su un terreno in cui è comunque destinato alla sconfitta giacché qualsiasi motore di ricerca presente in rete contiene molte più informazioni di quelle che si potrebbero fornire direttamente nel testo critico. È dunque opportuno che assuma il compito di proporre ciò che la tecnologia non può offrire. Del resto l’appello la lettore a non fidarsi né di ciò che si propone come interpretazione né di ciò che si esibisce come dato, sarebbe contraddetto, e forse vanificato, da una forma discorsiva che fornisce ogni indicazione possibile, o di nuovo nel linguaggio comune delle moderne tecnologie, che crea ipertesti con l’ambizione di non lasciare nulla di implicito.

Voci e silenzi della storia. Percorsi di lettura in "Il mio secolo" di Günter Grass / Giacobazzi, Cesare. - STAMPA. - 1:(2006), pp. 4-214.

Voci e silenzi della storia. Percorsi di lettura in "Il mio secolo" di Günter Grass

GIACOBAZZI, Cesare
2006

Abstract

La monografia è il risultato del corso di Cultura e civiltà dei paesi di lingua tedesca da me tenuto all’Università di Modena e Reggio Emilia il cui obiettivo principale era l’esercizio dell’interpretazione – della comprensione, della spiegazione e dell’applicazione – di testi letterari riferiti alla storia tedesca del secolo scorso. Il mio secolo si presenta per diverse ragioni come il testo ideale per un corso così finalizzato. La prospettiva narrativa dominante nei cento racconti, vale a dire quella dal “basso” che mette in scena una consapevolezza parziale e ben circoscritta sugli eventi di cui riferisce, manifesta una caratteristica comunicativa di notevole importanza didattica. La necessità di ricostruire l’orizzonte storico, culturale, sociale e temporale in cui ogni narratore rappresenta la propria storia preclude, infatti, la possibilità di una fruizione riproduttiva e rende indispensabile l’intervento produttivo del lettore. Ciò che il testo presuppone ma non chiarisce esplicitamente si presenta infatti come un appello al lettore, e al dunque al discente, a ricercare quelle informazioni che gli permettono di ricostruire il contesto in cui collocare la narrazione. Tra le ulteriori caratteristiche di grande rilevanza didattica del Mio secolo vi è la possibilità di esperire il testo – le diverse tipologie testuali con cui si presentano i singoli capitoli – su vari piani di lettura: da quello intento a cogliere semplicemente informazioni a quello maggiormente consapevole delle sue dimensioni poetologiche e dell’effetto estetico che queste producono. L’esperienza del passaggio da una fruizione incentrata per così dire sugli aspetti fattuali del testo a quelli inferenziali, da un atteggiamento fruitivo di assimilazione passiva di dati ad uno più produttivo che scopre dimensioni di non immediata evidenza attraverso il riferimento a discorsi affini a quello letterario – come quello filosofico o psicologico o ideologico – è di forte valore didattico giacché svela uno dei caratteri fondanti del testo letterario: il suo offrirsi come potenzialità che libera le facoltà interpretative del lettore.La monografia, benché nata da un’esperienza di insegnamento non si presenta tuttavia nella veste di un libro di didattica. Il commento si propone al contrario come un testo lineare che non si sofferma né sull’articolazione di possibili percorsi interpretativi, né tanto meno sulla minuziosa spiegazione delle innumerevoli indeterminatezza dell’opera di Grass. La stessa rinuncia tuttavia a un carattere formale tipico di un testo metadiscorsivo come la predisposizione di un adeguato apparato di note esplicative, ha in sé un’ambizione didattica: appellarsi alla volontà del discente di individuare le indeterminatezze e di ricercare gli strumenti che possano fornire chiarimenti.Il commento interpretativo non ha dunque solo l’ambizione di fornire risposte ma soprattutto quella di individuare quesiti a cui ricercare autonomamente una soluzione.In tal senso l’interpretazione offerta vale come esempio che intende essere emulato ma non imitato. Allo stesso modo non mira a comprendere il testo attraverso una spiegazione ma, per così dire, a conformarsi all’oggetto cui si riferisce, facendo per esempio proprio il suo carattere di ipotesto. L’ipertesto corrispondente non si manifesta esplicitamente ma è presente in esso come allusione, come testo latente, come potenzialità e come appello alla sua concretizzazione. La monografia, offrendosi dunque come testo lineare e omogeneo, come base per possibili altri testi, lascia al lettore, in termini ancora mutuati dalle nuove tecnologie informatiche, il compito e la possibilità di individuare i link e gli strumenti multimediali idonei a soddisfare le proprie domande. Nell’era del libero accesso ad una moltitudine pressoché illimitata di informazioni il commento che voglia presentarsi come ermeneutica del testo, ha tutto l’interesse a non confrontarsi su un terreno in cui è comunque destinato alla sconfitta giacché qualsiasi motore di ricerca presente in rete contiene molte più informazioni di quelle che si potrebbero fornire direttamente nel testo critico. È dunque opportuno che assuma il compito di proporre ciò che la tecnologia non può offrire. Del resto l’appello la lettore a non fidarsi né di ciò che si propone come interpretazione né di ciò che si esibisce come dato, sarebbe contraddetto, e forse vanificato, da una forma discorsiva che fornisce ogni indicazione possibile, o di nuovo nel linguaggio comune delle moderne tecnologie, che crea ipertesti con l’ambizione di non lasciare nulla di implicito.
2006
9788876980589
Medusa
ITALIA
Voci e silenzi della storia. Percorsi di lettura in "Il mio secolo" di Günter Grass / Giacobazzi, Cesare. - STAMPA. - 1:(2006), pp. 4-214.
Giacobazzi, Cesare
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