Il volume rappresenta il risultato di un programma di ricerca interuniversitario avente ad oggetto le problematiche giuridiche derivanti dall'utilizzo e dall'ostensione - nelle società multiculturali - dei simboli religiosi.Tali simboli costituiscono rappresentazioni iconografiche che consentono di comunicare agli uomini - sotto una forma oggettivizzata ed immediatamente riconoscibile - la fede in un valore, in un dogma o in un evento propri di un determinato credo: essi configurano dunque un processo di comunicazione religiosa non verbale tra soggetti privati che lo Stato può garantire (sino a che esso si svolga con modalità che non contrastino con determinati valoriinderogabili dell'ordinamento) ovvero limitare (quando le modalità di comunicazione simbolica siano in contrasto con determinati valori inderogabili dell'ordinamento).La ricerca si è proposta di offrire una visione pluriprospettica della problematica affrontata, affiancando a contributi giuridici talvolta anche molto "tecnici" saggi che profilano altre dimensioni, non ignorabili da quello scienziato sociale che è il giurista. Non a caso il volume è intitolato "I simboli religiosi tra diritto e culture", con allusione non solo alle culture "etniche", ma anche a quelle "disciplinari", che pure si esprimono ciascuna in una propria lingua e necessitano di continui processi di traduzione per comunicare l'una con l'altra: nel nostro caso, oltre il Diritto, la Psicanalisi, La Filosofia, la Teologia, ed una "cultura disciplinare" dedita allo studio delle culture quale l'Antropologia.
I simboli religiosi tra diritto e culture / Pacillo, V.; A, Ferrari; F., Diener. - STAMPA. - (2006), pp. 1-402.
I simboli religiosi tra diritto e culture
V. PACILLO;
2006
Abstract
Il volume rappresenta il risultato di un programma di ricerca interuniversitario avente ad oggetto le problematiche giuridiche derivanti dall'utilizzo e dall'ostensione - nelle società multiculturali - dei simboli religiosi.Tali simboli costituiscono rappresentazioni iconografiche che consentono di comunicare agli uomini - sotto una forma oggettivizzata ed immediatamente riconoscibile - la fede in un valore, in un dogma o in un evento propri di un determinato credo: essi configurano dunque un processo di comunicazione religiosa non verbale tra soggetti privati che lo Stato può garantire (sino a che esso si svolga con modalità che non contrastino con determinati valoriinderogabili dell'ordinamento) ovvero limitare (quando le modalità di comunicazione simbolica siano in contrasto con determinati valori inderogabili dell'ordinamento).La ricerca si è proposta di offrire una visione pluriprospettica della problematica affrontata, affiancando a contributi giuridici talvolta anche molto "tecnici" saggi che profilano altre dimensioni, non ignorabili da quello scienziato sociale che è il giurista. Non a caso il volume è intitolato "I simboli religiosi tra diritto e culture", con allusione non solo alle culture "etniche", ma anche a quelle "disciplinari", che pure si esprimono ciascuna in una propria lingua e necessitano di continui processi di traduzione per comunicare l'una con l'altra: nel nostro caso, oltre il Diritto, la Psicanalisi, La Filosofia, la Teologia, ed una "cultura disciplinare" dedita allo studio delle culture quale l'Antropologia.Pubblicazioni consigliate
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