Tutti i media (vecchi e nuovi) sono essenzialmente degli “amplificatori cognitivi”: che si tratti di pitture rupestri, tavolette d’argilla, libri o computer, essi ci permettono di estendere e modificare le nostre capacità cognitive in termini di adattamento. Il digital turn (digital turning point o svolta digitale) di fine Novecento ha evidentemente comportato non solo una diversa gerarchizzazione dei media e la genesi di processi cognitivi distinti da quelli del passato, bensì anche delle nuove modalità di fruizione e lettura di una storia e, di conseguenza, una trasformazione morfologica delle narrazioni, finzionali e non. L’azione configurante dei nuovi media si impone sui significati che mutano in base a segni sempre più perfusi e globali, anche perché la narrazione e la produzione narrativa non sono essenzialmente degli artefatti basati sul linguaggio, bensì costrutti cognitivi che possono essere creati in risposta a vari tipi di segni. Partendo da tale assunto, questo libro discute le caratteristiche morfologiche delle narrazioni autobiografiche presenti in blog e microblog e della letteratura giovanile, all’interno delle quali i nativi digitali, e non solo, risultano letteralmente immersi, e di come il web stia cambiando i modelli di figuralità retorica, che sembrano seguire processi di condensazione per contiguità storicamente attribuibili alla metonimia. Con la diffusione del web è nata una cultura “partecipativa” senza precedenti dove a regnare sovrana è l’ibridazione, un aspetto che nella letteratura giovanile si manifesta a livello mediale, strutturale, semiotico, linguistico e di genere.
New media e letteratura giovanile: quale retorica? / Conti, Valentina. - (2023).
New media e letteratura giovanile: quale retorica?
Valentina Conti
2023
Abstract
Tutti i media (vecchi e nuovi) sono essenzialmente degli “amplificatori cognitivi”: che si tratti di pitture rupestri, tavolette d’argilla, libri o computer, essi ci permettono di estendere e modificare le nostre capacità cognitive in termini di adattamento. Il digital turn (digital turning point o svolta digitale) di fine Novecento ha evidentemente comportato non solo una diversa gerarchizzazione dei media e la genesi di processi cognitivi distinti da quelli del passato, bensì anche delle nuove modalità di fruizione e lettura di una storia e, di conseguenza, una trasformazione morfologica delle narrazioni, finzionali e non. L’azione configurante dei nuovi media si impone sui significati che mutano in base a segni sempre più perfusi e globali, anche perché la narrazione e la produzione narrativa non sono essenzialmente degli artefatti basati sul linguaggio, bensì costrutti cognitivi che possono essere creati in risposta a vari tipi di segni. Partendo da tale assunto, questo libro discute le caratteristiche morfologiche delle narrazioni autobiografiche presenti in blog e microblog e della letteratura giovanile, all’interno delle quali i nativi digitali, e non solo, risultano letteralmente immersi, e di come il web stia cambiando i modelli di figuralità retorica, che sembrano seguire processi di condensazione per contiguità storicamente attribuibili alla metonimia. Con la diffusione del web è nata una cultura “partecipativa” senza precedenti dove a regnare sovrana è l’ibridazione, un aspetto che nella letteratura giovanile si manifesta a livello mediale, strutturale, semiotico, linguistico e di genere.File | Dimensione | Formato | |
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