Questo libro è espressamente dedicato agli studenti di economia che sono impegnati nello studio, apparentemente non semplice, dei contratti e delle regole giuridiche del lavoro. La sua essenziale finalità didattica (e anche culturale) è quella di mostrare loro che il diritto – e il diritto del lavoro in particolare – non è una materia estranea al loro percorso di studi e tanto meno una materia ostile. È stato Werner Sombart a dimostrare che l’economia, contrariamente a quanto riteneva Karl Marx, non è un nostro destino, nel senso che l’economia non costituisce un processo o fenomeno naturale ma è sempre stata – e tale rimarrà anche per l’avvenire – «una creazione culturale che nasce e si sviluppa dalla volontà e dalle libere decisioni degli uomini». Lo stesso “mercato” non è una realtà presente in natura ma è una costruzione sociale storicamente mutevole perché risponde a precise logiche istituzionali e normative che sono il frutto di decisioni e lotte politiche e di conseguenti scelte legislative che conferiscono forma e direzione di sviluppo ai processi economici e produttivi. Il mercato non è insomma, neppure nei sistemi più marcatamente liberali, un ordine naturale che il diritto ha il compito di garantire ovvero di correggere, ma è piuttosto una istituzione sociale che funziona solo in quanto governata da precise regole giuridiche.
I contratti di lavoro tra razionalità economica e razionalità giuridica / Tiraboschi, Michele. - (2021), pp. XI-239.
I contratti di lavoro tra razionalità economica e razionalità giuridica
Tiraboschi, Michele
2021
Abstract
Questo libro è espressamente dedicato agli studenti di economia che sono impegnati nello studio, apparentemente non semplice, dei contratti e delle regole giuridiche del lavoro. La sua essenziale finalità didattica (e anche culturale) è quella di mostrare loro che il diritto – e il diritto del lavoro in particolare – non è una materia estranea al loro percorso di studi e tanto meno una materia ostile. È stato Werner Sombart a dimostrare che l’economia, contrariamente a quanto riteneva Karl Marx, non è un nostro destino, nel senso che l’economia non costituisce un processo o fenomeno naturale ma è sempre stata – e tale rimarrà anche per l’avvenire – «una creazione culturale che nasce e si sviluppa dalla volontà e dalle libere decisioni degli uomini». Lo stesso “mercato” non è una realtà presente in natura ma è una costruzione sociale storicamente mutevole perché risponde a precise logiche istituzionali e normative che sono il frutto di decisioni e lotte politiche e di conseguenti scelte legislative che conferiscono forma e direzione di sviluppo ai processi economici e produttivi. Il mercato non è insomma, neppure nei sistemi più marcatamente liberali, un ordine naturale che il diritto ha il compito di garantire ovvero di correggere, ma è piuttosto una istituzione sociale che funziona solo in quanto governata da precise regole giuridiche.File | Dimensione | Formato | |
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