I saggi raccolti in questo volume, costruito come terreno di dialogo tra studiosi di migrazioni e di processi politici in Ghana, analizzano la connessione tra le migrazioni ghanesi in Europa e il tema del potere. Attraverso le traiettorie che donne e uomini disegnano, percorrono e narrano in spazi culturali e socio-politici multilocali, gli autori e le autrici tentano di mostrare come i percorsi migratori si costituiscano, nell’accezione data da Pierre Bourdieu, come campi del potere nei quali i migranti divengono figure di possibile autorità o, viceversa, come assoggettati a logiche di potere. Quest’ultimo, negli studi sulle migrazioni, viene spesso individuato e posto sotto osservazione nelle pratiche istituzionali, nei processi di esclusione o marginalizzazione e nelle relazioni tra i gruppi sociali. Meno discusso è, invece, il potere inteso come processo di soggettivazione del migrante che lo costituisce, tra i confini e i contesti sociali, come attore politico e/o di sviluppo — termini che evocano campi di forze spesso sovrapposti—, e figura di autorità sociale consolidata o in divenire. Con l’intento di rileggere i campi di potere che la migrazione contribuisce a plasmare divenendo spesso capitale simbolico e/o d’appartenenza, le etnografie presentate tracciano micro-processi di negoziazione e ridefinizione del potere in scenari ampi discutendo la relazione tra migrazioni, diseguaglianze economiche e ruoli sociali e di genere, o ancora forme, soggettività e linguaggi del politico negli Stati postcoloniali.
Capitali Migratori e Forme del Potere. Sei studi sulle migrazioni ghanesi contemporanee / Marabello, S.; Pellecchia, U.. - (2017), pp. 0-149.
Capitali Migratori e Forme del Potere. Sei studi sulle migrazioni ghanesi contemporanee
Marabello S.;
2017
Abstract
I saggi raccolti in questo volume, costruito come terreno di dialogo tra studiosi di migrazioni e di processi politici in Ghana, analizzano la connessione tra le migrazioni ghanesi in Europa e il tema del potere. Attraverso le traiettorie che donne e uomini disegnano, percorrono e narrano in spazi culturali e socio-politici multilocali, gli autori e le autrici tentano di mostrare come i percorsi migratori si costituiscano, nell’accezione data da Pierre Bourdieu, come campi del potere nei quali i migranti divengono figure di possibile autorità o, viceversa, come assoggettati a logiche di potere. Quest’ultimo, negli studi sulle migrazioni, viene spesso individuato e posto sotto osservazione nelle pratiche istituzionali, nei processi di esclusione o marginalizzazione e nelle relazioni tra i gruppi sociali. Meno discusso è, invece, il potere inteso come processo di soggettivazione del migrante che lo costituisce, tra i confini e i contesti sociali, come attore politico e/o di sviluppo — termini che evocano campi di forze spesso sovrapposti—, e figura di autorità sociale consolidata o in divenire. Con l’intento di rileggere i campi di potere che la migrazione contribuisce a plasmare divenendo spesso capitale simbolico e/o d’appartenenza, le etnografie presentate tracciano micro-processi di negoziazione e ridefinizione del potere in scenari ampi discutendo la relazione tra migrazioni, diseguaglianze economiche e ruoli sociali e di genere, o ancora forme, soggettività e linguaggi del politico negli Stati postcoloniali.Pubblicazioni consigliate
I metadati presenti in IRIS UNIMORE sono rilasciati con licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal, mentre i file delle pubblicazioni sono rilasciati con licenza Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0), salvo diversa indicazione.
In caso di violazione di copyright, contattare Supporto Iris