Se si eccettuano api e formiche – che ammiriamo per la loro operosità e organizzazione, ma teniamo comunque alla larga – gli insetti, questi esseri con cui da sempre condividiamo il pianeta, restano per noi degli estranei, il più delle volte fastidiosi e ripugnanti. Eppure, per cambiare il nostro sguardo su di loro, basterebbe aprire a caso una pagina dei Ricordi di Fabre. Quest’opera immensa, che ha aperto la strada a un nuovo modo di intendere lo studio del mondo animale (sino allora relegato dietro le quinte di un museo di storia naturale), è attraversata da una felicità narrativa difficilmente eguagliabile in una trattazione scientifica, e ancora oggi resta uno di quei rari libri che riescono a trasmettere a qualsiasi lettore la passione verso l’oggetto di cui parlano. Perché Fabre era prima di tutto uno scrittore, e nella sua prosa ogni esemplare delle infinite specie da lui osservate – descritto con millimetrica precisione nel corpo e nell’agire – può trasformarsi nel protagonista di un racconto di avventura, a tratti esilarante, che non svela il suo disegno sino alla fine. «Interrogare l’insetto», investigando le ragioni apparentemente insondabili del suo comportamento, è stata la missione della vita di Fabre. E sempre, al cuore di una visione del mondo che ben poco concede al caso (le teorie di Darwin non lo turbarono, mentre Darwin dichiarò la sua ammirazione per lui), rimane l’istinto: questo dono «perfetto fin dall’origine», che detta la misura delle cose.
Ricordi di un entomologo / Maistrello, Lara. - 1:(2020), pp. 1-679.
Ricordi di un entomologo
Lara Maistrello
2020
Abstract
Se si eccettuano api e formiche – che ammiriamo per la loro operosità e organizzazione, ma teniamo comunque alla larga – gli insetti, questi esseri con cui da sempre condividiamo il pianeta, restano per noi degli estranei, il più delle volte fastidiosi e ripugnanti. Eppure, per cambiare il nostro sguardo su di loro, basterebbe aprire a caso una pagina dei Ricordi di Fabre. Quest’opera immensa, che ha aperto la strada a un nuovo modo di intendere lo studio del mondo animale (sino allora relegato dietro le quinte di un museo di storia naturale), è attraversata da una felicità narrativa difficilmente eguagliabile in una trattazione scientifica, e ancora oggi resta uno di quei rari libri che riescono a trasmettere a qualsiasi lettore la passione verso l’oggetto di cui parlano. Perché Fabre era prima di tutto uno scrittore, e nella sua prosa ogni esemplare delle infinite specie da lui osservate – descritto con millimetrica precisione nel corpo e nell’agire – può trasformarsi nel protagonista di un racconto di avventura, a tratti esilarante, che non svela il suo disegno sino alla fine. «Interrogare l’insetto», investigando le ragioni apparentemente insondabili del suo comportamento, è stata la missione della vita di Fabre. E sempre, al cuore di una visione del mondo che ben poco concede al caso (le teorie di Darwin non lo turbarono, mentre Darwin dichiarò la sua ammirazione per lui), rimane l’istinto: questo dono «perfetto fin dall’origine», che detta la misura delle cose.Pubblicazioni consigliate
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