Il riso e il pianto rappresentano le opposte reazioni dell'uomo di fronte a ciò che lo tocca, lo colpisce, lo sottrae all'indifferenza. E' perciò facile e assai frequente ricondurre riso e pianto rispettivamente a uno stato di piacere e a uno stato di dolore. Si ride perché si è felici, perché si sta bene o si provano sensazioni piacevoli; si piange perché si è infelici, perché non si sta bene o si provano sensazioni spiacevoli. Ma è davvero così semplice? Il riso e il pianto sono solo manifestazioni reattive che danno espressione somatica al vissuto di opposti stati fisici o interiori? Non si danno forse anche casi in cui si ride nel dolore o si piange di gioia? Si tratta allora di semplici ''errori di espressione'', di momenti di ''confusione''? Per evitare risposte affrettate e superficiali a queste domande Helmuth Plessner intraprende una dettagliata analisi del riso e del pianto, collocandola nel contesto dell'antropologia filosofica dove l'uomo è un tutto unitario in cui fisico e psichico non sono che aspetti diversi di una inscindibile realtà naturale. Il libro, che ormai è considerato un piccolo classico del pensiero contemporaneo, è stato pubblicato nel 1941 e viene qui tradotto per la prima volta in lingua italiana.
Il riso e il pianto. Una ricerca sui limiti del comportamento umano / Rasini, Vallori. - (2017), pp. 1-262.
Il riso e il pianto. Una ricerca sui limiti del comportamento umano
Vallori Rasini
2017
Abstract
Il riso e il pianto rappresentano le opposte reazioni dell'uomo di fronte a ciò che lo tocca, lo colpisce, lo sottrae all'indifferenza. E' perciò facile e assai frequente ricondurre riso e pianto rispettivamente a uno stato di piacere e a uno stato di dolore. Si ride perché si è felici, perché si sta bene o si provano sensazioni piacevoli; si piange perché si è infelici, perché non si sta bene o si provano sensazioni spiacevoli. Ma è davvero così semplice? Il riso e il pianto sono solo manifestazioni reattive che danno espressione somatica al vissuto di opposti stati fisici o interiori? Non si danno forse anche casi in cui si ride nel dolore o si piange di gioia? Si tratta allora di semplici ''errori di espressione'', di momenti di ''confusione''? Per evitare risposte affrettate e superficiali a queste domande Helmuth Plessner intraprende una dettagliata analisi del riso e del pianto, collocandola nel contesto dell'antropologia filosofica dove l'uomo è un tutto unitario in cui fisico e psichico non sono che aspetti diversi di una inscindibile realtà naturale. Il libro, che ormai è considerato un piccolo classico del pensiero contemporaneo, è stato pubblicato nel 1941 e viene qui tradotto per la prima volta in lingua italiana.File | Dimensione | Formato | |
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