Il contatto intergruppi si è rivelata una strategia estremamente efficace per la riduzione del pregiudizio. Inoltre, negli ultimi 20 anni molti studi hanno evidenziati i mediatori del contatto, i più importanti dei quali si sono rivelati l’ansia intergruppi e l’empatia intergruppi. Tuttavia, non è chiara la relazione tra contatto e struttura di personalità. Due studi recenti di Turner, Dhont, Hewstone, Prestwich e Vonofakou (2013) dimostrano che determinati fattori di personalità tratti dal Big Five (apertura alle esperienze, cordialità, estroversione) erano associati in maniera positiva a esperienze positive di contatto intergruppi. Tali studi erano tuttavia correlazionali. E’ possibile che il contatto intergruppi abbia effetti causali sulla struttura di personalità? L’obiettivo dello studio presentato è quello di esaminare se il contatto intergruppi abbia effetti causali sulla riduzione del pregiudizio tramite il cambiamento di alcuni tratti della personalità. Per testare questa ipotesi, si è condotto uno studio longitudinale con studenti italiani e stranieri iscritti al primo anno di otto scuole superiori dell’Emilia Romagna. In particolare, si è somministrato un questionario all’inizio e alla fine del primo anno scolastico. Il questionario conteneva misure di contatto, personalità (ad esempio, Big Five), atteggiamenti intergruppi. I dati sono stati analizzati avvalendosi di analisi di regressione multipla. Nel complesso, i risultati dimostrano la relazione tra contatto intergruppi e costrutti di personalità, e consentono quindi un avanzamento rilevante della letteratura sul tema.
Il contatto intergruppi rende le persone migliori? Uno studio longitudinale nelle scuole superiori con adolescenti italiani e immigrati / Vezzali, Loris; Turner, Rhiannon; Giovannini, Dino; Trifiletti, Elena; Cacciavellani, Giulia; Cortesi, Lisa. - STAMPA. - (2015). (Intervento presentato al convegno XIII Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia Sociale dell’Associazione Italiana Psicologia tenutosi a Palermo nel 17-19 settembre).
Il contatto intergruppi rende le persone migliori? Uno studio longitudinale nelle scuole superiori con adolescenti italiani e immigrati
VEZZALI, Loris;GIOVANNINI, Dino;
2015
Abstract
Il contatto intergruppi si è rivelata una strategia estremamente efficace per la riduzione del pregiudizio. Inoltre, negli ultimi 20 anni molti studi hanno evidenziati i mediatori del contatto, i più importanti dei quali si sono rivelati l’ansia intergruppi e l’empatia intergruppi. Tuttavia, non è chiara la relazione tra contatto e struttura di personalità. Due studi recenti di Turner, Dhont, Hewstone, Prestwich e Vonofakou (2013) dimostrano che determinati fattori di personalità tratti dal Big Five (apertura alle esperienze, cordialità, estroversione) erano associati in maniera positiva a esperienze positive di contatto intergruppi. Tali studi erano tuttavia correlazionali. E’ possibile che il contatto intergruppi abbia effetti causali sulla struttura di personalità? L’obiettivo dello studio presentato è quello di esaminare se il contatto intergruppi abbia effetti causali sulla riduzione del pregiudizio tramite il cambiamento di alcuni tratti della personalità. Per testare questa ipotesi, si è condotto uno studio longitudinale con studenti italiani e stranieri iscritti al primo anno di otto scuole superiori dell’Emilia Romagna. In particolare, si è somministrato un questionario all’inizio e alla fine del primo anno scolastico. Il questionario conteneva misure di contatto, personalità (ad esempio, Big Five), atteggiamenti intergruppi. I dati sono stati analizzati avvalendosi di analisi di regressione multipla. Nel complesso, i risultati dimostrano la relazione tra contatto intergruppi e costrutti di personalità, e consentono quindi un avanzamento rilevante della letteratura sul tema.Pubblicazioni consigliate
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