Lo studio è dedicato alla tematica del conflitto/ricomposizione delle possibili antinomie tra interesse collettivo e diritti individuali e si propone di ricostruire un dialogo tra dottrina e giurisprudenza entro un quadro di sistema. Nel primo capitolo, alla delimitazione della fattispecie «potere di disposizione» segue la verifica delle clausole collettive che possono considerarsi dispositive di diritti dei singoli: qui l’A., anticipando la linea di indagine che sviluppa nella trattazione, afferma che «l’accordo transattivo di interpretazione autentica non può incidere sui diritti quesiti, cioè su quelle situazioni giuridiche nate sotto l’impero della regola interpretata e già compiute, senza il consenso (preventivo e formale, o anche successivo ed informale) del titolare» e che «quello della retroattività dell’accordo di interpretazione autentica nei confronti dei diritti dei lavoratori si rivela essere un falso problema, semplicemente perché tali accordi, nei confronti delle posizioni giuridiche dei singoli, non potrebbero avere natura retroattiva». Il secondo capitolo dello studio si concentra sulla questione dell’esistenza o meno del potere dispositivo sindacale. Il tema in esame è direttamente mirato alla verifica dell’efficacia/validità dell’atto di disposizione dal punto di vista della legittimazione all’atto. L’A. esamina la relazione tra la rappresentanza negoziale del sindacato e il suo potere dispositivo soffermandosi sulle teorie del «potere originario» e del «sindacato maggiormente rappresentativo» e sul potere dispositivo «derivato» del sindacato nel sistema di diritto comune. Nel terzo ed ultimo capitolo, il focus dell’analisi si sposta sul trinomio legislatore delegante/autonomia collettiva/autonomia individuale. L’A. intende ricostruire una fenomenologia delle clausole collettive dispositive nell’ambito delle fattispecie di rinvio legislativo.
Sindacato e potere dispositivo / Allamprese, Andrea. - STAMPA. - (2015).
Sindacato e potere dispositivo
ALLAMPRESE, Andrea
2015
Abstract
Lo studio è dedicato alla tematica del conflitto/ricomposizione delle possibili antinomie tra interesse collettivo e diritti individuali e si propone di ricostruire un dialogo tra dottrina e giurisprudenza entro un quadro di sistema. Nel primo capitolo, alla delimitazione della fattispecie «potere di disposizione» segue la verifica delle clausole collettive che possono considerarsi dispositive di diritti dei singoli: qui l’A., anticipando la linea di indagine che sviluppa nella trattazione, afferma che «l’accordo transattivo di interpretazione autentica non può incidere sui diritti quesiti, cioè su quelle situazioni giuridiche nate sotto l’impero della regola interpretata e già compiute, senza il consenso (preventivo e formale, o anche successivo ed informale) del titolare» e che «quello della retroattività dell’accordo di interpretazione autentica nei confronti dei diritti dei lavoratori si rivela essere un falso problema, semplicemente perché tali accordi, nei confronti delle posizioni giuridiche dei singoli, non potrebbero avere natura retroattiva». Il secondo capitolo dello studio si concentra sulla questione dell’esistenza o meno del potere dispositivo sindacale. Il tema in esame è direttamente mirato alla verifica dell’efficacia/validità dell’atto di disposizione dal punto di vista della legittimazione all’atto. L’A. esamina la relazione tra la rappresentanza negoziale del sindacato e il suo potere dispositivo soffermandosi sulle teorie del «potere originario» e del «sindacato maggiormente rappresentativo» e sul potere dispositivo «derivato» del sindacato nel sistema di diritto comune. Nel terzo ed ultimo capitolo, il focus dell’analisi si sposta sul trinomio legislatore delegante/autonomia collettiva/autonomia individuale. L’A. intende ricostruire una fenomenologia delle clausole collettive dispositive nell’ambito delle fattispecie di rinvio legislativo.File | Dimensione | Formato | |
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