Il coinvolgimento di tutti i soggetti del territorio chiamati a dare il loro apporto alla sicurezza presuppone, in primo luogo, un confronto effettivo fra Comune e forze dell'ordine, in un quadro di partenariato e reciproca valorizzazione che sia caratteristica stabile dei rapporti, anche per effetto dei patti per la sicurezza. Va individuato chiaramente, per evitare il rischio di affermazioni generiche e poco stringenti, il punto di vista da assumere sui temi della sicurezza nel rapporto con la comunità locale. Occorre partire dalla "lettura" che trae origine dalle richieste dei cittadini, valorizzando l'insieme di istanze e di esigenze che maturano sul territorio come "contromisura" per quanto è avvertito come insidia per la sicurezza e la coesione sociale. Le azioni poste in essere devono infatti risultare non solo efficaci ma "comprensibili", a garanzia di un dialogo che deve rimanere proficuo per l’interesse generale, senza degenerare nell'enfasi per le misure forti, specialmente per quelle che subiscono il sopravvento delle paure radicate nell'allarme sociale. Occorre cogliere la forte richiesta di una città solidale, coesa e sicura e continuare ad assicurare in maniera costante la vivibilità quotidiana dei quartieri, assecondando un’aspettativa che chiede risposte "misurate" sul fare, sul risultato, e che quindi non può essere in alcun modo soddisfatta se non "allentando", con interventi adeguati, la tensione che nasce dai fenomeni indesiderati. La richiesta del cittadino di risolvere un problema di disagio per la presenza di attività illecite deve avere come sbocco quello di trovargli una soluzione, non di fornirgli una pura e semplice spiegazione di quanto gli sta accadendo, in quanto la sicurezza è una caratteristica dello stato sociale, che si "misura" in termini di risultati. In molte situazioni è prioritariamente necessario allontanare i fenomeni dal territorio in cui si manifestano e ristagnano e, dopo avere ottenuto il "ripristino" della vita sociale, occorre passare rapidamente alle strategie che impediscono al fenomeno di ripresentarsi. La coesione è il bene da salvaguardare ed il Comune, rimanendo all’interno delle proprie competenze, ha il compito di inserire le necessarie innovazioni nel proprio operare per fronteggiare il manifestarsi dell'insicurezza urbana. Le nuove esigenze devono "trasformarsi" in politiche guidate dal dialogo costante, diretto ed immediato con le Forze dell’Ordine, per costruire preventivamente e progressivamente i percorsi e le iniziative. Innanzi a problemi di sicurezza urbana il Comune non può essere "spettatore", ma nemmeno rivendicare o attribuirsi competenze altrui. Il coordinamento con le Forze dell’Ordine dà ulteriore impulso alla presenza degli interventi comunali, in quanto è nel contesto del coordinamento che la Polizia municipale assume pienamente il proprio ruolo, vedendo valorizzate le specifiche competenze e caratteristiche, ed in particolare la puntuale conoscenza del territorio. Il tema della sicurezza, nel dibattito politico-istituzionale, deve essere confronto di diversi punti di vista in quanto è essenziale e costruttivo il "misurarsi" di posizioni che perseguono il "rafforzamento della legalità" come risultato di politiche che privilegiano una società coesa e solidale, con altre posizioni che valorizzano maggiormente l’azione di contenimento, considerando un suo tratto imprescindibile la logica emergenziale dei mezzi. Non si tratta di un banale scontro tra risoluti e tolleranti, ma di ricerca appassionata, volta ad assimilare a fondo le peculiarità del fenomeno e delle strategie di intervento, per applicarle e trasformarle in politiche concrete. Il dato positivo della convergenza sui temi della sicurezza, pur da punti di vista diversi, rende sempre più radicata la convinzione diffusa che l’insicurezza derivi da una molteplicità di fattori e non coincida né con l’idea di mancanza di repressione, né con la sola necessità di far rispettare le leggi, né con la necessità di introdurre leggi più severe. Si va rafforzando la consapevolezza che il "rimedio" sia da ricercare in un quadro articolato di risposte. Da parte degli stessi cittadini le richieste di intervento si articolano progressivamente, ora sul piano sociale e di organizzazione della vita della città (di competenza del Comune), ora su quello della risposta punitiva (di competenza dell’Autorità di Pubblica sicurezza e della Magistratura), ed ancora su quello delle relazioni fra i vari soggetti, garanti dell’interesse generale, per individuare strategie di intervento coerenti e coordinate. Per ripristinare, ad un tempo, legalità e coesione sociale, e cioè per portare sicurezza, occorre intervenire selettivamente anche sulle relazioni, coinvolgendo, in questo impegno al coordinamento ogni settore ed in particolare costruendo rapporti coordinati tra le Forze di polizia statali e la Polizia municipale. Per governare la sicurezza è necessario, senza effettuare indebite sovrapposizioni, costruire obiettivi condivisi e realizzare con rigore sul piano operativo le specifiche e distinte funzioni dei vari organismi pubblici: le forze dell’ordine (con l’intervento di polizia), la Magistratura (con l’esercizio del potere punitivo e delle misure alternative alla detenzione), le amministrazioni pubbliche ed in particolare i Comuni (con le politiche sociali, con la rappresentanza dei cittadini, l’interpretazione delle esigenze del territorio, le sinergie operative). Tutto questo perché, nella consapevolezza dei cittadini, la sicurezza è un obiettivo di tutti ed un impegno per tutti.
Sicurezza: obiettivo di tutti ed impegno per tutti / Pighi, Giorgio. - STAMPA. - (2006), pp. 3-7.
Data di pubblicazione: | 2006 |
Titolo: | Sicurezza: obiettivo di tutti ed impegno per tutti |
Autore/i: | Pighi, Giorgio |
Autore/i UNIMORE: | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11380/1064858 |
Tipologia | Altro |
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