L’entomologia forense, medico legale, è la disciplina che si occupa dello studio degli insetti associati ai cadaveri, con lo scopo primario di determinare il tempo intercorso dal decesso o meglio del tempo di colonizzazione definito anche come mPMI, nonché di ricavare ogni altra informazione utile a fini giudiziari, quali: evidenze di spostamento del cadavere o presenza nello stesso di droghe o veleni. Per intervalli di tempo relativamente brevi (settimane/mesi) la stima del mPMI si basa sulla determinazione dello stadio di sviluppo delle mosche che per prime colonizzano il cadavere. Precisato lo stato di sviluppo, la stima del mPMI potrà essere formulata una volta note le condizioni ambientali in essere durante il periodo precedente al ritrovamento del cadavere. Essendo il tasso di sviluppo dei ditteri specie-specifico la corretta identificazione delle specie diventa “conditio sine qua non” per una corretta stima del mPMI. Negli ultimi anni, la ricerca di strumenti utili a superare i limiti dell’identificazione morfologica, soprattutto nel caso di uova e stadi larvali, ha trovato nelle tecniche biomolecolari una risorsa efficace e senz’altro molto promettente tuttavia con alcune limitazioni relative alla incompletezza delle banche dati. I ditteri che per primi colonizzano un cadavere appartengono prevalentemente alle famiglie Calliphoridae e Muscidae. I generi maggiormente interessanti, nel contesto forense, apparteneti alla prima famiglia sono Calliphora, Chrysomya, Cynomya, Lucilia, Phormia e Protophormia. Negli ultimi anni è stata segnalata in Europa la diffusione verso Nord delle specie del genere Chrysomya, tipiche di ambienti circumediterranei, tropicali e sub-tropicali. C. albiceps, già stabilita in Europa dall’inizio degli anni ’90, ha raggiunto la Polonia nel 2008, mentre C. megacephala è stata riscontrata per la prima volta in Spagna nel 2001 e in Portogallo nel 2007. La diffusione geografica di queste specie verso il Nord Europa sembrerebbe correlata con la presenza di estati calde, favorite dalla corrente del Golfo. Vista la loro rapida diffusione in Europa, il loro utilizzo in ambito forense come indicatori per la stima del mPMI è un aspetto concreto, che richiede una corretta identificazione di queste nuove specie. Il presente lavoro si è posto come obiettivo l’analisi dei dati molecolari disponibili per quattro specie di questo genere e la valutazione della strategia più economica ed efficace per una corretta identificazione molecolare delle suddette. Per le specie del genere sono attualmente disponibili nelle banche dati di DNA 943 sequenze utilizzabili per l’identificazione e appartenenti a 20 geni (COI, COII, Cytb, 28S rRNA, 18S rRNA, 16S rRNA, 12S rRNA, 5.8S rRNA, tRNA-Ile, tRNA-Met, tRNA-Gln, ITS2, ITS1, EF-1α, CAD, ND1, ND5, ND4, ND4L e per). Le sequenze di 8 geni sono disponibili per tutte le specie e 12 per le specie segnalate in Europa e con areale in via di espansione verso l’Italia. Il gene COI è quello maggiormente rappresentato con un totale di 414 sequenze variamente distribuite tra le specie in un range compreso tra le 10 e le 250 sequenze rispettivamente per C. chloropyga e C. megacephala. Di particolare interesse risultano anche i geni 28S rRNA e ITS2 con rispettivamente 55 e 71 sequenze disponibili in GeneBank. Geni comunemente utilizzati per l’identificazione specifica quali COII, Cytb, 16S rRNA con rispettivamente 116, 82 e 79 sequenze non sono disponibili per C. chloropyga. L’analisi del best match (TaxonDNA) rivela che il 92.7% delle sequenze del gene COI attualmente disponibili permette una identificazione delle singole specie “corretta”, lo 0,24% una identificazione “ambigua” mentre lo 7.05% “non corretta”. I valori per il gene COII non si discostano dal precedente. L’analisi dei dati mette in rilievo la necessità di creare dei database e protocolli standardizzati utilizzabili in sede forense per la corretta identificazione delle specie soprattutto di quelle di recente introduzione, spesso confuse per imperizia o come nel caso illustrato per ragioni legate alla disponibilità di sequenze nelle banche dati. Tale necessità è particolarmente sentita nel territorio italiano, che per posizione geografica costituisce una via di accesso in Europa per specie con distribuzione più meridionale o comunque mediterranea.

Specie alloctone di interesse forense ed identificazione molecolare: le specie del genere Chrysomya (Diptera: Calliphoridae) / Bortolini, Sara; Vanin, S.; Maistrello, Lara. - ELETTRONICO. - 1:(2014), pp. 93-94. (Intervento presentato al convegno XXIV Congresso Nazionale Italiano di Entomologia tenutosi a Orosei nel 9-14 June).

Specie alloctone di interesse forense ed identificazione molecolare: le specie del genere Chrysomya (Diptera: Calliphoridae)

BORTOLINI, SARA;MAISTRELLO, Lara
2014

Abstract

L’entomologia forense, medico legale, è la disciplina che si occupa dello studio degli insetti associati ai cadaveri, con lo scopo primario di determinare il tempo intercorso dal decesso o meglio del tempo di colonizzazione definito anche come mPMI, nonché di ricavare ogni altra informazione utile a fini giudiziari, quali: evidenze di spostamento del cadavere o presenza nello stesso di droghe o veleni. Per intervalli di tempo relativamente brevi (settimane/mesi) la stima del mPMI si basa sulla determinazione dello stadio di sviluppo delle mosche che per prime colonizzano il cadavere. Precisato lo stato di sviluppo, la stima del mPMI potrà essere formulata una volta note le condizioni ambientali in essere durante il periodo precedente al ritrovamento del cadavere. Essendo il tasso di sviluppo dei ditteri specie-specifico la corretta identificazione delle specie diventa “conditio sine qua non” per una corretta stima del mPMI. Negli ultimi anni, la ricerca di strumenti utili a superare i limiti dell’identificazione morfologica, soprattutto nel caso di uova e stadi larvali, ha trovato nelle tecniche biomolecolari una risorsa efficace e senz’altro molto promettente tuttavia con alcune limitazioni relative alla incompletezza delle banche dati. I ditteri che per primi colonizzano un cadavere appartengono prevalentemente alle famiglie Calliphoridae e Muscidae. I generi maggiormente interessanti, nel contesto forense, apparteneti alla prima famiglia sono Calliphora, Chrysomya, Cynomya, Lucilia, Phormia e Protophormia. Negli ultimi anni è stata segnalata in Europa la diffusione verso Nord delle specie del genere Chrysomya, tipiche di ambienti circumediterranei, tropicali e sub-tropicali. C. albiceps, già stabilita in Europa dall’inizio degli anni ’90, ha raggiunto la Polonia nel 2008, mentre C. megacephala è stata riscontrata per la prima volta in Spagna nel 2001 e in Portogallo nel 2007. La diffusione geografica di queste specie verso il Nord Europa sembrerebbe correlata con la presenza di estati calde, favorite dalla corrente del Golfo. Vista la loro rapida diffusione in Europa, il loro utilizzo in ambito forense come indicatori per la stima del mPMI è un aspetto concreto, che richiede una corretta identificazione di queste nuove specie. Il presente lavoro si è posto come obiettivo l’analisi dei dati molecolari disponibili per quattro specie di questo genere e la valutazione della strategia più economica ed efficace per una corretta identificazione molecolare delle suddette. Per le specie del genere sono attualmente disponibili nelle banche dati di DNA 943 sequenze utilizzabili per l’identificazione e appartenenti a 20 geni (COI, COII, Cytb, 28S rRNA, 18S rRNA, 16S rRNA, 12S rRNA, 5.8S rRNA, tRNA-Ile, tRNA-Met, tRNA-Gln, ITS2, ITS1, EF-1α, CAD, ND1, ND5, ND4, ND4L e per). Le sequenze di 8 geni sono disponibili per tutte le specie e 12 per le specie segnalate in Europa e con areale in via di espansione verso l’Italia. Il gene COI è quello maggiormente rappresentato con un totale di 414 sequenze variamente distribuite tra le specie in un range compreso tra le 10 e le 250 sequenze rispettivamente per C. chloropyga e C. megacephala. Di particolare interesse risultano anche i geni 28S rRNA e ITS2 con rispettivamente 55 e 71 sequenze disponibili in GeneBank. Geni comunemente utilizzati per l’identificazione specifica quali COII, Cytb, 16S rRNA con rispettivamente 116, 82 e 79 sequenze non sono disponibili per C. chloropyga. L’analisi del best match (TaxonDNA) rivela che il 92.7% delle sequenze del gene COI attualmente disponibili permette una identificazione delle singole specie “corretta”, lo 0,24% una identificazione “ambigua” mentre lo 7.05% “non corretta”. I valori per il gene COII non si discostano dal precedente. L’analisi dei dati mette in rilievo la necessità di creare dei database e protocolli standardizzati utilizzabili in sede forense per la corretta identificazione delle specie soprattutto di quelle di recente introduzione, spesso confuse per imperizia o come nel caso illustrato per ragioni legate alla disponibilità di sequenze nelle banche dati. Tale necessità è particolarmente sentita nel territorio italiano, che per posizione geografica costituisce una via di accesso in Europa per specie con distribuzione più meridionale o comunque mediterranea.
2014
XXIV Congresso Nazionale Italiano di Entomologia
Orosei
9-14 June
Bortolini, Sara; Vanin, S.; Maistrello, Lara
Specie alloctone di interesse forense ed identificazione molecolare: le specie del genere Chrysomya (Diptera: Calliphoridae) / Bortolini, Sara; Vanin, S.; Maistrello, Lara. - ELETTRONICO. - 1:(2014), pp. 93-94. (Intervento presentato al convegno XXIV Congresso Nazionale Italiano di Entomologia tenutosi a Orosei nel 9-14 June).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/1063456
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