Lo Stato, le Regioni e i Comuni devono costruire un forte partenariato per la sicurezza. È urgente disciplinare la sicurezza urbana nel suo carattere indivisibile ed assegnare alle politiche di prevenzione lo spazio loro proprio, costruendo politiche integrate di sicurezza che prefigurino un leale partenariato, capace di coniugare competenze e sinergie e di dare slancio a una corresponsabilità non episodica, che affronti la sicurezza urbana nel coordinamento. Le leggi e le politiche italiane sulla sicurezza urbana sono state finora scarsamente efficaci a causa di scelte affrettate, parziali ed emotive che hanno privilegiato interventi autoreferenziali e incapaci di incidere sui fenomeni complessivamente intesi. Il carattere indivisibile della sicurezza urbana non è indicato come requisito dalla legge ed è spesso disatteso, tanto che le norme, di volta in volta introdotte, anziché delineare un sistema, si limitano a dare vita a nuove figure criminose, a nuovi istituti, ovvero a concretizzare scelte di deterrenza simbolica per contrastare singoli fenomeni come migrazioni illegali, prostituzione, tifoserie problematiche, abuso di alcool e tossicodipendenze. Gli interventi che non fanno parte di un sistema di rimedi non potranno essere incisivi e risolutivi sulla società insicura, non riescono ad articolare efficacemente i diversi strumenti di contenimento. La mancanza di norme adeguate ha accresciuto, per reazione, il bisogno di cambiamento che si manifesta come una forte spinta dei Comuni a coordinarsi con l'azione dello Stato - che deve garantire la sicurezza pubblica - per dare incisività al controllo sociale dell'intero spazio della vita sociale, aumentare la coesione nella convivenza, costruire un ambiente urbano che non crea insicurezza perché sostenibile ed a misura d'uomo. Se la sicurezza urbana continuerà a restare riipartita fra "attori" diversi non sarà possibile superare le difficoltà che ostacolano la sinergia tra impostazioni e tra funzioni che, per troppo tempo, non sono riuscite a convergere adeguatamente nelle risposte al problema. Il partenariato per la sicurezza, come sta avvenendo in molti Paesi europei deve reggersi su di una disciplina della sicurezza urbana che ne valorizzi il carattere indivisibile ed assegni alla prevenzione lo spazio che le compete, fatto di buone pratiche e politiche mirate. La «sicurezza urbana integrata» deve assurgere ad obiettivo e metodo di azioni di contenimento orientate costituzionalmente, tese a prevenire i comportamenti indesiderabili che maturano nella quotidianità della vita delle città, mediante un sistema che articoli coerentemente gli interventi di istituzioni, soggetti pubblici e formazioni sociali che rimangono ordinati secondo funzioni, organizzazioni ed impostazioni differenti. Il sistema, oltre a prefiggersi il superamento della scarsa omogeneità e delle spinte autoreferenziali dei diversi “attori”, deve orientare tutte le azioni funzionali allo scopo verso la sicurezza urbana, senza ridurla ad elenco di disvalori e criticità da sanzionare ma valorizzandola come obiettivo da raggiungere e condizione da mantenere, mediante una pluralità di strumenti indicati dalle leggi. Scopo di tali politiche è armonizzare l’insieme degli interventi, superare distanze, differenti linguaggi e mancanza di sedi di confronto per valorizzare il contributo di quanti sono chiamati a costruire una comune prevenzione. Per questo la sicurezza urbana deve rappresentare una realtà indivisibile.

La sicurezza urbana indivisibile. Le politiche locali di prevenzione integrata / Pighi, Giorgio. - STAMPA. - (2014), pp. 7-336.

La sicurezza urbana indivisibile. Le politiche locali di prevenzione integrata

PIGHI, Giorgio
2014

Abstract

Lo Stato, le Regioni e i Comuni devono costruire un forte partenariato per la sicurezza. È urgente disciplinare la sicurezza urbana nel suo carattere indivisibile ed assegnare alle politiche di prevenzione lo spazio loro proprio, costruendo politiche integrate di sicurezza che prefigurino un leale partenariato, capace di coniugare competenze e sinergie e di dare slancio a una corresponsabilità non episodica, che affronti la sicurezza urbana nel coordinamento. Le leggi e le politiche italiane sulla sicurezza urbana sono state finora scarsamente efficaci a causa di scelte affrettate, parziali ed emotive che hanno privilegiato interventi autoreferenziali e incapaci di incidere sui fenomeni complessivamente intesi. Il carattere indivisibile della sicurezza urbana non è indicato come requisito dalla legge ed è spesso disatteso, tanto che le norme, di volta in volta introdotte, anziché delineare un sistema, si limitano a dare vita a nuove figure criminose, a nuovi istituti, ovvero a concretizzare scelte di deterrenza simbolica per contrastare singoli fenomeni come migrazioni illegali, prostituzione, tifoserie problematiche, abuso di alcool e tossicodipendenze. Gli interventi che non fanno parte di un sistema di rimedi non potranno essere incisivi e risolutivi sulla società insicura, non riescono ad articolare efficacemente i diversi strumenti di contenimento. La mancanza di norme adeguate ha accresciuto, per reazione, il bisogno di cambiamento che si manifesta come una forte spinta dei Comuni a coordinarsi con l'azione dello Stato - che deve garantire la sicurezza pubblica - per dare incisività al controllo sociale dell'intero spazio della vita sociale, aumentare la coesione nella convivenza, costruire un ambiente urbano che non crea insicurezza perché sostenibile ed a misura d'uomo. Se la sicurezza urbana continuerà a restare riipartita fra "attori" diversi non sarà possibile superare le difficoltà che ostacolano la sinergia tra impostazioni e tra funzioni che, per troppo tempo, non sono riuscite a convergere adeguatamente nelle risposte al problema. Il partenariato per la sicurezza, come sta avvenendo in molti Paesi europei deve reggersi su di una disciplina della sicurezza urbana che ne valorizzi il carattere indivisibile ed assegni alla prevenzione lo spazio che le compete, fatto di buone pratiche e politiche mirate. La «sicurezza urbana integrata» deve assurgere ad obiettivo e metodo di azioni di contenimento orientate costituzionalmente, tese a prevenire i comportamenti indesiderabili che maturano nella quotidianità della vita delle città, mediante un sistema che articoli coerentemente gli interventi di istituzioni, soggetti pubblici e formazioni sociali che rimangono ordinati secondo funzioni, organizzazioni ed impostazioni differenti. Il sistema, oltre a prefiggersi il superamento della scarsa omogeneità e delle spinte autoreferenziali dei diversi “attori”, deve orientare tutte le azioni funzionali allo scopo verso la sicurezza urbana, senza ridurla ad elenco di disvalori e criticità da sanzionare ma valorizzandola come obiettivo da raggiungere e condizione da mantenere, mediante una pluralità di strumenti indicati dalle leggi. Scopo di tali politiche è armonizzare l’insieme degli interventi, superare distanze, differenti linguaggi e mancanza di sedi di confronto per valorizzare il contributo di quanti sono chiamati a costruire una comune prevenzione. Per questo la sicurezza urbana deve rappresentare una realtà indivisibile.
2014
9788891708762
FrancoAngeli
ITALIA
La sicurezza urbana indivisibile. Le politiche locali di prevenzione integrata / Pighi, Giorgio. - STAMPA. - (2014), pp. 7-336.
Pighi, Giorgio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/1046728
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