Il volume consta di due saggi di Bergson. Il primo, "La simulazione inconscia negli stati d'ipnosi" risale al 1886, quando il filosofo era ancora lontano dal concepimento delle opere che gli avrebbero dato lustro. Tentò degli esperimenti di ipnosi su alcuni alunni di liceo. I risultati più significativi e sconcertanti li ottenne con un certo P…r. Bergson gli chiese di indovinare il numero della pagina del libro che teneva aperto dinanzi a sé. Il ragazzo rispose con precisione. Bergson ripeté l’esperimento cambiando pagina varie volte, sempre con successo. Si trattava di telepatia? Escogitate altre prove, Bergson alla fine scoprì che all’allievo perveniva un’immagine delle pagine del libro riflessa negli occhi dello sperimentatore stesso. Questa rivelazione anziché deluderlo, indusse il giovane filosofo ad affermare che il fenomeno della telepatia era assolutamente da escludere: l’ipnosi aveva invece prodotto nel ragazzo una condizione di iperestesia, cioè di straordinario accrescimento della sensibilità visiva, generato dalla pressione dell’inconscio proteso nel raggiungere comunque il risultato richiesto. I ragazzi addormentati, che non si rendevano conto di quanto avveniva, mettevano in atto quella che Bergson stesso definì “simulazione inconscia”: l’ipnotizzato “quando riceve l’ordine di eseguire uno sforzo come quello di leggere il pensiero, si comporterà, in buona fede, allo stesso modo del meno scrupoloso e abile ciarlatano e, inconsciamente, utilizzerà mezzi di cui noi sospettiamo appena l’esistenza: un’iperestesia visiva, per esempio, o di altro tipo illecito, ai quali altrettanto inconsciamente gli avremo noi stessi suggerito di ricorrere nel dargli un ordine che costui è incapace di eseguire altrimenti”. Il secondo saggio, "Fantasmi di viventi e ricerca psichica", risale al 1913: Bergson si avventura nel campo della metapsichica, investigandola al lume della ragione e senza mai abbassare il tono a livello della bizzarria esoterica, elevandolo piuttosto a quello della speculazione raffinata. Il pensatore francese costruisce, secondo un’architettura espositiva composita, l’immagine di un mondo incerto da sondare scientificamente, che in qualche modo viene quindi a cadere sotto la luce delle sue proprie convinzioni filosofiche.
Ipnosi e fantasmi a cura di] Scarpelli, Giacomo. - STAMPA. - Roma : Edizioni di Storia e Letteratura, 2012. - ISBN 9788863724332.
Ipnosi e fantasmi
SCARPELLI, Giacomo
2012
Abstract
Il volume consta di due saggi di Bergson. Il primo, "La simulazione inconscia negli stati d'ipnosi" risale al 1886, quando il filosofo era ancora lontano dal concepimento delle opere che gli avrebbero dato lustro. Tentò degli esperimenti di ipnosi su alcuni alunni di liceo. I risultati più significativi e sconcertanti li ottenne con un certo P…r. Bergson gli chiese di indovinare il numero della pagina del libro che teneva aperto dinanzi a sé. Il ragazzo rispose con precisione. Bergson ripeté l’esperimento cambiando pagina varie volte, sempre con successo. Si trattava di telepatia? Escogitate altre prove, Bergson alla fine scoprì che all’allievo perveniva un’immagine delle pagine del libro riflessa negli occhi dello sperimentatore stesso. Questa rivelazione anziché deluderlo, indusse il giovane filosofo ad affermare che il fenomeno della telepatia era assolutamente da escludere: l’ipnosi aveva invece prodotto nel ragazzo una condizione di iperestesia, cioè di straordinario accrescimento della sensibilità visiva, generato dalla pressione dell’inconscio proteso nel raggiungere comunque il risultato richiesto. I ragazzi addormentati, che non si rendevano conto di quanto avveniva, mettevano in atto quella che Bergson stesso definì “simulazione inconscia”: l’ipnotizzato “quando riceve l’ordine di eseguire uno sforzo come quello di leggere il pensiero, si comporterà, in buona fede, allo stesso modo del meno scrupoloso e abile ciarlatano e, inconsciamente, utilizzerà mezzi di cui noi sospettiamo appena l’esistenza: un’iperestesia visiva, per esempio, o di altro tipo illecito, ai quali altrettanto inconsciamente gli avremo noi stessi suggerito di ricorrere nel dargli un ordine che costui è incapace di eseguire altrimenti”. Il secondo saggio, "Fantasmi di viventi e ricerca psichica", risale al 1913: Bergson si avventura nel campo della metapsichica, investigandola al lume della ragione e senza mai abbassare il tono a livello della bizzarria esoterica, elevandolo piuttosto a quello della speculazione raffinata. Il pensatore francese costruisce, secondo un’architettura espositiva composita, l’immagine di un mondo incerto da sondare scientificamente, che in qualche modo viene quindi a cadere sotto la luce delle sue proprie convinzioni filosofiche.File | Dimensione | Formato | |
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