Il trattamento di profilassi ha lo scopo di ridurre frequenza, durata, intensità degli attacchi emicranici, migliorare l'efficacia dei farmaci sintomatici, diminuirne l'uso ed evitare la cronicizzazione del dolore. Si avvale di farmaci beta-bloccanti, antidepressivi triciclici, calcio antagonisti, antiepilettici, antagonisti dei recettori 5-HT2. Questi farmaci somministrati a dosi adeguate e per periodi di tempo sufficienti diminuiscono la frequenza ed in certi casi anche la gravità degli attacchi.. La scelta di un particolare farmaco è guidata soprattutto dal profilo di tollerabilità, dalle controindicazioni e dalle potenziali interazioni. Se il paziente ha già sperimentato un farmaco con successo, senza effetti collaterali importanti e la sua emicrania non è cambiata questo stesso farmaco sarà il primo da riproporre. Di solito si deve iniziare il trattamento con una dose bassa per diversi giorni; il dosaggio, se non si sono verificati effetti collaterali, può essere aumentato ad intervalli di 4 – 7 giorni fino a quello ottimale per ottenere la risposta terapeutica. In questa fase iniziale è importante uno stretto monitoraggio del paziente in quanto gli eventuali effetti collaterali, molto comuni anche se obiettivamente non gravi e di solito transitori, possono indurre il paziente ad interrompere il trattamento prematuramente. Se gli effetti collaterali non si attenuano spontaneamente dopo le prime settimane di trattamento bisogna considerare l’opportunità di ridurre il dosaggio; se sono intollerabili o gravi bisogna cambiare farmaco. Per ottenere la risposta terapeutica piena possono essere necessarie 4 – 8 settimane di trattamento. Se dopo questo tempo si osserva una risposta inadeguata (dovrebbe esservi stato almeno un miglioramento clinico) bisogna rivalutare il regime di trattamento e considerare la necessità di apportare qualche cambiamento: aumentare la dose, sostituire il farmaco, aggiungere un altro farmaco. Se il trattamento con due farmaci diversi della stessa classe fallisce può essere utile passare ad un'altra classe di farmaci. Il passaggio da un farmaco all’altro deve essere effettuato con cautela, diminuendo gradualmente la dose e in certi casi mantenendo un periodo di wash-out prima di somministrare il nuovo farmaco per evitare interazioni pericolose.Se dopo 6 – 8 settimane il paziente non ha avuto alcun miglioramento pur essendo la dose del farmaco adeguata è necessario rivalutare la condizione del paziente ed in particolare: accuratezza della diagnosi, possibili interazioni con altri farmaci co-somministrati, influenza di condizioni complicanti (patologie concomitanti, abuso di farmaci, non compliance).

I farmaci di profilassi: strategie d’impiego / Ferrari, Anna; Cicero, Afg; Sternieri, E.. - STAMPA. - (2002), pp. 175-178. (Intervento presentato al convegno XVI Congresso nazionale SISC - Cefalee ed età della vita tenutosi a Chieti nel 12-15 Giugno 2002).

I farmaci di profilassi: strategie d’impiego

FERRARI, Anna;
2002

Abstract

Il trattamento di profilassi ha lo scopo di ridurre frequenza, durata, intensità degli attacchi emicranici, migliorare l'efficacia dei farmaci sintomatici, diminuirne l'uso ed evitare la cronicizzazione del dolore. Si avvale di farmaci beta-bloccanti, antidepressivi triciclici, calcio antagonisti, antiepilettici, antagonisti dei recettori 5-HT2. Questi farmaci somministrati a dosi adeguate e per periodi di tempo sufficienti diminuiscono la frequenza ed in certi casi anche la gravità degli attacchi.. La scelta di un particolare farmaco è guidata soprattutto dal profilo di tollerabilità, dalle controindicazioni e dalle potenziali interazioni. Se il paziente ha già sperimentato un farmaco con successo, senza effetti collaterali importanti e la sua emicrania non è cambiata questo stesso farmaco sarà il primo da riproporre. Di solito si deve iniziare il trattamento con una dose bassa per diversi giorni; il dosaggio, se non si sono verificati effetti collaterali, può essere aumentato ad intervalli di 4 – 7 giorni fino a quello ottimale per ottenere la risposta terapeutica. In questa fase iniziale è importante uno stretto monitoraggio del paziente in quanto gli eventuali effetti collaterali, molto comuni anche se obiettivamente non gravi e di solito transitori, possono indurre il paziente ad interrompere il trattamento prematuramente. Se gli effetti collaterali non si attenuano spontaneamente dopo le prime settimane di trattamento bisogna considerare l’opportunità di ridurre il dosaggio; se sono intollerabili o gravi bisogna cambiare farmaco. Per ottenere la risposta terapeutica piena possono essere necessarie 4 – 8 settimane di trattamento. Se dopo questo tempo si osserva una risposta inadeguata (dovrebbe esservi stato almeno un miglioramento clinico) bisogna rivalutare il regime di trattamento e considerare la necessità di apportare qualche cambiamento: aumentare la dose, sostituire il farmaco, aggiungere un altro farmaco. Se il trattamento con due farmaci diversi della stessa classe fallisce può essere utile passare ad un'altra classe di farmaci. Il passaggio da un farmaco all’altro deve essere effettuato con cautela, diminuendo gradualmente la dose e in certi casi mantenendo un periodo di wash-out prima di somministrare il nuovo farmaco per evitare interazioni pericolose.Se dopo 6 – 8 settimane il paziente non ha avuto alcun miglioramento pur essendo la dose del farmaco adeguata è necessario rivalutare la condizione del paziente ed in particolare: accuratezza della diagnosi, possibili interazioni con altri farmaci co-somministrati, influenza di condizioni complicanti (patologie concomitanti, abuso di farmaci, non compliance).
2002
XVI Congresso nazionale SISC - Cefalee ed età della vita
Chieti
12-15 Giugno 2002
175
178
Ferrari, Anna; Cicero, Afg; Sternieri, E.
I farmaci di profilassi: strategie d’impiego / Ferrari, Anna; Cicero, Afg; Sternieri, E.. - STAMPA. - (2002), pp. 175-178. (Intervento presentato al convegno XVI Congresso nazionale SISC - Cefalee ed età della vita tenutosi a Chieti nel 12-15 Giugno 2002).
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